Alla vigilia del nuovo albo di Tex, ecco la recensione del volume di novembre intitolato Attentato a Montales per i testi di Pasquale Ruju e i disegni di Stefano Biglia. Si tratta del primo albo di una lunga storia che ci terrà compagnia fino a febbraio per un totale di circa 400 pagine.
Attentato a Montales – Tex n.721
Soggetto e sceneggiatura: Francesco Benati
Disegni: Stefano Biglia
Copertina: Claudio Villa
Sinossi: Montales, vecchio amico di Tex e onesto governatore dello stato di Chihuahua nel Messico, è vittima di un attentato al quale riesce fortunosamente a scampare. Chiede aiuto a Tex e ai suoi pards perché teme che Preston Cooper, un ricco uomo d’affari che vive in Guatemala, stia cospirando per ucciderlo. La ragione è che Montales sarebbe un ostacolo agli obiettivi imprenditoriali del magnate del caffè. Indagando molto attentamente, Tex, Carson, Kit e Tiger Jack si rendono conto che il complotto è molto più esteso del previsto e che i nomi coinvolti sono dei più insospettabili.
Partiamo con il riassuntone necessario ai neofiti: Montales è un vecchio amico di Tex comparso addirittura nel numero 3 Fuorilegge. Fra i vari comprimari storici è uno dei primissimi ad apparire, eppure per lungo tempo di lui si sono perse le tracce fino a quando GL Bonelli non lo ha fatto tornare nella storia Il ritorno di Montales risalente ai primi anni ’70. Da lì in poi lo si è visto diverse altre volte, anche se la sua figura si è pian piano trasformata in quella di un grigio burocrate utile come pretesto per dare il via alla narrazione. Ciononostante, in anni recenti il personaggio ha ripreso vigore e adesso ce lo ritroviamo di nuovo coprotagonista di Tex e dei suoi pards in una lunga storia nuova di zecca.
Finora si è ingiustamente ritenuto Pasquale Ruju come un semplice gregario in uno staff che vede Mauro Boselli come titolare indiscusso della serie con un gruppetto di altri autori chiamati a fare i tappabuchi. A parte il fatto che non esiste nulla di più errato di questa idea, c’è da dire che sin da subito Ruju si è dimostrato un ottimo autore che ha realizzato storie di notevole caratura nel corso di questi lunghi anni alla corte del ranger. Fra le sue storie recenti che ho trovato di alto livello figurano sicuramente Cuore apache e il texone L’orda del tramonto, per non parlare dell’ultimo cartonato La frustata.
Questa volta, però, ce lo troviamo di fronte ad una vera e propria storia-monstre lunga svariate centinaia di pagine, un autentico kolossal a fumetti con ambientazione esotica e numerosi comprimari. La saga ha richiesto anni e anni di lavorazione, visto che ne ho sentito parlare per la prima volta a Lucca Comics 2016, e si tratta di uno di quei lavori pensati appositamente per lasciare il segno.
La sceneggiatura di Ruju è ottima e tiene alto il ritmo dall’inizio alla fine considerato il notevole numero di avvenimenti che si verificano per tutte le 110 pagine dell’albo. Si parte subito in quarta con uno spettacolare inseguimento cittadino, si prosegue con un momento di relax per descrivere il contesto della storia, poi si procede di nuovo fra attentati, tradimenti, sparatorie nel deserto e, per finire, una spettacolare sequenza con tanto di tori imbizzarriti nella villa del ricco e corrotto Aguilar.
Un lavoro con i fiocchi, insomma, che se si dovesse mantenere su questi livelli potremmo già parlare di capolavoro.
Certo, questa storia non potrebbe essere la stessa senza i disegni di Stefano Biglia.
Uno dei migliori disegnatori nella scuderia di Tex, un professionista che ha saputo muoversi su vari registri e che vede nel western il proprio ambiente naturale avendo lavorato a lungo su Magico Vento, la lunga saga scritta da Gianfranco Manfredi. Abbiamo già avuto modo di vederlo in una storia breve scritta proprio dallo stesso Manfredi e poi nella lunga saga de Il colonnello Mano Cattiva di Mauro Boselli.
Allievo, assieme a tanti altri disegnatori, del leggendario maestro Renzo Calegari, Biglia ha maturato negli anni uno stile personale e riconoscibile che gli consente di essere annoverato fra i migliori professionisti presenti ad oggi in Italia. La sceneggiatura di Ruju, pur improntata alla narratività, è ricca di momenti in cui l’artista genovese può esprimersi al meglio come nella già citata sequenza iniziale o in quella con i tori, per non parlare dei numerosi primi piani che esaltano l’espressività dei personaggi.
Leggendo l’albo si capisce bene perché la lavorazione della storia sia durata anni. Aldilà della notevole mole di pagine, Biglia ha fatto un lavoro certosino, sicuramente seguendo la sceneggiatura di Ruju, in termini di regia delle vignette e di inquadrature, facendo respirare il disegno e lasciando assaporare al lettore il gusto della grande avventura.
Se vi sembro entusiasta per questa storia, sappiate che lo sono. Le storie lunghe e articolate piene di personaggi e di cambi di scenario sono sempre state le mie preferite, nonché le preferite di molti lettori e se a fianco di esse abbiamo degli ottimi disegni allora il quadro è completo.
Bisognerà attendere qualche mese per la valutazione definitiva, ma per ora il giudizio è ottimo.
E ricordatevi di votare per il FumettiAvventura Award 2020!
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