Avventura in Ecuador è la storia che va a concludere il primo anno di vita editoriale di Mister No (si inizia nell’11 e si chiude a metà inoltrata del 12), ma sullo sguardo sull’anno ne parlerò nella prossima Mister No Story! Per ora i miei appunti guardano all’ennesima prova divertente e vincente della coppia Guido Nolitta e Franco Bignotti. Per cui bando alle ciance e passiamo alle mie pennellate veloci!
Avventura in Ecuador n.11
Soggetto e sceneggiatura: Guido Nolitta
Disegni: Franco Bignotti
Copertina: Gallieno Ferri
Ma ci sarà un cliente buono??
Ancora una volta le avventure o meglio i guai al povero Jerry capitano per i suoi clienti tutt’altro che onesti. Prima Mister Taft che si rivela essere uno spacciatore abituale di soldi falsi poi Loger che da fotografo mostra la sua vera identità di killer professionista. Ma a parte gli scherzi, questi sono gli aspetti da ‘commedia degli equivoci’ che diventano ricorrenti e servono a dare fiducia al lettore seriale. Nolitta che già li ha usati con Cico in particolare in apertura a tante storie di Zagor, fa lo stesso anche con Mister No.
Cambi di prospettive
Inoltre in questo caso la doppia vicenda che ho già descritto sopra, si unisce anche la giravolta da voltagabbana di Johnny Ricardo nelle ultime tavole dell’episodio: tutto può essere ribaltato e niente è come sembra nella società sudamericana che Nolitta ci sta raccontando. Ed è proprio questo aspetto ambiguo e infido che serve a mettere ancora di più in risalto la ‘purezza’ di fondo di Mister No. Sarà un ubriacone, sarà un attaccabrighe, sarà un donnaiolo impenitente, ma una cosa sicuramente non è Jerry: non è un falso, non è un ipocrita. Per lui vale il motto di dire ‘pane al pane e vino al vino’ e questo lo rende – suo malgrado – inviso ai più e odiato dalla società corrotta che lo circonda.
Atterraggi in un fazzoletto di terra
A pagina 63 abbiamo un altro motivo ricorrente della serie: gli atterraggi in spazi ristretti e improvvisati in cui Mister No dimostra tutte le sue incredibili dote di pilota (queste davvero uniche, forse il vero ‘superpotere’ di Jerry!). E spesso dopo l’atterraggio la dichiarazione tipica del nostro eroe in risposta al cliente che temeva di sfracellarsi: «Ah! Ah! Se questo può consolarvi, vi dirò che ho pensato la stessa cosa!» (p.64)
Una guida turistica del Sudamerica in brevi tavole
Pagina 4 è un’altra firma tipica del racconto nolittiano (e poi bonelliano): tre vignette lunghe a occupare il posto delle classiche 6. Una inquadratura dall’alto con pipier volante; una vista di un monumento nella sua visione frontale; una inquadratura che mette al centro le persone spesso con un ulteriore abbassamento del punto di visuale. Così si presenta a noi Quito con tre vignette mute e tre didascalie e così abbiamo già visto Manaus e poi vedremo Belèm, Bogotà, e altre città e luoghi del Sudamerica. C’è una precisa volontà di mostrare qual è la location della storia e nello stesso tempo c’è un intento didascalico ossia di far conoscere luoghi e realtà così diverse della nostra (eppure anche con tanti punti di contatto).
0 commenti