Premetto che sono stato un lettore saltuario del Buon Vecchio Zio Marty negli ultimi anni, ma sono state scelte di portafoglio pur dolorose. Ma sono di per sé un lettore di vecchia data avendo iniziato la mia frequentazione con Il Genio del male (MM 61). E aggiungo che ho sostenuto la Collezione Storica comprando tutti e 20 i volumi.
Detto questo: Atlantide e Mu! Cosa c’è di meglio per un lettore di MM? Forse solo le storie arturiane e quelle di Mister Jinx o le Ombre Diafane possono competere…
E quindi la lettura di MM 355 è stata davvero piacevole!
Le strane morti del Signor Max – Martin Mystère 355
Soggetto e sceneggiatura: Enrico Lotti
Disegni: Alfredo Orlandi
Copertina: Giancarlo Alessandrini
La storia in sintesi (o almeno un piccolo preview senza troppi spoiler). Il signor Max del titolo ha un grosso problema: muore in continuazione per poi risvegliarsi con ricordi più o meno chiari del suo passato e spesso con un sogno ricorrente che riguarda la presenza di Martin Mystère, Mara Marata e la dea Amaterasu. Da qui il coinvolgimento di Martin, Java e Diana e l’inizio di una spy story ricca di personaggi e molto coinvolgente che si svolge tra New York, Gibilterra e Mar Mediterraneo senza tralasciare spicchi del passato legati alla figura di Saint Germaine (personaggio che ha tanti volti in Bonelli visto che appare anche in Dampyr).
Lotti mette in scena un soggetto d’annata che recupera vicende del passato di MM e aggiunge un tassello ad uno dei fili rossi principali della saga ultratrentennale del detective dell’impossibile. Davvero è difficile trovare punti deboli e devo dire che un risultato lo ha ottenuto: leggerò anche il prossimo episodio (anche perché mi ricorda una stupenda storia ‘oceanica’, vi ricordate MM 109-111?), in attesa di un seguito delle sottotrame che Lotti ha ben seminato!
Orlandi fa un ottimo lavoro dal par suo con uno stile al servizio della narrazione, chiaro e puntuale. E così la copertina di Alessandrini che ci trascina in un vortice insieme a Martin.
Un ultimo complimento alla sceneggiatura di Lotti: qui il BVZM è molto più di azione e meno vecchio e logorroico del solito e devo dire che anche questo mi ha ricordato con piacere i primi tempi dell’eroe (ma con questo non critico nessun nuovo corso degli ultimi 10/15 anni perché non ne avrei gli elementi e non mi interessa nemmeno farlo: sosteniamo il fumetto e sosteniamo MM che è un pezzo importante della storia della Bonelli!).
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