Il parco – Cani Sciolti n.13 (novembre 2019)

Scritto da Paolo M.G. Maino

21 Nov, 2019

Un po’ dispiaciuti per la notizia della chiusura dell’edizione da edicola di Cani Sciolti, presentiamo il tredicesimo, nonché penultimo numero di questa interessante e coraggiosa serie della collana Audace della Sergio Bonelli Editore (collana che, per inciso, pare ormai destinata solo alle edizioni da libreria o da fumetteria, visto che con il numero 8 di Darwin tra poche settimane non ci sarà più nessun fumetto della Audace nelle edicole).

Come ben sapete, la serie Cani Sciolti racconta le vicende dell’Italia attorno agli anni cruciali del 1968 (ma con molti collegamenti a tempi più recenti o anche ad un passato più lontano) attraverso gli occhi e le esperienze di alcuni ragazzi che si conoscono nel maggio del 1968 e continuano da quel momento a condividere momenti della loro vita e soprattutto un certo impegno sociale. La serie è stata impostata su coppie di albi (tre delle quali hanno avuto già una bella edizione cartonata di ampio formato da libreria) caratterizzate da un preciso focus e dalla mano dello stesso disegnatore.

 

 

Il parco –  Cani sciolti n. 13

Soggetto e sceneggiatura: Gianfranco Manfredi

Disegni e copertina: Patrizia Mandanici

Il numero 13 apparentemente risponde allo stesso principio perché abbiamo i disegni di Patrizia Mandanici che disegnerà anche il numero 14, ma in realtà rispetto ai precedenti numeri dispari (ovvero quelli iniziali della coppia di albi) ha una chiara identità autoconclusiva e il prossimo numero (che si intitola La naia) pare avere più deboli legami con quello ora in edicola se non perché in modo un po’ goliardico il momento risolutivo della vicenda dal punto di vista narrativo risiede in una sorta di festa per la partenza a militare di Pablo.

Gianfranco Manfredi racconta ne Il Parco di una zona periferica di Milano (siamo proprio in un altro comune, ovvero Cinisello Balsamo, tradizionale luogo di residenza delle classi operaie e di ceti medio-bassi e immigrati negli anni sessanta e settanta) dove tra i temi all’ordine del giorno ci sono gli spazi di aggregazione, di incontro e di educazione. Il Parco del titolo è una immensa proprietà di una antica villa recintata lungo tutto il perimetro da alte mura che impediscono alla cittadinanza di poter godere di quello spazio ricreativo. 

 

È un altro modo di presentare l’opposizione tra padroni e classi operaie ed è ovviamente il modo per Manfredi di raccontare esperienze di riorganizzazione degli spazi sociali a partire da una urgenza a che parte dal basso e non vuole subire passivamente logiche di potere. Ho usato poco sopra anche il termine ‘educazione’ perché uno dei luoghi nuovi di cui si parla e che diventa teatro di azione è la scuola privata popolare Don Milani in cui anche Pablo, Lina e Marghe si muovono da docenti per la formazione permanente di ragazzi, giovani, adulti che hanno abbandonato i loro percorsi di istruzione e che desiderano ora acquisire strumenti per giudicare la realtà complessa che li circonda.

Devo dire che da persona che ha sempre lavorato (e che lavora tuttora) nella scuola è stata una scoperta interessante, sia nel ricco redazionale di apertura con approfondimento sulla figura di Don Milani (questa ovviamente ben più conosciuta) sia nel fumetto stesso. Certo è un fumetto che alla fine ha anche tanti momenti più lenti (ma c’è anche della azione e del dramma e c’è anche un triangolo amoroso che coinvolge l’affascinante Pablo), ma è inevitabile se si vuole descrivere un ambiente scolastico e le discussioni che in esso nascono. Si tratta di un tema che a ben pensarci è molto tipico di tante sit-com italiane (poche ma ci sono) e soprattutto americane come di tantissimi manga e anime giapponesi. E nel fumetto italiano? Direi che è davvero ben poco frequentato e quindi ancora una volta Cani Sciolti è innovativa all’interno delle scelte editoriali della Bonelli, anche se oggi con la notizia della chiusura dell’edizione da edicola credo proprio che questa innovazione non abbia incontrato il favore del grande pubblico… 

 

I disegni di Patrizia Mandanici confermano la poliedricità di questa autrice in grado di passare dalla fantascienza di Nathan Never ai contesti urbani anni ’70 di Milano e Cinisello per poi arrivare (e ne parlerò a breve) anche al fantasy con un tratto quasi naïf nel primo numero della nuova stagione della serie Odessa (e devo ammettere, ma ne parlerò nel luogo opportuno, che mi è piaciuta molto di più in Odessa che qui su Cani Sciolti dove l’estro di Mandanici mi è sembrato più imbrigliato). A risentirci tra un mese per l’ultimo numero da edicola (ma prima cerco di scrivere la recensione dell’ottimo numero 12 coi disegni di Gerasi, che per ora per motivi di tempo non sono ancora riuscito a fare!)

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