Dampyr n.276 – Il crepuscolo degli dei (marzo 2023)

Scritto da Paolo M.G. Maino

28 Mar, 2023

Nicola Venanzetti e le saghe norrene. Arturo Lozzi e gli spazi freddi, vasti, quasi sublimi (per Alfieri era così). Su questa coppia di autori, salde sicurezze dello staff dampyriano, si fonda Il crepuscolo degli dei, Dampyr 276 in edicola da inizio marzo.

Un albo che porta avanti una sotto-continuity venanzettiana che ha come episodio immediatamente precedente La sorgente di vita, Dampyr 203 che aveva introdotto il progetto nazista per creare super-soldati ‘Lebensborn’.

 

 

Il crepuscolo degli dei – Dampyr n.276

Soggetto e sceneggiatura: Nicola Venanzetti

Disegni: Arturo Lozzi

Copertina: Enea Riboldi

Che accade in Il crepuscolo degli dei? Torniamo in Norvegia e torna la collaborazione tra Harlan (accompagnato solo da Kurjak) e Starkad, apparentemente l’ultimo dei super-soldati ancora in vita.

Starkad è tormentato da visioni del suo passato in cui era cavia del terribile progetto nazista. Ma come dice il preview Bonelli, in mezzo a quelle visioni si muove qualcuno di molto concreto e in grado di uccidere! 

L’azione immaginata da Venanzetti spazia nei continui (e tipici di Dampyr) salti temporali e le sparatorie, gli scontri non si risparmiano sicuramente così da consentire gli interventi decisivi di Harlan e Kurjak. Ma al centro del racconto ci sono Starkad e gli altri ragazzi (poi uomini e donne) del progetto Lebensborn che di nascosto ha continuato ad essere portato avanti da scienziati privi di moralità e tesi soltanto come dei novelli Frankenstein a generare una vita perfetta da laboratorio.

 

 

C’è quindi un tema intimo, personale, esistenziale: qual è l’identità di ciascuno di questi super esseri? Quelle domande di senso che si pone il replicante sotto la pioggia di Blade Runner (con quella interpretazione che ha fatto la storia da parte di Rutger Haur) sono simili a quelle che con scatti di violenza si pongono Starkad e i suoi simili. E si tratta di un tema radicale che spesso troviamo negli albi di Venanzetti. Una sua firma che apprezzo molto insieme alla sua conoscenza dei miti, del folklore e della realtà dei paesi del Nord Europa (dalla Francia in su).

 

 

Lozzi è fatto per queste storie che passano dai primi piani intensi (guardate Starkad a pagina 12 ad esempio o quelli strazianti dei bambini alle pp. 26-27) a combattimenti serrati e quasi al limite del supereroistico (pp. 90-91 per esempio). Bellissimi poi i particolari che danno profondità alla tavola nel dettagliavi ambienti interni ed esterni (l’asettico laboratorio o le scene di nevicata).

Un numero, in sintesi, che si fa leggere volentieri e che risulta sia perfettamente autoconclusivo sia inserito nella continuity. Venanzetti si conferma dentro le pieghe della narrazione dampyriana e avrà modo di far vedere le sue doti tra due mesi perché a maggio ci sarà di nuovo una sua storia, questa volta di ambientazione giapponese, ma prima tornano i vampiri con Radio Vampira scritto da Giorgio Giusfredi e disegnato da Fabio Bartolini (presentato in preview a Lucca Collezionando).

 

 

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