28 luglio… e aggiungo che per fortuna luglio sta finendo visto che stare dietro alle uscite Bonelli è stata una mezza impresa (e non direi di esserci riuscito totalmente tra l’altro!), quindi nonostante il ritardo cronico ma senza più particolare paura di spoiler eccovi le mie impressioni senza alcuna pretesa di completezza de Il vampiro di Vienna numero 377 di Martin Mystère (terzo numero del nuovo-nuovo corso) a firma di Davide Barzi e di Walter Venturi.
Il vampiro di Vienna
Soggetto e sceneggiatura: Davide Barzi
Disegni: Walter Venturi
Copertina: Giancarlo Alessandrini
Nuovi artisti, formula collaudata, esito assicurato!
Lo ripeto per la terza volta, questo ennesimo rilancio di MM ha un sapore antico e nello stesso tempo riesce ad essere fresco. Merito in questo caso della sceneggiatura senza sbavature (ma anche senza troppi ‘spiegoni’) di Barzi (ah proposito… procuratevi la riedizione cartonata di pregio del suo Il cuore di Lombroso coi disegni di Francesco De Stena) e ai disegni molto convincenti di Walter Venturi che pare trovarsi proprio a suo agio con il detective dell’impossibile. La storia ci riproietta in una altro cult della quasi quarantennale serie di MM: quel vampiro che si aggirava malinconicamente tra le vie di New York! Ma ovviamente lo spunto è rinnovato con intuizioni e percorsi che promettono di portarci ad una bella seconda parte che si intitolerà Dopo mezzanotte… ah no… Gli uomini in rosso! (Curiosa correzione in corso d’opera tra quanto annunciato a fine del fumetto e quanto anticipato dalla terza di copertina! Un mio parere? Meglio il primo titolo!).
La corteccia di frassino…
Ecco ho detto che tutto funziona benissimo, ma forse l’archivista (pur giovane e forte) che ficca il pugnale di frassino nel vampiro… è un passaggio da salto carpiato triplo della sospensione dell’incredulità, certo preceduto da due battute che giustificano il possesso da parte della graziosa Francisca Delgado dello stiletto di frassino… certo… ma mi resta l’effetto straniante anche se parliamo di fumetti e quindi ‘quasi’ tutto è lecito.
Ammirate p.56!
Diamo a Cesare quel che è di Cesare e quindi a Venturi quel che è di Venturi. La pagina 56 (qui sopra dal preview del sito SBE) è un pezzo di bravura fumettistica. Le tradizionali vignette con gabbia bonelliana diventano 5 inquadrature che raccontano tutto con una essenzialità che non riduce di una virgola la drammaticità: inquadratura della ragazza e sotto inquadratura del taglio al braccio a sinistra, occhi iniettati di sangue e bocca aperta con i canini in bella vista a destra e sotto il vampiro ‘umano’ che scappa e la silhouette della ragazza in primo piano. Complimenti a Barzi che pensò e a Venturi che disegnò!
Gli Hamish
Immortalati per sempre nello stupendo The Witness di Peter Weir, il contesto di vita e sociale degli Hamish ha ormai una sua tradizione bonelliana. Dopo Dampyr ecco Martin Mystère (e The Witness è citato quasi letteralmente da Recchioni nell’ultimo speciale invernale di Tex Willer). Perché questo successo? Perché si tratta di un ambiente chiuso, bloccato nel tempo dove la percezione dell’altro è esasperata e dove la semplicità e frugalità è sinonimo di solidarietà ma anche di assenza di dialogo e confronto. Una contraddizione che scatena tensioni narrativamente molto efficaci.
Post Scriptum cappiano: continua il romanzo d’appendice e questa volta rivediamo in azione Martin Mystère sempre raccontato da un punto di vista misterioso e sempre con un legame forte con le vicende personali di Martin e con i suoi rapporti con gli Uomini in Nero. Funziona? Per me sì, nonostante la difficoltà oggettiva di stare dietro alla trama di mese in mese. Ma non sono più così giovane e forse è colpa mia!!!
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