Le torri di Carcosa – Dampyr n.234 (settembre 2019)

Scritto da Paolo M.G. Maino

10 Set, 2019

La lunga e drammatica esalogia sul destino di Kurjak e del Multiverso che rischia di soggiacere per sempre alla legge dei Grandi Antichi e in particolare del signore del Caos Nyarlathotep ideata e scritta da Mauro Boselli volge a conclusione e ci offre un penultimo atto ambientato nel mondo del crepuscolo già teatro di altre avventure a partire da D101 Alla ricerca di Kurjak (è sempre lui a perdersi nel multiverso!). Un albo Le torri di Carcosa che gode anche degli splendidi giochi di ombre del maestro Corrado Roi che poi passerà la palla per la conclusione nel prossimo albo (Il Re in giallo) ad un altro disegnatore molto amato dai fan di vecchia e nuova data: Luca Rossi.

 

Le torri di Carcosa – Dampyr n.234

Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli

Disegni: Corrado Roi

Copertina: Enea Riboldi

Ecco se soltanto pensiamo ai quattro designatori che si sono alternati in questa lunga saga (Genzianella, Rosenzweig, Roi e appunto Luca Rossi) capiamo immediatamente l’importanza che Boselli, co-creatore di Dampyr, ha attribuito a questi sei numeri che potrebbero chiudere alcune sotto-trame lunghe ormai 20 anni. Per altro questo tour de force creativo e di scrittura si lega ad un impegno intenso con Tex visto che dal Texone Doc!, alla trilogia disegnata da Michele Benevento fino alle avventure del giovane Tex Willer per non dimenticarci di Kentucky River avremo da maggio e entro la metà di ottobre la bellezza di 17 albi scritti da Boselli, un vero maestro della notte della sceneggiatura (qualcosa come oltre 1600 tavole di sceneggiatura in sei mesi…).

 

Ma torniamo a Le torri di Carcosa, Kurjak è stato trascinato via tra le pieghe del multiverso da Nyarlathotep e sembra ormai sempre più succube della pallida maschera, il parassita annidato dentro di lui (da D188, ricordate?) che ha il compito di aprire la strada al Re in Giallo e all’avvento della follia dilagante e dominante del culto dei Grandi Antichi. Ad inseguire le tracce lasciate tra i mondi si muovono Harlan, Tesla e Dandy guidati da Draka con le sue Swastiche del Sole, tra i pochi strumenti che permettono di muoversi con ragionevole sicurezza nel multiverso (apparse la prima volta nella saga che ha portato al numero 100, ricordate anche questo?).
Come già sappiamo dai vari preview il mondo dove sono finiti tutti i protagonisti di questo inseguimento è il mondo del crepuscolo della regina Xeethra che da una relazione amorosa con Kur-Jak ha avuto un erede, il principe Emil (vi ricordate D180 Il figlio di Kurjak?). Emil ha un evidente legame psichico con il padre e racconta di averlo visto in sogno tornare nel loro mondo ma sottoforma di nemico del suo popolo e legato alla misteriosa e malefica città di Carcosa. L’apparizione nelle lande desertiche dell’emisfero nord delle torri di una città, spinge il saggio Valkis a cercare delle risposte sulla Terra e in particolare modo al Teatro dei Passi perduti, terra di confine, dove può dialogare con Caleb Lost.
Questa è la sintesi degli avvenimenti delle prime pagine, da qui in poi si susseguono i colpi di scena in un’aria di imminente tragedia amplificata da quel mondo così scuro e decadente. La forza di Draka sarà in grado di ribaltare a vantaggio di Harlan e soci lo svolgersi degli eventi? E Kurjak potrà essere ricondotto alla ragione e al controllo di sé magari per la presenza del suo giovane figlio Emil? Non aggiungo altro per non togliere la sorpresa a chi ancora non ha letto, ma provo a commentare un tema di fondo che è centrale in tutto l’episodio, ovvero la maschera.

Ogni personaggio per vari motivi interpreta ruoli diversi sulla scena teatrale imbastita da Nyarlathotep: Kurjak e la pallida maschera sono semplicemente il vertice di una piece teatrale che ha lo scopo di aprire le porte ai Grandi Antichi; ma anche Harlan, Tesla, Dandy e Draka devono giocare sull’inganno per sperare di entrare nelle fila dei nemici. Niente insomma è come appare e ovviamente un gioco di sfumature e di specchi di questo tipo è esaltato da un Roi davvero in gran forma (personalmente l’ho trovato ancora più convincente dell’ultima prova su Dampyr ovvero D219 Tutto per amore e al livello dal punto di vista delle visioni di un mondo alternativo di certe pagine di Ut, fantasia di fumetto molto complessa e forse anche non felicissima come risultato ma indubbiamente potente a livello di immagini).
Se posso fare un appunto alla trama e qui si tratta di uno SPOILER e quindi fermatevi se non avete ancora letto…

…la conclusione che ancora una volta fa scomparire nel nulla Kurjak e Nyarlathotep mi è parsa un po’ una ripetizione della conclusione del numero scorso e parzialmente anche della fine della doppia di Genzianella. Inevitabile quando si gira di mondo in mondo nel multiverso, ma ho avuto l’impressione degli svenimenti di Dante nei primi canti dell’Inferno. Un artificio narrativo che funziona e che ha una sua motivazione, ma che dopo un po’ pare meno efficace di altre soluzioni (e detto questo, si parva licet, ho paragonato Boselli a Dante!). Ovviamente vedremo nel prossimo numero come Boselli risolverà il nuovo viaggio verso Carcosa di Harlan visto che le Swastiche sembrano non più utili a questo scopo.

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