A inizio giugno è stato pubblicato Una colt per Manuela Montoya, il nuovo albo di Tex che rappresenta la prima parte di una storia doppia che terminerà il mese prossimo. L’albo ha una particolarità: il soggetto è di Carlo Monni, avvocato aretino appassionatissimo di Tex, mentre la sceneggiatura è di Mauro Boselli. I disegni sono di Mauro Laurenti, qui al suo esordio sulla serie regolare dopo una rapida incursione sul Color Tex di storie brevi.
Questo albo mi permette di fare un piccolo approfondimento che per gli appassionati è abbastanza ovvio, ma che è sempre bene ribadire: che differenza c’è tra soggetto e sceneggiatura?
Il soggetto è, stringendo molto, la storia vera e propria. Lo potremmo definire un grosso riassunto, un piccolo testo di una manciata di pagine in cui vengono descritti gli avvenimenti, i personaggi, lo svolgimento e il finale.
La sceneggiatura invece è la messa in pratica di questo soggetto per il medium del fumetto. Lo sceneggiatore prende il soggetto, lo scansiona in sequenze, decide che da pagina 1 a pagine 5 succedono certe cose, da pagina 6 a 10 ne succedono altre e così via.
(chiedo perdono a tutti i soggettisti e sceneggiatori morti nel leggere queste semplificazioni)
Solitamente, soggetto e sceneggiatura sono opera dello stesso autore, ma in questo caso non è così. Il soggettista è un esterno, ovvero un autore che solitamente non si occupa di fumetti, mentre lo sceneggiatore è Mauro Boselli, il curatore della serie da quasi dieci anni.
Una colt per Manuela Montoya – Tex n.728
Soggetto: Carlo Monni
Sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Mauro Laurenti
Copertina: Claudio Villa
Sinossi: Kit Willer si imbatte in Manuela Montoya, sua vecchia fiamma risalente alla storia I due rivali scritta da GL Bonelli e disegnata da Erio Niccolò, la quale ha bisogno di aiuto per fronteggiare Domingo Torres, spietato ranchero che vuole mettere le mani sulle terre che lei ha ereditato dal padre recentemente scomparso. Kit e Manuela si alleano per affrontare Domingo, mentre, poco lontano, Tex Willer e Kit Carson sono sulle tracce di una banda di criminali.
La miscela ottenuta tra il soggetto di Carlo Monni e la sceneggiatura di Mauro Boselli produce un risultato tutto sommato gradevole.
Monni delinea un racconto che prende le mosse da I due rivali, ma mentre la storia di Bonelli risente di una probabile scarsa convinzione dell’autore, qui abbiamo un racconto realizzato ad hoc che punta i riflettori sul rapporto tra Kit e Manuela ad alcuni anni di distanza dal loro primo incontro. Entrambi sono più maturi e scafati, più consapevoli di loro stessi e più esperti. Il risultato non è un seguito che copia pedissequamente il primo, ma ne porta avanti la narrazione, esplorandola più in profondità e aggiungendo qualcosa di nuovo.
Le varie scene con Kit e Manuela rappresentano il punto forte dell’albo ed è palese che i due autori vi si sono istintivamente concentrati di più.
La parte più classicamente western, quella con protagonista Tex e Carson, invece, sa più di ordinaria amministrazione: non ci dice nulla di nuovo ed è poco più di un pretesto per agganciarvi la linea narrativa di Kit e Manuela. Diciamo che, almeno per questo primo albo, le parti si invertono rispetto a I due rivali: se nel capostipite tutta la love story tra Kit e Manuela è raccontata con fatica e risulta poco convincente, mentre quando Tex entra in scena le cose cambiano, qui sembra essere il contrario.
Sul piano dei disegni, Mauro Laurenti è un disegnatore di grande esperienza che ha lasciato il segno sia su Zagor che su Dampyr, serie per la quale ha disegnato poco, ma quasi sempre storie fondamentali per la collana. Su Tex è alla seconda prova sulla lunga distanza, e la prima era una storia breve di una trentina di pagine. Il risultato è buono, ma siamo comunque lontani dalle vette che Laurenti ha raggiunto in passato. La sua capacità di ritrarre le donne è ovviamente indiscutibile e l’inquadratura delle gambe accavallate di Manuela Montoya si farà ricordare a lungo. La resa dei personaggi è in generale soddisfacente, così come la gestione delle inquadrature e dei movimenti, anche se in alcune vignette si nota una compressione delle figure forse imputabili ad una conseguenza della riduzione delle tavole per la stampa.
Complessivamente siamo di fronte ad un albo che garantisce una piacevole mezz’ora di lettura, ma lo sbilanciamento delle due linee narrative è evidente e questa sarà una delle cose su cui si dovrà lavorare in futuro.
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