Attica 04 di Giacomo Keison Bevilacqua (febbraio 2020)

Scritto da Paolo M.G. Maino

22 Apr, 2020

Alla fine non ho resistito e non potendo recarmi in nessuna fumetteria, mi sono procurato tramite lo shop online della Bonelli il numero 4 e il numero 5 di Attica come forse avete potuto vedere nel video di unboxing (oltre ad Attica mi sono arrivati anche altri fumetti per bilanciare in parte i mancati acquisti a Cartoomics). Allora eccoci qui a parlare del 4° volume della miniserie ideata, scritta e disegnata da Giacomo Keison Bevilacqua (con il supporto di Giovanni Masi e di Emilio Lecce oltre che dal lettering di Marina Sanfelice).

Attica 4

Attica 04

Soggetto, sceneggiatura e disegni: Giacomo Keison Bevilacqua

Ho già detto più volte come Attica sia per me la grande novità targata Bonelli degli ultimi mesi: formato manga inedito, storia di avventura come piace in Bonelli, un taglio vivace e brioso che sa guardare anche ai lettori più giovani che potrebbero forse essere attratti in fumetteria proprio dal formato e anche dall’autore, quel Bevilacqua di A panda piace che su Instagram ha un seguito importante. E poi aprendo le pagine i ragazzi potrebbero anche facilmente identificarsi nei protagonisti che per 3/5 sono dei ragazzi dall’apparenza comune ma dai poteri notevoli. Un modello che può ricordare alcuni personaggi dei New Mutants o anche il giovane Spider-Man uniti ad un certo gusto manga di trattare di vicende adolescenziali. 

Se proprio devo pensare ad un personaggio Bonelli e ad una serie Bonelli come antecedente di Attica, l’unico che davvero mi viene in mente è Gea di Luca Enoch: linguaggio giovanile, romanzo di formazione, poteri misteriosi da scoprire a poco a poco, una lotta cosmica che si rivela numero dopo numero, un destino da compiere e nello stesso tempo la libertà individuale da rispettare, difesa dei diritti civili e delle libertà e lotta a qualsiasi forma di tirannide e anche un ‘capo’ senza volto che ha un rapporto ‘a distanza’ con i protagonisti (lo so il termine a distanza purtroppo ora è abusato per le vicende del COVID…), così è per Gea e così è per Kat in particolare.

Nel 4 numero finalmente la banda dei 4 si trasforma nel gruppo dei Cinque preannunciati fin dal prologo e il quinto braccio alzato al cielo contro le ingiustizie del presidente Ino svela la sua identità, ma solo nel finale e quindi a beneficio di chi non ha letto e non ha sbirciato la copertina del quinto volume non ne parlerò proprio.

In realtà al centro della vicenda o meglio a condividere il ruolo di protagonista con i nostri folli eroi, c’è proprio il presidente Ino di cui scopriamo i poteri, la vera natura e anche parte del suo passato.

Descrivere Ino vuol dire anche entrare nelle basi ‘fantasy’ del racconto di Attica. Ci viene spiegato (e questo direi che non è spoiler) che nel mondo convivono due specie: i bordochiaro (noi comuni mortali senza poteri) e i bordoscuro (o semplicemente gli scuri) ovvero le persone che hanno poteri come i Cinque destinati ad abbattere il muro. Niente di nuovo (la dicotomia babbani/maghi di harrypotterriana memoria è una variante sul genere), ma si tratta di una spiegazione assolutamente logica e funzionale e soprattutto necessaria ora prima dello showdown finale. Inoltre questa rivelazione consente di capire ancora di più le ragioni del cattivo presidente Ino.

C’è poi un ultimo interessante elemento di novità in questo numero: entriamo in Attica e dopo averne sentito parlare sempre in modi ipercritici dal giornalista di grido Aureliano, capiamo anche il castello di falsità su cui è costruita e lo facciamo attraverso gli occhi di Kat che da sempre ha sognato di entrare (o meglio di rientrare) in questa presunta città-ideale. In questo elemento narrativo si nasconde o meglio si rivela l’aspetto più impegnato del fumetto di Bevilacqua. I racconti distopici hanno sempre infatti l’obiettivo, dietro e dentro al piacere della narrazione, di far riflettere su deviazioni negative e su tendenze autodistruttive o inegualitarie della nostra società presente (ma su questo tema tornerò nella nostra newsletter quindicinale e quindi iscrivetevi!).

Bevilacqua

In questo crescere di drammaticità non si perde però quella caratteristica di leggerezza che continua a trasparire sempre dai dialoghi spesso surreali o antifrastici dei personaggi e dei ragazzi in particolare. Ma oltre all’ironia del linguaggio c’è ancora spazio per ironie di situazioni che fanno capolino anche in mezzo a scene di azione e alta tensione (come il rocambolesco ingresso in Attica dei ragazzi e di Neto).

Una nota finale sui disegni. Sempre puliti, sempre efficaci, sempre funzionali alla narrazione. Da applausi la doppia immagine da panorama su Attica e sul suo muro, come anche la doppia splash page che pone al centro lo scoordinato volo di Cilla oltre le mura, e da ultimo tra le tante pagine da citare anche la splash page singola di Kat che ha appena capito la natura della vita sociale di Attica.

Un altro numero che in sintesi conferma la cura di questo prodotto così nuovo eppure così bonelliano nell’essere contemporaneamente autoriale e popolare.

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