Ed è con immenso piacere che vi presentiamo la recensione in anteprima de La leggenda di Yellow Bird, il nuovo Tex alla francese edito dalla Sergio Bonelli Editore. Un volume cartonato, a colori e in grande formato che propone una storia inedita scritta da Giorgio Giusfredi e disegnata da Carlos Gomez.
A parere di chi scrive, i cartonati alla francese di Tex rappresentano una delle uscite più attese del ranger in camicia gialla, seconda solo al Texone annuale. Questa collana semestrale si è contraddistinta per uscite (quasi) sempre di altissima qualità e in meno di dieci anni ha ospitato un parterre di ospiti italiani e internazionali da far drizzare le orecchie a tutti gli appassionati di fumetto.
La leggenda di Yellow Bird
Soggetto e sceneggiatura: Giorgio Giusfredi
Disegni e copertina: Carlos Gomez
Colori: Matteo Vattani
Oggi è la volta di un altro disegnatore d’eccezione, quel Carlos Gomez famoso in tutto il mondo per il suo lavoro su Dago, la serie a sfondo rinascimentale scritta dal compianto Robin Wood e pubblicata in Italia dall’Editoriale Aurea e per la sua più recente collaborazione per il mercato francese. Gli appassionati di Tex sanno bene che il disegnatore argentino ha già lavorato per il ranger nell’ormai lontano 2011 illustrando il Texone Verso l’Oregon scritto da Gianfranco Manfredi e un’ulteriore avventura per L’Almanacco del West intitolata La pista dei fuorilegge e scritta da Mauro Boselli.
Successivamente la collaborazione si è interrotta per riprendere finalmente ora: oltre al cartonato francese è in arrivo anche una storia per un Color e chissà se a ciò seguirà altro.
Ai testi di questo nuovo volume troviamo Giorgio Giusfredi, giovane autore e redattore in continua crescita che ha dimostrato di possedere i canoni dell’avventura bonelliana reinterpretandoli con una vena del tutto personale. Dopo aver già debuttato sulla presente collana in modo più che convincente, Giusfredi torna raccontando le gesta di Yellow Bird, guerriera Cheyenne realmente esistita.
Sinossi: Gus Wallace, disertore dell’esercito, è stato recentemente catturato dai suoi ex commilitoni per essere condotto a Fort Ellis in attesa di venire giustiziato. La banda Cheyenne di Coyote Bianco punta a combattere le giacche blu ed è pronta ad attaccarle, ma in difesa dei soldati e di Gus ci sono quattro angeli custodi: Tex Willer, Kit Carson, Lenny Wallace (padre di Gus) e una misteriosa guerriera di nome Yellow Bird.
Giusfredi confeziona un racconto dinamico e ricco di azione e di spostamenti che si legge come un romanzo nonostante la foliazione limitata, che affonda a piene mani nella cultura dei nativi americani e che in alcuni punti sembra far riecheggiare un’altra serie western targata Bonelli, Magico Vento (la quale, per una qualche assurda coincidenza, è stata creata e scritta da Gianfranco Manfredi, primo sceneggiatore bonelliano ad aver collaborato con il disegnatore Carlos Gomez), ma che rispecchia benissimo i canoni texiani.
Forse in alcune scene Giusfredi calca la mano su una certa esagerazione tipica dello spaghetti-western che sembra quasi contrastare con il tono generale dell’opera, ma nel complesso lo sceneggiatore toscano dimostra di essere pienamente padrone della materia e questo albo si rivela essere una nuova tappa del suo costante percorso di crescita.
E poi, Gomez.
Fra i migliori disegnatori del mondo già ai tempi del suo esordio su Tex, è ulteriormente migliorato in questi anni in cui ha potuto esprimersi su registri diversi che hanno arricchito il suo bagaglio personale fornendogli nuovi spunti e nuove soluzioni grafiche. Grazie al grande formato dell’albo e all’impaginazione slegata dalla consueta gabbia bonelliana, Gomez è autore di una prova che ha il respiro dei grandi film epici della Hollywood che fu, quelli di John Ford, Howard Hawks ed Anthony Mann.
Fra stilizzate rappresentazioni delle pitture indiane, boschi innevati, taverne fumose e torme di guerrieri scatenati, Gomez ha modo di sbizzarrirsi e di realizzare uno dei suoi migliori lavori di sempre.
In conclusione, i colori di un sempre più bravo Matteo Vattani che ha impresso il proprio nome nel solco dei Tex alla francese avendone già colorati un considerevole numero. Colori caldi, vivi e partecipi della narrazione, lontani anni luce da quelli presenti sui Color Tex, che consentono al lettore di immergersi ancora più a fondo nella storia.
Qualche mese fa mi ero ripromesso di non dare giudizi sugli albi e i volumi in fase di recensione e intendo onorare questa promessa. Mi permetto però di dire che un volume del genere non può mancare nella libreria di ogni amante dell’avventura più pura e incontaminata.
0 commenti