A gennaio Nathan Never ha pensato bene di fare doppietta, così, dopo il numero della serie regolare Black Out, abbiamo la possibilità di leggerci il quarantesimo Agenzia Alfa, il tradizionale ‘balenottero’ che nel corso dei venticinque anni di vita editoriale del nostro agente Alfa ha rivestito una certa importanza. Da questa collana sono nati spin-off e in essa sono stati introdotti personaggio che sarebbero, con il tempo, divenuti dei punti fermi dell’universo di Nathan Never.
Agenzia Alfa 40
Soggetto e sceneggiatura: Lucio Sammartino
Disegni: Fabio Jacomelli
Soggetto e sceneggiatura: Stefano Piani
Disegni: Pier Gallo
In Moth, Nathan e le Valkirye prendono parte ad una spedizione di recupero di un’astronave, la Socrates, andata dispersa anni prima durante il test di un nuovo, rivoluzionario motore. A pagare per questa missione è Randy Thornbone, figlio del progettista del motore sperimentale e erede della fallimentare compagnia omonima, che vuole recuperare le salme di morti della spedizione e il suo motore. Almeno, apparentemente.
Lucio Sammartino, sceneggiatore di questa prima storia, unisce questa tematica ad uno sguardo nel passato di una delle Valkyrie, Tanya, che deve affrontare anche alcuni punti oscuri del suo passato. Sarà proprio lei a scoprire sulla propria pelle come ci sia un mistero legato alla sorte della Socrates, legato alla presenza di una forma di vita aliena. A tal proprosito, Sammartino sceglie di dare una visione diversa dell’extraterrestre rispetto a quanto visto solitamente in Nathan Never. L’entità aliena, in questo caso, non è un esser con cui si possa interagire, ma è un parassita che si propaga, assimilando in una sorta di rete tutte le coscienze e i ricordi dei contagiati.
Tanya viene colpita da questo parassita, ma l’aspetto interessante è legato a come si crea questa interazione. La giovane, contagiata, si confronta con i membri della Socrate, ormai una semplice immagine del loro io conservata all’interno della rete del parassita. La spiegazione offerta ai lettori è ambivalente, lasciandoci scegliere se assistiamo ad una realtà scientifica legata alla natura del parassita, o ad un delirio di Tanya, nato dai suoi sensi di colpa. Interessante come possibilità, ma che andrebbe vista in un’ottica più ampia. Dopo questo incidente, la giovane Valkyria sembra aver maturato delle capacità superiori, una conseguenza che sarebbe bello veder approfondita in altre occasioni.
Piani ha una certa sensibilità nel costruire la figura di Milligan, scegliendo di non dare al lettore tutti i dettagli di questo personaggio insieme, ma diluendoli nel corso della lettura. Ed è un tocco di stile, perché in questo modo riusciamo a comprendere come si sia arrivati a questo suo crollo emotivo, quali sono i suoi pregressi ed i traumi che lo hanno piagato. Ma soprattutto, riusciamo anche a vedere un padre che si sente oramai disperato, che cerca, come ultima azione, di realizzare il sogno della figlia.
Ma come si collega a Moth questa seconda storia? Tramite le Woodhouse Armour Industries, ovviamente! Milligan, durante la guerra, era un pilota, sopravvissuto ad un incidente di volo causato da un difetto di progettazione del suo veivolo, prodotto proprio dalla Woodhouse. Un difetto che è costato la morte a diversi piloti. Il caso di Milligan attira l’attenzione di un reporter che inizia a scavare nella sua vita, trovando questo elemento e componendo un puzzle di indizi che mette in chiaro un atteggiamento poco etico da parte del collosso industriale.
Lo scandalo derivante dalla scoperta di alcune operazioni poco chiare, emerse in seguito alla morte di Milligan, porteranno uno sconvolgimento nella famigli Woodhouse, una rivoluzione che costringe Samuel, il figlio ribelle, a prendere le redini dell’impresa. Reticente e apparentemente il meno vicino allo spirito della famiglia, Samuel sarà costretto a succedere al padre, scoprendo tutti i segreti delle industrie, tra cui il sabotaggio industriale ai danni di un motore sperimentale della Thorbone, lo stesso al centro di Moth.
Le due storie di questo albo sono legate principalmente da un sottile filo emotivo, che mostra come le azioni di un individuo possano influenzare la vita di molte altre persone. Moth è una conseguenza dell’operato di Woodhouse, mentre Il fabbricante di armi è una sorta di resa dei conti, con un cambio al vertice dell’impresa. Personalmente ho apprezzato maggiormente l’impostazione grafica di Moth, nonostante il buon impatto visivo di Pier Nicola Gallo nella seconda storia, mentre sul lato narrativo non riesco a veder le due storie come separate.
L’appuntamento è ora per il 23 febbraio con Fuga da Europa, numero che attendo con una particolare ansia, in cui sono all’opera Thomas Pistoia e Romeo Toffanetti.
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