Dopo l’albo di esordio a maggio, è arrivato oggi ufficialmente in edicola anche il secondo numero della maxi-serie Odessa. Si tratta, per chi non lo sapesse, di una serie con numero definito di uscite (24) di genere science-fantasy, un mix dal sapore starwars di elementi di fantascienza e di elementi più tipicamente fantasy. L’idea di base del progetto è di Davide Rigamonti che è finora autore dei soggetti e della sceneggiatura, ma a lui si aggiunge l’importante supervisione di Antonio Serra. Nel primo numero abbiamo fatto la prima conoscenza dell’universo narrativo di Odessa: un’astronave aliena controllata dai terribili (a quanto pare!) Ignoti che contiene al suo interno una serie di gruppi di razze aliene rese schiave sbuca dall’iperspazio per un tentativo di sabotaggio operato proprio da uno di questi schiavi dalle eccezionali capacità mentali e psichiche.
Ma qualcosa di questa fuga non funziona e il potente telepate si fonde con un bambino russo della città di Odessa: Yakiv Yurakin (iniziale del nome e del cognome identiche perché porta meglio ai personaggi dei fumetti Bonelli?) e l’intera Astronave Serraglio 457 si fonde anch’essa con la città di Odessa trasferendo questa nuova realtà in un piano temporale a sé. Mentre il tempo nella nuova Odessa scorre in modo naturale, fuori da Odessa il tempo è fermo e questo consente per ora alla città e alla astronave (ma anche alla nostra Terra) di non essere raggiunti dagli Ignoti. Ma alla fine del primo numero abbiamo già scoperto che il destino di Odessa è segnato da un countdown: entro 24 mesi (ovvero le uscite e quindi tempo della storia e tempo di lettura coincideranno) Odessa è destinata a ritornare nel consueto scorrere del tempo! Con che conseguenze? Lo scopriremo!
Eroe a metà – Odessa n.2
Soggetto e sceneggiatura: Davide Rigamonti
Disegni e colori: Simone Ragazzoni
Copertina: Mariano De Biase
Ma ora passiamo alla presentazione di questo secondo numero.
Fin dalla copertina si capisce che ci troviamo di fronte ad un altro numero uno! Se Dopo la fusione ha come obiettivo quello di farci conoscere per la prima volta il mondo di Odessa, Eroe a metà punta i riflettori sul protagonista Yakiv Yurakin, simbolo della fusione per il suo stesso aspetto esteriore e conosciuto da tutti gli abitanti come raddrizzatorti e uomo di azione pronto a intervenire a favore dei più deboli (cioè le caratteristiche di un vero eroe), ma… dietro a questi aspetti positivi, Yakiv è turbato per la sua duplice natura e perché è tra i pochi a conoscenza del countdown destinato a distruggere la realtà di Odessa.
Approfondiamo in questo numero in che modo i ricordi di Yakiv, o meglio quello che a poco a poco l’alieno telepate comunica nella mente dell’ormai giovane uomo: nella mente di Yakiv sono nascosti i segreti per la costruzione di un’arma di difesa dagli Ignoti, arma che la scienziata Viktoria Kozlova (Tori) sta costruendo e per la quale Yakiv insieme a Goraz (una sorta di gigante buono) e Zhiras (una giovane aliena coetanea di Yakiv di razza malmuutiana) lavorano cercando i materiali necessari a completarla.
La vicenda di Eroe a metà ruota attorno ad una doppia vicenda di azione in cui sono coinvolti separatamente Yakiv da una parte e Goraz e Zhiras dall’altra. Se Goraz per ora resta un personaggio abbastanza piatto, la figura della ragazza aliena Zhiras e della sua relazione con Yakiv fin da bambini è quella che ci consente di capire meglio il titolo e perché Yakiv si senta un eroe a metà: è un uomo o un mostro? è un alieno o un umano? Sicuramente il rapporto tra Yakiv e Zhiras è destinato a svilupparsi in modo importante nei prossimi mesi.
Yakiv continua a conservare delle caratteristiche di Nathan Never con aspetti a volte ‘musoni’ o ‘irascibili’ o con i suoi dubbi. La cosa in sé per ora non stona, ma ovviamente dovremo verificare poi gli aspetti più genuini della sua personalità.
Sulla narrazione pesa – a detta di molti – la lunghezza dello spiegone iniziale (di fatto c’è un prequel con la voce in sottofondo dell’alieno telepate evidenziate dalle didascalie con font rosso) che dura di fatto un quarto della vicenda e forse a questo dovrei aggiungere come elemento critico il fatto che le due vicende d’azione che coinvolgono i tre personaggi principali non vanno poi ad unirsi in un’unica trama. Spezzo una lancia in favore dello spiegone che, a mio parere, è un dazio da pagare nel porre le basi un universo così particolare. Si poteva fare diversamente? Forse, ma non so come e comunque le sezioni di ricordo del piccolo Yakiv sono molto efficaci e creano una struttura ad anello nell’intero fumetto.
L’altro elemento per ora debole è l’indeterminatezza del nemico. È vero che spesso l’indeterminato è fattore che crea più angoscia, ma questo non è il sentimento base che emerge dalla lettura. Ma anche per questo, vedremo quali passi si faranno.
Sul fronte disegni e colori, direi che la Sergio Bonelli dimostra ancora una volta il suo ottimo fiuto facendo entrare nel suo staff il giovane Simone Ragazzoni che si occupa – appunto – sia dei disegni (complimenti davvero!) che dei colori (bravo a non far sentire lo stacco rispetto alla colorazione di De Biase del primo numero).
Mi resta la curiosità di andare avanti per poter esprimere un giudizio più approfondito. Tante serie Bonelli (anche miniserie) sono partite lentamente e hanno avuto bisogno di qualche numero per rodarsi in pieno e credo che anche Odessa potrà essere annoverata tra queste! Ci risentiamo a fine luglio per il numero 3 Speranze di ghiaccio.
E se volete parlarne con noi, venite a trovarci nel nostro salotto, il gruppo Facebook L’avventura a fumetti da A(dam) a Z(agor)!
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