Vi presentiamo la recensione de La prigioniera, nuovo albo di Tex Willer, serie varata l’anno scorso dalla Sergio Bonelli Editore e che racconta le avventure giovanili di Tex quando ancora era un fuorilegge di vent’anni. Al timone della serie, e di questa storia, il curatore e sceneggiatore Mauro Boselli, mentre ai disegni troviamo Bruno Brindisi, che già aveva realizzato alcune sporadiche, ma importanti avventure del ranger in versione adulta e che qui fa la figura del disegnatore titolare.
La prigioniera – Tex Willer n.8
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Bruno Brindisi
Copertina: Maurizio Dotti
Con La prigioniera, la lunga saga primaverile/estiva di Tex Willer arriva ad un punto di svolta: manca ormai solo un albo per concluderla e siamo certi che sarà all’insegna del piombo più rovente.
Facciamo un breve riassunto delle puntate precedenti: Tex si imbatte in una coppia di disertori messicani e, con loro, si dirige a Saint Thomas dove pensa di ricongiungersi con Tesah, lasciata al termine dell’avventura precedente. Purtroppo le cose non vanno per il verso giusto e la principessa indiana è stata rapita dai comancheros assieme ad altre ragazze: messa assieme un posse, Tex e i suoi pards liberano alcune fanciulle e poi raggiungono il luogo dove è tenuta prigioniera Tesah: Rancho Sangriento.
Tex e i suoi pards si preparano a dare l’assalto al ranch dove Tesah è tenuta prigioniera: lo scopo dei rapitori è quello di estorcerle il segreto del tesoro dei Pawnee di cui si è parlato della prima storia di questa collana che riprendeva Il totem misterioso di GL Bonelli e Aurelio Galleppini. Tex sta quasi per farcela, quando all’improvviso qualcosa va storto e il fuorilegge viene riconosciuto. Circondato da centinaia i soldati messicani, per il nostro eroe sembra essere la fine.
Una volta terminata, sarà bene rileggere dall’inizio questa saga-monstre di ben cinque albi per timore che possa esserci sfuggito qualcosa, ma per il momento possiamo dire che Mauro Boselli ha svolto un ottimo lavoro: pur rispettando appieno le caratteristiche del Tex dei primissimi albi, lo sceneggiatore milanese è riuscito a dare un’impronta personale alla propria creatura, anche se è cosa nota che in futuro le storie saranno realizzate anche da altri autori per dare tempo al Bos di tirare un po’ di fiato.
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