Nulla di meglio che celebrare San Valentino con due storie d’amore, o almeno questo devono aver pensato in Bonelli quando ideato il numero di febbraio di Nathan Never, L’amore uccide. L’idea sulla carta può sembra prevedibile, ma il giudizio finale deve esser rimandato al termine della lettura dell’albo, come di consueto.
Anche perché le due storie contenute in questo albo sono interessanti, anche se accumunate da un difetto. Ma di questo possiamo parlare tranquillamente dopo.
L’amore uccide – Nathan Never 333
Copertina: Sergio Giardo
Soggetto e sceneggiatura: Mirko Perniola
Disegni: Paolo Di Clemente
Due storie d’amore, dicevamo. Ma non quello romantico che ci si potrebbe aspettare, bensì altri tipi di amore, che meglio si conciliano con le atmosfere emotive complesse del personaggio.
Mirko Perniola con la sua L’amore uccide (da cui il titolo dell’albo) ci accompagna in un viaggio all’interno di una disperata ricerca dell’amore ideale, una tragica ossessione (curiosamente titolo di un’altra complessa storia d’amore raccontata in Nathan Never) che spinge una vecchia conoscenza di Nathan a compiere un gesto estremo.
Perniola si muove molto bene nel caratterizzare i due piani temporali, mostrando un Nathan che si interroga nuovamente sui bivi della vita e sui rimpianti del passato. La contrapposizione tra Nathan e Amanda, il loro modo di intendere l’amore e il ruolo che debba avere all’interno della vita, è la forza motrice di questa storia, basata principalmente sull’emotività, in cui l’elemento fantascientifico entra prepotente sul finale. Non era facile inserire il DNA tecnologico della serie in questo breve racconto, ma Perniola ha dosato in modo interessante le diverse componenti.
L’amore uccide trasmette questa dinamicità emotiva grazie alla mano di Paolo Di Clemente, che realizza le tavole di questa storia. L’accento sull’espressività emotiva dei personaggi era centrale in questa storia e Di Clemente si fa trovare pronto, curando non solo i volti ma anche il linguaggio corporeo, trasmettendo un caleidoscopio emotivo che ben si concilia con la trama.
Tracce di verità
Soggetto e sceneggiatura: Davide Rigamonti
Disegni: Val Romeo
Di diverso impatto è la storia che unisce il duo Davide Rigamonti e Val Romeo, Tracce di verità. Se il primo racconto guardava al passato, ora si aprono nuovi scenari futuri, non tanto su Nathan quanto su Elania Elmore, la direttrice dell’Agenzia Alfa.
Confesso che mi attendevo una liason tra la Elmore ed il Musone, e ancora non sono convinto che questo cambio nel loro rapporto sia stato scongiurato. Rigamonti, però, sceglie di aggirare questa possibilità, mostrandoci spaccati della vita privata di Elania, donna in carriera single con figlio. Vengono ricreate scene familiari facilmente assimilabili dal lettore per la loro quotidianità, da cui prende poi il via un’indagine personale di Elania, che avrà un impatto diretto sulla sua vita.
L’idea di Rigamonti viene sviluppata con un ritmo narrativo avvincente, il caso si complica nei giusti momenti con i giusti risvolti, lasciando al lettore quel senso di mistero ed ansia che rende la lettura ancora più appassionante. Tracce di verità è più un incipit che una storia a sè stante, sono convinto che quanto letto in questa short story sia l’introduzione ad un qualcosa di più complesso che prossimamente potrebbe sconvolgere gli equilibri nella vita di Elania.
Giustamente si è scelto di affidare una storia al femminile ad una delle matite femminili più empatiche del mondo Bonelli, Val Romeo. Nome di spicco della scuderia di Morgan Lost, la Romeo qui ha firmato la storia nel 2014, periodo in cui la sua strepitosa arte non era forse ancora giunta alla sua piena potenza espressiva. Alcuni dei dettagli che la hanno però reso un’artista di rilievo sono già presenti, come la delicatezza nel ritrarre l’emotività femminile valorizzando in modo coeso forza e fragilità. Di Val ho sempre ammirato la sua capacità di cogliere aspetti che potrebbero sembrare irrisori, come il movimento dei capelli di Elania, ma che sommati gli uni agli altri concorrono a creare quel senso di realismo che dona al tutto una concretezza necessaria ad accogliere il lettore nella storia.
E medaglia d’oro per l’inganno perfetto al buon Giardo, che con la sua copertina mi ha fregato in pieno. Con la sua solita bravura, Sergio ha creato una copertina che ricrea un’atmosfera romantica, nella colorazione quanto nelle pose di Nathan e Elania, con un’illusione di sottinteso emotivo bella intensa.
Prima però parlavo di un difetto. Non è una pecca delle storie in quanto tali, ma piuttosto della loro presenza in questo albo. La sensazione, a lettura finita, è stata quella di aver tra le mani un
filler, emozionante e a tema, ma pur sempre un
filler. Le due storie in oggetto, anziché infilate in un albo, avrebbero potuto trovare una più consona posizione in uno dei tanti vituperati
Magazines, che avrebbero potuto interrompere la derisoria pratica di riproporre storie già note e mostrare nuovi aspetti del mondo di Nathan Never (
questa la proposta al proposito di FumettiAvventura).
Ad esempio, seguendo l’esempio dell’ottima storia di Rigamonti, si potrebbero studiare storie brevi dedicate a personaggi che compongono la quotidianità di Nathan, presentandoli all’interno del Magazine e utilizzando la loro avventura per inserire dei dossier di maggior interesse che ne affrontino le tematiche, dalla tecnologia all’ispirazione, magari con interventi direttamente degli autori.
Appuntamento ora con il prossimo numero Nathan, Rapimento Alieno, in arrivo a marzo!
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