Con I cospiratori di Saint Louis entra nel vivo la nuova storia della collana Tex Willer edita dalla Sergio Bonelli Editore. A tenere le redini della storia e della collana stessa troviamo il curatore e sceneggiatore Mauro Boselli, mentre i disegni sono affidati a Roberto De Angelis, già autore della storia d’esordio della serie.
I cospiratori di Saint Louis – Tex Willer n.11
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Roberto De Angelis
Copertina: Maurizio Dotti
Piccolo riassunto per chi fosse vissuto sulla luna nell’ultimo anno: Tex Willer è una serie che racconta le avventure del giovane Tex quando ancora era un fuorilegge, anche se dalla parte dei deboli e degli oppressi.
Tex è in giro per i battelli a guadagnarsi da vivere grazie alle carte da gioco, quando si imbatte nella giovane e bella Kate Warne, agente della Pinkerton, peraltro realmente esistita, impegnata a sventare un complotto per assassinare il giovane senatore Abramo Lincoln. In mezzo al complotto, ci sono anche due loschi figuri che, in futuro, incroceranno più volte la pista di Tex: Steve e Lily Dickart. Stretta l’alleanza con Kate, Tex cerca di infiltrarsi fra i cospiratori rischiando di venire scoperto, mentre la bella agente lavora sotto copertura in un albergo, fingendosi un’amabile vecchietta.
Non so esattamente dove vorrà andare a parare Mauro Boselli, ma è chiaro che Tex Willer gli permette di esplorare molto più approfonditamente il mondo di Tex più di quanto la collana madre gli permetterebbe di fare. Probabilmente se fossimo nella serie classica, al posto di Kate ci sarebbe proprio il ranger e il ruolo del fuorilegge spetterebbe ad un altro personaggio, magari il classico ladruncolo locale che, dopo una bella strapazzata, decide di rigare dritto e di allearsi con l’eroe.
Posso invece parlare, e lo faccio molto volentieri, di quanto ha fatto Roberto De Angelis con questa storia. Alla sua terza prova (la prima, e meno riuscita, è stata con il Texone Ombre nella notte di Claudio Nizzi), De Angelis fa un centro perfetto, ancora migliore di Vivo o morto. Visti i venticinque anni di militanza su Nathan Never, è chiaro che per il disegnatore le atmosfere cittadine sono quelle a lui più congeniali e infatti non sbaglia praticamente un colpo.
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