La montagna proibita – Mister No le NA n.4
Soggetto e sceneggiatura: Luigi Mignacco
Disegni: Marco Foderà e Roberto Diso
Dietro ad una dinamica copertina del sempre più a suo agio Fabio Valdambrini, si apre un numero ricco di azione in cui la coppia Mister No/Esse Esse avrà modo di non annoiarsi! Ma riavvolgiamo il nastro con un breve riassunto delle puntate precedenti. Jerry viene assoldato da un gruppo variegato di scienziati per indagare su una contaminazione da sostanze radioattive che sta minando l’ecosistema di una zona remota dell’Amazzonia e che ha già provocato alcuni morti. La contaminazione è legata però a interessi di forti poteri che stanno dispiegando anche un vero e proprio commando di uomini a difesa dei loro sporchi affari. La spedizione di Mister No raggiunge un villaggio indio nelle profondità della foresta e prova a conquistare la fiducia degli abitanti per convincerli a spostarsi in una zona più sicura, ma si scontra con la naturale opposizione di alcuni giovani guerrieri guidati dal prestante Sykyie. La situazione tracolla quando un commando di soldati mercenari per impedire la buona riuscita della missione di Mister No e compagni con una rapida missione ha la meglio sul gruppo e compie una vera carneficina. Mister No nella colluttazione finisce trascinato via dalle acque di un affluente del Rio delle Amazzoni e si risveglia perso nella foresta. Qui viene salvato da un altro gruppo di indio legato a quello sterminato dai commando. Si ripropone la sfida con Sykyie, ma ancora una volta la tensione tra i due ha un punto di tregua perché in fondo Sykyie intuisce che lui e Jerry sono dalla stessa parte e soprattutto ad appianare la questione tra i due arriva alla conclusione del terzo episodio Esse-Esse di cui avevamo perso le tracce dal numero uno.
La montagna proibita è un’altra conferma della bontà del ritorno di Mister No nel suo formato classico: avventura, tensione, amicizia, difesa degli oppressi, ironia… insomma il mix tipico del fumetto creato da Guido Nolitta nel 1975 e così bene reinterpretato dalla solida sceneggiatura di Luigi Mignacco. In questo numero mi sono particolarmente piaciuti tre personaggi ben delineati.
Il nostro Esse-Esse che è sempre un piacere vedersi muovere tra le pagine di Mister No: Otto non è una semplice spalla, vive di vita propria, segue autonomamente i suoi percorsi, respira della stessa libertà di cui gode Jerry stesso. Mi spiego: spesso vediamo comprimari muoversi battendo vie parallele nei sentieri dell’avventura ma in fondo si tratta generalmente di propaggini dell’eroe principale che ne amplificano la grandezza anche perché sa scegliersi compagni di strada degni e capaci. Esse-Esse non è così, va e viene, scompare e riappare seguendo i fili delle sue avventure che spesso (per nostra fortuna) si intrecciano con quelli di Mister No.
Pacu, uno dei capi dei vari gruppi di commando, attraversa l’albo in poche pagine, ma funziona perfettamente nel suo ruolo di cattivo a metà tra il violento e il criminale di mezza tacca: sono personaggi come Pacu che rendono realistico lo sfondo umano in cui si muove il nostro eroe.
Dragovic è, infine, il classico cattivo senza speranza destinato a fare cose da cattivo… e che immancabilmente fa proprio quelle cose cattive! Scontato? Certo, come è scontato Hellingen nel cercare di uccidere Zagor!
C’è un passaggio che invece non mi ha convinto: è il momento di rallentamento dell’azione con lo stacco temporale al presente. Torniamo a Manaus e alla coppia Jerry Drake e Jerome Drake Senior. Quello che non funziona per me è proprio il siparietto tra il comico e il rilassato che si spiega solo relativamente per la necessità di una ellissi temporale nella narrazione dal racconto in flashback di Esse-Esse all’azione nella miniera alle pendici della montagna proibita. Cosa ci aggiunge del rapporto tra Jerry e suo padre? Secondo me poco, se questo era lo scopo narrativo.
Ottimi ancora i disegni di Marco Foderà che alterna bucolici dettagli della foresta a scene di azione davvero al fulmicotone. La cura di questa miniserie sta anche nei disegni che con Cipriani prima e Foderà poi (senza dimenticare il romanticismo implicito nelle scene disegnate da Diso) sono davvero convincenti, moderni e chiarissimi (Foderà ha, per altro, un’attenzione notevole alle espressioni del viso dei vari personaggi, facilitando così con pochi tocchi la lettura da parte nostra).
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