La mente assassina – Zagor n.657 (aprile 2020)

Scritto da Francesco Benati

23 Apr, 2020

Ed è con La mente assassina, il nuovo Zagor di aprile, che si conclude la storia di Moreno Burattini e degli Esposito Bros iniziata a metà dell’albo di febbraio. Nel numero in corso inizia anche la nuova storia di Francesco Altariva e di Fabrizio Russo che proseguirà nei mesi di maggio e giugno. 

La prima parte, come già detto, vede la conclusione della storia dedicata al ritorno di Sophie Randall, la figlia di Skrull, detto il mutante, vecchio personaggio creato da Marcello Toninelli all’inizio degli anni ’80. Lo spietato assassino dai sovrumani poteri mentali, morto alla fine della seconda storia del ciclo, uscita nel 2006 per i testi di Burattini e i disegni di Marco Verni, ha ceduto il proprio testimone alla figlia, la bella Sophie, la quale si sta rivelando sua degna erede.

Alessandro Piccinelli

La mente assassina – Zagor n.657

Soggetto e sceneggiatura: Moreno Burattini, Roberto Altariva

Disegni: Esposito Bros., Fabrizio Russo

Copertina: Alessandro Piccinelli

Riassunto degli episodi precedenti: Sophie Randall evade dal manicomio in cui era rinchiusa grazie a delle visioni in cui il padre la incitava a vendicare la sua fine. Diretta a Darkwood intenzionata ad uccidere Zagor, Sophie inizia a mietere vittime a ripetizione, prendendo sempre più gusto ad massacrare gli innocenti e iniziando a perdere sempre di più il controllo sulla propria già instabile sanità mentale. Sulle sue tracce, oltre a Zagor e Cico, anche diversi altri personaggi, come la bella Chloe, un’agente di Altrove in incognito. Nel corso del suo viaggio cosparso di sangue, Sophie arriverà a ridosso del villaggio dei Mohawk guidati da Tonka.

Ed è proprio nel villaggio indiano che si svolge la parte conclusiva dell’avventura, uno scenario senza dubbio adatto allo scopo in cui convergono tutti i personaggi della vicenda. 

Esposito Bros

Purtroppo, non tutto fila per il verso giusto e il finale risolve l’intera storia in una manciata di vignette lasciando un po’ l’amaro in bocca per un’ultima parte un po’ sottotono. Senza spoiler, possiamo dire che la conclusione risente un po’ del fatto che manchi un vero e proprio colpo di scena finale capace di far esclamare wow! al lettore e l’unica rivelazione che, in sostanza, pone fine alla storia è abbastanza telefonata e non scalda gli animi più di tanto.

Purtroppo non posso fare ulteriori commenti per non incappare in incauti spoiler, non vi resta che leggere l’albo.

Buoni come sempre i disegni degli Esposito Bros, fra i più prolifici disegnatori di Zagor degli ultimi anni, con ben quattro storie messe a segno dal 2018 ad oggi. Alcuni loro difetti come una certa sproporzione nelle figure sono stati limati nonostante, parole loro, abbiano viaggiato a ritmi forsennati per consegnare le ultime tavole in tempo.

Fabrizio Russo

Le radici dell’odio

L’avvio della successiva storia di Altariva e Russo è davvero promettente: il soggetto dello scontro fra comunità di neri liberi e coloni bianchi è vecchio come il mondo, ma Altariva, al suo esordio sulla serie mensile dopo una certa gavetta fra gli albi extra, vi pone delle solide basi storiche che la rendono molto interessante. 

Zagor e Cico arrivano a Nova Spech, cittadina in cui la tensione fra bianchi e neri, accusati delle peggiori nefandezze, è ai massimi storici e i due amici vi si ritrovano in mezzo. La storia proseguirà per altri due albi, quindi si preannuncia uno sviluppo interessante.

Per ora non ha senso dire molto, se non che Altariva si conferma un bravo sceneggiatore che conosce bene Zagor e il suo universo. Dopo un rapido prologo, la storia comincia a prendere forma con l’introduzione delle varie comunità e del loro equilibrio precario. Il lungo flashback di stampo storico è funzionale al racconto e fornisce le basi per gli sviluppi futuri.

Giudizio buono, ma con riserva, per i disegni di Fabrizio Russo.

Nel complesso sono molto buoni, sia chiaro, ma la sua rappresentazione di Zagor è molto altalenante: si passa da primi piani quasi perfetti ad altre vignette in cui sembra che sia stato disegnato un altro personaggio. 

Uno dei motivi, direi, è che la storia è stata iniziata diversi anni fa, quando magari il disegnatore non aveva ancora inquadrato del tutto il personaggio, ed è stata conclusa ora. Basti vedere lo Speciale Zagor illustrato da Russo per ritrovare una versione di Zagor più omogenea.

Fabrizio Russo

Detto questo, niente da dire: lo stile di Russo sembra perfetto per l’avventura, non a caso ha realizzato a lungo Dampyr, e le atmosfere da vecchio sud un po’ alla Via col vento gli si addicono.

L’inizio promette bene, insomma, perciò attendiamo con piacere la prossima parte.

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