Dietro la maschera – Tex n.731 (settembre 2021)

Scritto da Francesco Benati

2 Ott, 2021

Vi presentiamo la recensione di Sotto la maschera, l’ultimo Tex mensile che chiude la storia doppia iniziata ad agosto con Il mostro del gran lago salato. Come per il primo volume, il soggetto è di Antonello Rizzo, la sceneggiatura di Pasquale Ruju e i disegni sono di Michele Benevento

Riassunto dell’episodio precedente: il Siats, un enorme mostro di sembianze umanoidi, compie stragi delle comunità Utes e l’esercito non fa nulla per intervenire. Tex e Carson iniziano ad indagare e scoprono che il Siats non è un mostro, ma un umano di gigantesca statura con il volto nascosto da una maschera. Dato che il maggiore Conroy, comandante del forte della zona, non vuole intervenire perché cova odio per gli Utes dopo l’uccisione della moglie del figlio, i due ranger sono costretti a cavarsela da soli e ben presto si imbattono in una loro vecchia conoscenza: Colter, vecchio affarista di una storia classica di GL Bonelli, Gli eroi di Devil Pass.

 

 

Dietro la maschera – Tex n.731

Soggetto: Antonello Rizzo

Sceneggiatura: Pasquale Ruju

Disegni Michele Benevento

Copertina: Claudio Villa

 

In questo albo prosegue la lotta di Tex e Carson contro il Siats e Colter che risultano essere collegati da una trama particolarmente losca. Colter, una volta fatto prigioniero dai ranger, tenta di corromperli rivelando che il suo piano è servirsi del Siats per far sloggiare gli Utes dal loro territorio perché sulle rive del lago è stato trovato un giacimento d’oro. Ovviamente Tex e Carson rispondono per le rime, ma la corsa contro il tempo è già iniziata e sanno che devono trovare il Siats per assicurarlo alla giustizia, anche se è evidente che del maggiore Conroy non ci si può fidare.

Nella recensione del mese scorso abbiamo parlato in termini piuttosto positivi del primo albo che ci ha consegnato una storia avvincente e ricca di personaggi molto particolari che sarebbe stato interessante approfondire. 

Possiamo dire che il secondo albo si mantenga sullo stesso piano?

Domanda retorica, ovvio, e la risposta è no.

 

 

Sia messo agli atti che il risultato finale è comunque positivo e la storia nel suo complesso è più che gradevole, ma questo secondo albo presenta alcune scelte narrative a parere di chi scrive poco convincenti.

L’aspetto più macroscopico è il maldestro tentativo di corruzione di Colter verso Tex e Carson. Se Colter fosse stato un personaggio creato ex novo che non avesse mai conosciuto i due ranger, allora penso che nessuno si sarebbe posto il problema. Il problema è che Colter è già comparso in una storia precedente, conosce molto bene Tex e Carson e ha già sbattuto il muso contro il loro atteggiamento da duri e incorruttibili ranger. Ecco perché il suo tentativo di corruzione suona patetico. Naturalmente Colter è un personaggio patetico, uno squallido trafficante senza scrupoli, ma proprio per questo c’era da aspettarsi una maggiore sottigliezza psicologica in più. 

L’altro aspetto che mi ha fatto storcere il naso riguarda proprio il boss finale della storia, ovvero il Siats: inizialmente presentato come l’antagonista principale della vicenda, si è rapidamente trasformato in un pupazzo, ingranaggio di una macchina molto più grande di lui, con il risultato che il suo carisma ha perso potenza. 

La rivelazione della sua identità alla lunga è risultata un po’ troppo telefonata e (quasi) priva di conseguenze dato che arriva proprio a una manciata di pagine dalla fine. 

 

 

Peccato perché le potenzialità per una piccola perla c’erano tutte, invece dobbiamo accontentarci di una buona storia che presenta dei momenti interessanti e ricchi di adrenalina come le turbolente scene d’azione e, soprattutto, gli ottimi disegni di Michele Benevento che migliora di molto la propria padronanza della materia texiana rispetto alla già buona prova offerta con La figlia di Satania del 2019.

Capace di far recitare il giusto i propri personaggi, Benevento si è espresso al meglio nelle movimentate scene d’azione, fra le quali spicca lo scontro finale tra Tex e il Siats, pieno di pathos e di tensione. 

In definitiva una storia media che riesce bene nella sua funzione di intrattenere il lettore alla poltrona, ma con un pizzicore di amaro in bocca per ciò che sarebbe potuto essere.

 

 

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