Vi presentiamo in anteprima la recensione del nuovo albo di Tex Willer intitolato Atascosa Mountains. I testi sono di Jacopo Rauch, al suo esordio su questa serie, mentre i disegni sono di Roberto De Angelis, attualmente alla sua terza storia su questo mensile, storia che, con i suoi tre albi, lo porterà in testa alla classifica dei disegnatori più presenti sulla collana.
Questa volta trasgrediamo volentieri la nostra regola di presentare la recensione delle storie di Tex Willer alla conclusione. I motivi sono ben due: il primo è che questa storia dura solo tre albi, quindi evitiamo di trascinarci dietro i commenti per mesi e mesi. Il secondo è che si tratta di un esordio illustre sulle pagine della serie.
Atascosa Mountains – Tex Willer n.34
Soggetto e sceneggiatura: Jacopo Rauch
Disegni: Roberto De Angelis
Copertina: Maurizio Dotti
Dopo trenta numeri scritti esclusivamente da Mauro Boselli, creatore e curatore della collana, e quattro scritti da Pasquale Ruju, suo sodale sulla serie madre, ecco che fa il suo esordio un terzo autore: Jacopo Rauch, classe 1970, è da parecchi anni uno dei più apprezzati sceneggiatori di Zagor, collana per la quale ha scritto numerose storie via via sempre più importanti nell’economia della serie. Dopo una così lunga militanza nella foresta di Darkwood, iniziata addirittura nel 1999 (anche se le storie verranno pubblicate solo a partire dal 2002), era logico un passaggio (parziale, perché con gli sceneggiatori è più semplice) alla serie ammiraglia di casa Bonelli, ovvero Tex. Dopo qualche storia breve pubblicata su Color e Magazine, è arrivato il momento dell’esordio sul mensile a inizio 2020 con la storia I forzati di Dryfork disegnata da Giuseppe Prisco, anch’egli ex zagoriano, mentre questa Atascosa Mountains segna il suo passaggio su Tex Willer.
Rauch è forse lo sceneggiatore giovane, benché abbia appena superato i cinquanta, che più incarna il mito del fumetto d’avventura targato Bonelli: le sue trame sono classiche e lineari, improntate all’avventura e ricche di azione. L’intreccio è solido senza risultare complesso e ad ogni storia sono presenti numerosi comprimari molto ben caratterizzati sul profilo psicologico senza però mettere in secondo piano il protagonista principale.
Pur senza voler fare paragoni troppo azzardati, possiamo dire che Rauch sia uno sceneggiatore che deve molto all’opera moderna di Mauro Boselli, ma con lo spirito salgariano che caratterizza l’opera degli autori classici di casa Bonelli.
E in questa storia riversa entrambi gli aspetti sopra citati.
Tex si imbatte in Lenny Baxter, un giovane uomo prigioniero dei Coyoteros che lo stanno torturando. Non potendo permettere che ciò accada, Willer interviene per liberarlo e poco dopo scopre che Lenny è un fuorilegge come lui, ex ladro di cavalli che sta cercando di far fortuna come baro senza troppo successo. Ferito dai Coyoteros, Lenny ha bisogno di cure e chiede di farsi portare alla capanna del cugino Rufus. Una volta giunti sul posto, i due scoprono che Rufus è in combutta con altri uomini per organizzare una rapina nella banca di Tubac. Quando cercando di coinvolgere Tex nella rapina, le cose precipitano.
Già da questo semplice albo di alcune decine di pagine Rauch dimostra di padroneggiare molto bene il giovane Tex Willer inserendolo in diverse situazioni tipiche di questa serie, in particolar modo gli eventi che si verificano a causa dello status di fuorilegge del ragazzo. Pur senza fare spoiler, diciamo che Rauch sul finale mette Tex in una situazione molto difficile e sarà interessante vedere come riuscirà a sbrogliare la matassa.
Benché sia necessario attendere la fine della storia per dare un giudizio definitivo, per ora possiamo affermare senza problemi che Rauch ha superato appieno la prova su Tex Willer.
Riguardo ai disegni, De Angelis si conferma un ottimo interprete per il giovane fuorilegge tratteggiando con la consueta professionalità i territori dell’Arizona meridionale (nel caso ve lo steste chiedendo: sì, le Atascosa Mountains e Tubac esistono davvero) e spazzando via ogni perplessità residua circa la sua capacità di rappresentare il West. Bene anche la varietà di facce presenti su questo albo: ognuno dei brutti ceffi incontrati da Tex ha una propria rappresentazione grafica ben precisa che lo rende unico e riconoscibile pur nel numero tutt’altro che risicato.
Come ripetuto anche sopra, ci sono altri due albi da aspettare, ma per il momento possiamo dire che troviamo di fronte ad un’avventura con i fiocchi che magari non andrà ad influire più di tanto sulla continuity della serie, ma che garantirà al lettore dei piacevolissimi momenti di lettura.
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