L’annata 2018 di Dampyr inizia con un bel fumetto classic style con gli ingredienti tipici della serie: una vicenda che inizia nel passato (alla fine della seconda guerra mondiale) e che continua nel presente con l’aggiunta di un nemico nascosto nell’ombra. C’è un po’ di continuity che ormai Falco padroneggia molto bene tanto da portare avanti delle sottotrame che legano le sue ultime sceneggiature. La storia è però facilmente fruibile anche per chi è lettore più occasionale di Dampyr e magari è incuriosito da un dato assolutamente nuovo per la serie dell’ammazzavampiri: l’esordio ai disegni per il maestro Gino Vercelli. Il disegnatore di tante belle storie di Martin Mystère, Zona X e Nathan Never si cimenta per la prima volta con le atmosfere gotiche di Dampyr.
Il Giocattolaio – Dampyr 214
Testi: Claudio Falco
Disegni: Gino Vercelli
L’ambientazione è la città tedesca di Magdeburgo dove il maestro della Notte Shrek (che è stato sconfitto da Harlan nello storico numero 9 Lamiah) durante la seconda guerra mondiale prospera grazie anche alla complicità con Vogel, un giocattolaio ingegnoso ma anche privo di scrupoli. Il piano di Shrek è di sfruttare le capacità creative di Vogel per i suoi fini, ma tale piano viene interrotto con la morte di Shrek? Chi guida ora il giocattolaio? È questa la domanda su cui ruota la prima parte della storia. Harlan, Kurjak e Tesla, inviati a Magdeburgo da Caleb, cercano di dipanare la complessa matassa del caso grazie anche all’aiuto di un esperto di storia antica e recente di Magdeburgo, il ricercatore universitario Dirk Winkler, allievo di Hans Milius ai tempi degli studi a Friburgo. Winkler si mostra un valido supporto e inoltre ben presto intuisce che il lavoro di Harlan sia tutt’altro che quello del semplice studioso. La seconda parte della storia è più ricca di azione e come è consuetudine spesso nelle storie di Dampyr porta avanti delle sottotrame (rileggetevi anche semplicemente Dampyr 212) e lascia in sospeso alcune vicende che verranno riprese.
Se devo avanzare una critica direi che la storia forse aveva bisogno di qualche pagina in più (ma è un limite quello delle 94 tavole che a volte sta stretto a Dampyr, come ad altre serie come Dragonero). Forse bisognerebbe rischiare di fare più storie doppie o magari storie che durano un numero e mezzo come succedeva un tempo per Tex, Zagor, Mister No e anche il primo Martin Mystère e come forse sta accadendo nel nuovo formato da 64 pagine che si sta inaugurando con Morgan Lost dove l’albo è fruibile da solo ma la storia segue blocchi di numeri come una moderna serie televisiva alla Netflix.
Segnalo una bella sequenza di azione che ha come protagonista Tesla che parte da pagina 49 e arriva fino a 56: 8 pagine con poche parole, ma dense e molto efficaci. Per me il punto migliore della sceneggiatura di Falco e dei disegni di Vercelli in questo albo. Altro elemento importante da tenere in considerazione è che nonostante la necessità di spiegare tanti passaggi narrativi non facili, questo avviene senza troppa verbosità e senza appesantire la lettura. Ad esempio la seconda tavola di preview tratta dal sito della Bonelli e qui sopra riproposta presenta le prime due vignette mute (posizioni 1-3), un’altra (l’ultima in posizione 6) con solo un’esclamazione e pochissime battute nelle restanti due, eppure tutto si capisce e sappiamo bene perché Harlan provi una fitta nell’ultima vignetta.
In conclusione un’altra buona e solida prova alla sceneggiatura da parte di Claudio Falco anche se personalmente ho preferito il suo speciale in terra albanese e il suo ottimo lavoro in Dampyr 212, El dia de los muertos. Più che buona la prova del maestro Vercelli al suo esordio dampyriano: il suo stile chiaro e puntuale aiuta il lettore a seguire l’intreccio complesso della storia.Meno efficace rispetto alle ultime (o anche rispetto al preview della prossima) la copertina di Riboldi. Ma anche questo non è per nulla scandaloso in una serie così lunga come Dampyr.
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