Vi presentiamo in anteprima il nuovo Tex Magazine, la pubblicazione annuale che da diversi anni a questa parte ha sostituito il buon vecchio Almanacco del West. La formula è quasi la stessa: oltre al consueto apparato critico e redazionale sui film, le serie televisive, i fumetti e i videogiochi a tema western dell’annata appena trascorsa e a qualche articolo di approfondimento, il Magazine presenta ben due storie di Tex (a differenza dell’Almanacco che ne aveva una). Doppia particolarità: la prima storia del Magazine è una vicenda classica con Tex protagonista, mentre la seconda, lunga circa una trentina di pagine, è un racconto che vede sotto i riflettori uno dei vari comprimari del mondo di Tex. Questa volta la storia principale è Maverick Bunch, per il soggetto di Carlo Monni, la sceneggiatura di Pasquale Ruju e i disegni di Fabio D’Agata, esordiente su Tex. La storia breve è Il ritorno del desperado di Mauro Boselli e Maurizio Dotti, incentrata sulla figura di Montales.
Veniamo a parlare delle due storie, sicuramente il piatto forte per la maggior parte dei lettori.
Maverick Bunch è una classicissima storia texiana fino al midollo: tra il Texas e il New Mexico imperversa il Maverick Bunch, una numerosa banda di fuorilegge che assalta i ranch della regione, mettendoli a ferro e fuoco e costringendo i proprietari (o meglio, i loro eredi), a svenderli per un pezzo di pane. Sulle loro tracce ci sono sia Tex Willer che il bounty killer Adam Walker, i quali hanno stretto un’alleanza per sgominare la banda. Ma Adam è un giovane misterioso, un cacciatore di taglie molto famoso nonostante la giovane età e la sua alleanza con Tex nasconde più di un segreto.
Reduce dalla storia Una colt per Manuela Montoya, Carlo Monni torna a realizzare un soggetto per Tex, questa volta più breve e conciso che va dritto al punto senza troppi fronzoli. Il fulcro della vicenda è una riflessione sul libero arbitrio e sul dilemma morale di un giovane uomo nel fiore degli anni che ha fra le mani il potere di decidere della propria vita. Sul tappeto steso da Monni si muove sicura la sceneggiatura di Pasquale Ruju che realizza il racconto lasciando che questo scorra senza troppi scossoni, prediligendo la qualità dei dialoghi e la linearità dello sviluppo rispetto all’overdose di colpi di scena, del tutto inutili in un contesto come quello del Magazine.
Versante disegni: Fabio D’Agata è un disegnatore che ha esordito alla fine degli anni ’90 lavorando con Ade Capone ai tempi della Star Comics. Dopo un lungo periodo di lontananza dal mondo del fumetto, D’Agata è rientrato nel settore con un albo de Le Storie intitolato Angela del 2018 su testi di Paolo Morales (scomparso nel 2013, e quindi trattasi di pubblicazione postuma).
Il lavoro di Fabio D’Agata, chiaramente ispirato a Claudio Villa, presenta senza dubbio dei buoni momenti, alternati ad altri che il disegnatore romano dovrà affinare nel prossimo futuro: se nelle scene notturne D’Agata dimostra di essere pienamente padrone della tecnica del bianco e nero, fornendo sicuramente la sua prova migliore, in quelle diurne si avverte ogni tanto un vago senso di vuoto, temperato dal fatto che la vicenda avviene in località prettamente desertiche. Allo stesso tempo, D’Agata compie un ottimo lavoro sia con i primi piani, penetranti ed espressivi (anche se qualche volto, come quello di Ella, cambia più volte), sia con le vignette dove i personaggi sono ritratti in posa plastica, quasi fotografica. Nelle scene in cui si prova ad allargare l’inquadratura, oppure in quelle d’azione che richiedono una stretta continuità narrativa, il disegno mostra delle incertezze sulle quali il disegnatore avrà comunque modo di ritornare in futuro.
In definitiva, un buon racconto western che conferma la qualità di Carlo Monni come soggettista di Tex e apre la strada a Fabio D’Agata per ulteriori storie sul ranger.
Il ritorno del desperado di Mauro Boselli e Maurizio Dotti è una breve storia di una trentina di pagine in cui vediamo Montales, il desperado del titolo, scendere sulla pista della vendetta nel nome della propria famiglia trucidata ai tempi della guerra civile. Boselli, come di consueto, spazia abilmente nel passato dei personaggi storici, andando a ripescare anche alcune vicende di vecchi classici di GL Bonelli, e non perde occasione per inserire il giovane Tex Willer dell’omonima serie in alcune scene della vicenda. In sintesi, una bella storia in cui si vede di nuovo Montales riprendere i panni, seppure limitatamente, dell’uomo d’azione, anche se fra le storie brevi di Boselli non raggiunge il livello di quella su Jim Brandon apparsa nello scorso Magazine.
Il lavoro di Maurizio Dotti è ottimo come di consueto, a parte qualche segno di frettolosità ogni tanto che non inficia particolarmente il risultato finale.
Riguardo all’apparato critico e redazionale, il Magazine continua a risultare poco convincente per quanto riguarda la carrellata di film, serie televisive e videogiochi, tutti quanti trattati molto rapidamente e senza approfondire troppo le singole opere. Discorso diverso per quanto riguarda le pagine legate agli approfondimenti sulle figure dei desperados e dei rivoluzionari messicani, incluso quindi il fittizio Montales, realizzati con la consueta professionalità da Maurizio Colombo e Luca Barbieri.
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