Reduce da Lucca Comics & Games 2018, ecco presentarvi puntualissimo la recensione di Mister No Revolution – Vietnam, mastodontico malloppo di ben 144 pagine cartonate e a colori scritte da Michele Masiero, già direttore editoriale della Sergio Bonelli Editore, disegnate da Matteo Cremona e colorate da Luca Saponti e Giovanna Niro diretti dal disegnatore e sceneggiatore Emiliano Mammucari.
Mister No Revolution – Vietnam
Soggetto e sceneggiatura: Michele Masiero
Disegni: Matteo Cremona
Colori: Luca Saponti e Giovanna Niro
Copertina: Emiliano Mammucari
Premessa numero uno: questo non è il Mister No classico creato da Guido Nolitta nel 1975 e andato avanti per oltre trent’anni sempre sotto il vigile marchio della SBE fino alla chiusura della serie, avvenuta ormai nel dicembre del 2006 con il numero 379. Benché Michele Masiero abbia a suo tempo scritto diverse avventure del pilota americano, quello che troviamo in queste pagine è un altro Jerry Drake.
Questo volume elegante da libreria contiene i primi due albi da edicola che usciranno in futuro e anche gli altri quattro albetti saranno rieditati in due libri identici a questo. Uscita sotto la nuova etichetta Audace, Mister No Revolution altro non è che un what if.
Cosa sarebbe successo se Mister No fosse nato circa venti/venticinque anni dopo? Come avrebbe reagito, lui, bastian contrario per vocazione, a tutto quello che gli si sarebbe presentato davanti? Il Sessantotto, le rivolte studentesche, le marce per la pace, la guerra del Vietnam, la droga?
Premessa numero due: io non sono stato un lettore del Mister No tradizionale. Certo, ho letto alcuni classici come Mister No va alla guerra, Sulle piste del Sahara, Il demone etrusco, Il tempio dei Maya e Guadalcanal (che proprio classico non è, ma fa lo stesso), ma non posso dire di averlo seguito, sia per motivi anagrafici che pratici. Dopotutto, recuperare centinaia di numeri, più speciali vari, oltre che essere particolarmente dispendioso, è anche molto complicato.
Questo per dire che io sono, forse, uno dei più indicati per apprezzare appieno questo volume, proprio perché non sono legato al Mister No di Guido Nolitta.
Ordunque, vediamo di parlare di questo Mister No Revolution.
È bellissimo.
D’accordo, forse corro un po’ troppo.
Siamo alla fine degli anni ’60 e un giovane Jerry Drake, che lavora come lavapiatti in quel di New York, si innamora della bellissima e triste Maryann. Il loro amore subisce una brusca interruzione quando Jerry riceve la lettera di reclutamento. Sono gli anni della sporca guerra del Vietnam e il ragazzo è costretto a indossare la divisa e a imbracciare un fucile. In una sapiente alternanza di passato e presente, vediamo l’evolversi sia della relazione di Jerry e Maryann, sia lo sviluppo del carnaio del Vietnam.
Michele Masiero, sceneggiatore finalmente ritrovato dopo tanti, troppi anni lontano dalle scene, non lesina nulla e colpisce durissimo lo stomaco del lettore. Scene dure, esplicite e disturbanti come non se ne sono mai viste in un fumetto Bonelli, per quanto pubblicato sotto la nuova etichetta Audace. Stupri, violenze e miseria si intrecciano in un crescendo angoscioso che attanaglia la gola del lettore senza lasciargli scampo. Ancora di più che in Deadwood Dick, serie della quale lo stesso Masiero ha sceneggiato i primi due numeri, qui le scene forti si susseguono a ritmo incalzante e proiettano Mister No nel cuore dell’orrore pulsante sia della guerra del Vietnam che della guerra interiore combattuta da tanti giovani il cui futuro è stato brutalmente spazzato via dalla morte dell’American Dream.
Al di là di questo, Masiero dimostra assoluta conoscenza della materia (non a caso ha scritto parecchi episodi di Mister No) e padronanza della tecnica fumettistica, realizzando un volume di alto livello che racconta una storia che corre su due binari paralleli che crescono in tragedia pagina dopo pagina.
A coadiuvarlo ci pensa il bravissimo Matteo Cremona. Dopo essere stato definitivamente sdoganato dalle pagine di Orfani, di cui ha illustrato diversi episodi, Cremona ha messo la propria mano al servizio di Mister No. Il suo Jerry Drake non è quello di Roberto Diso, probabilmente il disegnatore che meglio ha interpretato il pilota amazzonico, ma neppure lo si pretendeva. Cremona offre un taglio moderno alla figura di Mister No proiettandolo nel presente e garantendo a questa miniserie una piena autonomia rispetto a quella classica. Personale, chiaro e leggibile, attento a non far recitare i personaggi più del dovuto per non scadere nella caricatura e capace di conferire il giusto dinamismo alle scene d’azione, Cremona è probabilmente uno dei disegnatori di punta della Bonelli attuale e, data la giovane età, c’è da credere che farà parecchia strada.
Peculiarità del lavoro di Cremona è quello di essersi messo completamente al servizio del colore, un colore che ha finalmente smesso di essere un mero riempitivo (il cielo è blu e l’erba è verde, per intenderci), ma concorre alle atmosfere della storia. Sotto lo sguardo vigile di Emiliano Mammuccari, lo staff dei coloristi ha reso malinconici e palpabili i bassifondi di New York grazie ai colori freddi, mentre la giungla del Vietnam si è tinta dei colori caldi che la contraddistinguono. Come detto, l’uso del colore enfatizza i singoli momenti della vicenda, una vicenda che, da amante del bianco e nero, non sarebbe stata la stessa senza il bellissimo lavoro di Saponti e della Niro, per cui un applauso a entrambi.
Tiriamo le somme per dire che ci troviamo di fronte ad un bellissimo libro che dovrebbe meritare un posto di pregio nelle librerie di ogni appassionato di fumetti che si rispetti. Se proprio vogliamo trovare un neo, diciamo che nel redazionale di chiusura ci sono un paio di terribili errori (ed orrori) di lettering tranquillamente evitabili.
Un peccatuccio veniale, se vogliamo, che non intacca minimamente il valore di un volume bellissimo che non posso fare a meno di consigliare a tutti.
Anche, e soprattutto, agli amanti del Mister No classico, che comunque tornerà in edicola con una miniserie dedicata a partire dall’estate del 2019.
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