Da alcuni giorni è in edicola La vendetta di Quercia Rossa, il nuovo numero di Tex mensile edito come sempre dalla Sergio Bonelli Editore. Seconda e ultima parte di una storia iniziata a febbraio, vede al timone il team composto da Pasquale Ruju al soggetto e alla sceneggiatura e da Giuseppe Prisco ai disegni.
Riassunto dell’episodio precedente: lo spietato Chogan fa razzia dei villaggi Comanche per reclutare giovani adepti al suo servizio. Dopo aver razziato e sterminato la famiglia dell’anziano Quercia Rossa, quest’ultimo decide di tornare sul sentiero della vendetta per onorare la memoria dei suoi cari. Caratteristica di Quercia Rossa è quella di raccogliere le frecce usate dai suoi nemici per usarle contro di loro. Sulle tracce di Chogan ci sono anche Tex Willer e Kit Carson, i quali vogliono impedire che l’indiano continui le sue razzie che potrebbero portare ad una nuova guerra indiana. Dopo aver salvato il giovane Lono e averlo consegnato ad un villaggio, i due ranger si ricongiungono con Quercia Rossa e insieme pianificano le mosse future.
La vendetta di Quercia Rossa – Tex n.737
Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Giuseppe Prisco
Copertina: Claudio Villa
Sinossi dell’albo corrente: Quercia Rossa rivela che Chogan è di origini Cheyenne e che è stato allevato dai Comanche, i quali spesso hanno infierito su di lui. Tex e Carson intendono comunque fermarlo e si mettono sulle sue tracce. Dopo un lungo inseguimento, riescono a raggiungerlo e pianificano un attacco congiunto per liberare i bambini e le donne rapiti dagli indiani, ma le cose sono destinate a complicarsi.
Se la prima parte, pur con qualche elemento non del tutto convincente, si era rivelata buona e aveva posto le basi per un altrettanto valido sviluppo, questa conclusione è più debole.
Intendiamoci, a conti fatti si tratta di una storia con uno sviluppo lineare e che fila liscia come l’olio per 220 pagine che intrattengono il lettore. Se la si legge con il solo e unico scopo di passare un’ora abbondante in santa pace per godersi un fumetto western (pratica più che rispettabile ed eseguita dalla quasi totalità dei lettori di Tex) se ne avrà una determinata impressione, se invece si prova ad analizzarla più a fondo, come dobbiamo fare qui, l’esito sarà un po’ diverso.
Per parlarne adeguatamente è necessario fare degli inevitabili
SPOILER
ergo, non proseguite oltre.
Iniziamo con ciò che funziona meno in assoluto, ovvero il villain Chogan. Dopo un esordio con i fiocchi e una certa sicurezza nei propri mezzi, nella parte finale dell’albo il Cheyenne si sgonfia rapidamente arrivando a lamentarsi e a implorare aiuto dopo essere stato sconfitto. Così facendo viene immediatamente declassato nella lunga sfilza di nemici solo chiacchiere e distintivo che affollano il panorama texiano. Si tratta della tradizione del fumetto seriale: i nemici non possono essere tutti dei portatori dell’apocalisse, è inevitabile che molti di loro vadano a riempire le file delle anonime comparse che si dimenticano dopo la chiusura dell’albo e Chogan rientra di diritto nell’elenco.
Venendo a Quercia Rossa, di fatto il vero protagonista dell’albo, in alcune scene viene rimarcata la sua età avanzata come un limite e lui stesso si lamenta del fatto che il cuore gli batte troppo forte e che le gambe non lo reggono, ma poi, a conti fatti, lo si vede affrontare e sconfiggere all’arma bianca guerrieri molto più grossi e con la metà dei suoi anni (!), trafiggere un nemico con una freccia mentre cavalca al galoppo (!!) saltare da un cavallo in corsa e atterrare su un avversario (!!!) e scalare una montagna (!!!!). La sua figura avrebbe tutti i crismi per essere epica e leggendaria: un anziano guerriero che ritrova la voglia di vivere solo per la vendetta. Tuttavia è la sceneggiatura stessa che lo rende quasi più letale di Tex e Carson e senza dubbio più pericoloso di Chogan, quindi anche tutta l’impalcatura drammatica non regge.
Per finire, poco convincenti sono anche Tex e Carson, i quali svolgono più un’azione di supporto a Quercia Rossa più che giocare un ruolo decisivo nella vicenda. Il che non è necessariamente un male, ma è proprio la personalità dei due pards che in questa storia è risultata un po’ appannata. Lo stesso Tex viene superato in termini di decisionismo da Quercia Rossa, il quale non è più il coprotagonista, ma il vero e proprio motore della vicenda: disubbidisce agli ordini dei pards e penetra nel campo nemico, è lui che ha l’idea di rifugiarsi sulla collina dove i Nostri si assediano, è lui a scoprire la fenditura nel terreno che porta il gruppo fuori dalla trappola ed è lui ad affrontare e ad uccidere Chogan. A Tex e Carson spetta praticamente il ruolo di spalla del vero protagonista.
Niente da dire invece riguardo ai disegni di Giuseppe Prisco, il quale si conferma in continua crescita sulle pagine del ranger. Il suo tratto è ancora in via d’evoluzione, ma il suo miglioramento è percepibile dai storia in storia e siamo certi che nel giro di qualche anno crescerà ulteriormente. Il suo tratto ruvido rende alla perfezione le atmosfere del vecchio west e sono sufficienti pochi tratti per rappresentare le emozioni dei personaggi e renderli vivi e reali. Il volto di Tex, da sempre l’ostacolo più ostico da superare per qualsiasi disegnatore, è rappresentato con dei lineamenti un po’ troppo giovanili, ma è davvero l’unico aspetto sul quale lavorare all’interno di una prestazione di alta caratura che conferma Prisco come un ottimo acquisto per lo staff del ranger.
Come concludere la recensione di questa storia? Ripetendo quello che abbiamo detto prima, ovvero che si tratta di una bella storia western che dona un’ora abbondante di piacevole lettura all’appassionato di Tex, ma che non riesce a decollare davvero e che, ad un’analisi più attenta, lascia un po’ in bocca quell’amaro sapore di occasione mancata.
Quercia Rossa: uno dei più bei personaggi nella saga di Tex.
Tex è il titolare della collana, ma il vero protagonista del dittico è senz’altro Quercia Rossa.
Peccato che si debba presumere che non comparirà in altre storie.