Una recensione Tesla a Tesla

10 Dic, 2019

I nostri Chiara Cvetaeva e Giacomo Mrakic ci offrono una nuova recensione antilogica che questa volta si rivolge ad un nuovo prodottoIndie Comics ovvero quel Tesla and the Secret Lodge di cui abbiamo già parlato varie volte (qui un’intervista allo sceneggiatore Alberto Conte e qui un’altra all’ideatore Andrea Corbetta). Come al solito la lettura dei due nostri arguti blogger aggiunge sfumature e sostanza! Seguiteli! (Paolo MG Maino)


CHIARA: La pazzia, talora, sa rendersi fascinosa. La pazzia ispirata, quasi sempre, sa rendersi irresistibile.

Nikola Tesla è stato forse il maggior compendio vivente di follia e ispirazione. Da qui mi spiego perché, a quasi ottant’anni dalla sua morte, la mitografia intorno alla sua persona non abbia conosciuto battute d’arresto, anzi: soprattutto negli ultimi anni, abbiamo assistito a una fioritura rigogliosa. Già con Fallout 3, il seme dell’eredità tesliana aveva cominciato a dare frutto nella flora videoludica.

Tesla ha prestato il suo nome a un’auto e a un aeroporto internazionale (quello di Belgrado). Alla sua vita è stata dedicata una recentissima biografia a fumetti, edita nel 2018 da Beccogiallo (Nikola Tesladi Sergio Rossi e Giovanni Scarduelli). Sul suo operato, getta un fascio di luce l’immane Tesla Exhibition che ha aperto i battenti a Milano appena due mesi fa. A ben pensarci, questa vagonata di riconoscimenti postumi conferma la regola non scritta per cui: tira più un Nobel Mancato che non un’onorificenza delle reali Accademie svedesi.

 

GIACOMO: La follia non è solo quella musicale di Corelli, né quella dei cicli degli alienati di Géricault o di Goya: è quella situazione della mente che porta a squarciare il presente sensibile per osservare, con atteggiamento aruspicino, il futuro imprevedibile.

Questo è ciò che è stato Nikola Tesla, personaggio talmente controverso e importante da essere conteso da tutti e da nessuno. Vissuto come un emarginato, morto come un reietto in maniera alquanto misteriosa, Tesla attraversa quel meraviglioso periodo a cavallo dei due secoli “breve” e “lungo” secondo la definizione di Hobsbawm, come un corpo estraneo nell’atmosfera, destinato a bruciarsi in una brillante vampata.

Non tutti sanno per esempio che il sistema a corrente alternata, molto più efficiente, fu teorizzato proprio da Tesla, a differenza del sistema a corrente continua, inventato da Edison, il quale, da bravo squalo finanziario, per cercare di screditare il collega, arrivò addirittura a sperimentare la corrente alternata quale metodo di esecuzione (e fu così che nacque la sedia elettrica) nel tentativo di convincere le autorità della presunta pericolosità della corrente alternata arrivando ad uccidere un elefante del circo, Topsy.

Le invenzioni di Tesla sono numerose e riconosciute, ma è nel campo delle pseudoscienze che lo scienziato Austro-Ungarico naturalizzato Statunitense, dette il meglio di sé, lasciando una serie di prototipi tali da renderlo un personaggio quasi mitico, legato al mondo delle teorie del complotto e della New Age.

È naturale pertanto che una figura del genere, oltre a creare e a lasciarci degli stereotipi ormai consolidati nelle arti visive (sfido a non trovare un film dove vi sia uno scienziato pazzo senza che nel suo laboratorio vi sia una bobina di Tesla), abbia stuzzicato e solleticato l’interesse di numerosi autori, anche nel campo del fumetto.

 

 

 

CHIARA: Per farla breve, caro socio, questo genio eterodosso del Novecento, continua a esercitare un fascino a lunga gittata, ed è proprio nel segno di questa fascinazione planetaria che nasce Tesla and the secret lodge

Malgrado i precedenti di cui abbiamo restituito una rapida panoramica, il Tesla dell’officina Garage Autoproduzioni ha una nota di singolarità che si fa garanzia della sua freschezza: si tratta di un Tesla trasfigurato in “eroe” da fumetto indie, intorno al quale si compatta un improbabile consorzio di cervelloni. Questa formidabile squadra, con Tesla nel ruolo di giocatore-pivot, lavora intorno a una missione segreta che ha come posta in palio la salvezza del genere umano, e fin qui nessuno balzerà dalla sedia. 

Tesla and the secret lodgeinfatti, si salda a un filone narrativo di lunga tradizione, in cui storia, finzione e avventura fluiscono in un solo corso. L’associazione più immediata, considerando questa formula, è con La lega degli straordinari gentlemen di Alan Moore. Anche in questo caso, la resa storica degli ambienti punta a un rigore quasi filologico, e la platea dei personaggi vede scienziati, politici, uomini di lettere (Mark Twain) e uomini altamente letteraturizzati (Wyatt Earp).

Scene d’azione al cardiopalmo, scambi fulminei di battute, spiegazioni né troppo avare né troppo debordanti, completano il quadro, e sin dal numero 0 ci danno un saggio di cosa ci riserva l’avvenire, ancora incerto, della serie. Se mi si passa la similitudine da bar, Tesla non si legge, si scola come una Peroni ghiacciata in pieno agosto, e al pari della birra fresca, non placa l’assetato: semmai gli fa subito venire voglia di ordinare un’altra pinta.

 

GIACOMO: Il genere Steampunk, con la sua corrente ucronica, ci regala da sempre succulenti what if che, parzialmente, non solo rendono omaggio a questo interessante scienziato, ma gli forniscono una sorta di glorificazione postuma, dandogli i riconoscimenti che gli furono negati in vita.

Tesla and the secret Lodge è quindi un interessante esperimento editoriale che merita una lettura e una più approfondita ricerca. Strizzando un occhio a generi già conosciuti ma di nicchia, come appunto la saga di Alan Moore che hai già ricordato, il fumetto riesce a trasportarci in un universo alternativo dove la genialità di Tesla viene realmente messa al servizio dell’umanità, insieme ad altri personaggi storici/letterari che ben si amalgamano tra loro.

Un fumetto del genere, in un momento storico e culturale come questo, dove la lettura dei classici tende ad essere trascurata e certe figure storiche passano in secondo piano rispetto ad influencer instagrammer, è un potente e interessante azzardo, che merita di essere ripagato con la fiducia di chi crede che certi periodi storici e certi generi letterari, anche fumettistici, non perdano mai la loro poesia.

 

 

CHIARA: Un altro aspetto che è doveroso far presente, ragionando di Tesla, riguarda la maniera con cui il fumetto-manufatto è stato concepito e confezionato. Di pagina in pagina, infatti, si può respirare una frizzante ventata d’aria internazionale (ma preferisco rinviare alla scrupolosa analisi già fatta da Paolo per le colonne del nostro blog FumettiAvventura). 

Cecilia Formicola, la giovanissima e promettente illustratrice, guarda con disinvoltura al mondo dell’animazione, molto vitale oltre l’arco alpino, dove intrattiene da sempre un filo diretto col mondo dei comics. Si pensi alla recente produzione netflixiana  Dov’è il mio corpo?, primo lavoro d’animazione del fumettista francese Jérémy Clapin, cui la colorazione di Tesla ha fatto per certi versi ripensare. Quest’asse tra cartoon balloon è cosa buona e giusta, e lo saluto con grande favore.

Piccola osservazione conclusiva: i paratesti del numero 0 aprono una finestra di grande interesse per chiunque voglia farsi un’idea della lunga marcia che un’idea deve seguire per diventare un testo a stampa. Ci troviamo dinanzi a un’equipe di professionisti, in cui nessuno posa da prima donna o rivendica il titolo d’autore plenipotenziario. 

In quest’autoproduzione ad alto tasso di professionalità, insomma, c’è aria di famiglia.  A ogni tavola, si rende percettibile un clima di affiatato cameratismo, in cui slancio ed entusiasmo si comunicano al lettore. Facendogli venir voglia di sostenerla, questa scatenata dozzina.

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