Cacciatori e prede – Dampyr n.289 (aprile 2024)

Scritto da Paolo M.G. Maino

28 Apr, 2024

Cacciatori e prede è il titolo del numero di aprile di Dampyr, scritto dal doc Claudio Falco e disegnato da Michele Cropera.

Ne ho già parlato in una recente puntata del podcast che potete ascoltare su tutte le principali piattaforme e nel link in calce a questo articolo. Ma ora vorrei recensirlo da altri punti di vista senza particolari problemi di spoiler visto che oramai è in edicola da un mese o poco meno.

Il numero 289 di Dampyr parte e si sviluppa per larga parte come una delle tante ghost stories che si possono leggere nella lunga saga dell’ammazzavampiri di casa Bonelli.

Un fatto inspiegabile: un omicidio perpetrato da un uomo morto da anni che si fa ben riprendere dalla telecamere in un paese della piovosa contea del Dorset inglese.

Simon Fane, amico di lunga data dei nostri e con il potere di comunicare/viaggiare tra i mondi del multiverso, chiama Harlan e Kurjak che subito capiscono che qualcosa di oscuro è all’opera, ma non si tratta di maestri della notte.

Questo è l’antefatto. Zero spoiler fin qui.

 

 

Cacciatori e prede – Dampyr n.289

Soggetto e sceneggiatura: Claudio Falco

Disegni: Michele Cropera

Copertina: Enea Riboldi

 

Ma ora non andate avanti nella recensione se non avete ancora letto l’albo oppure fatelo se come me non ve ne frega nulla degli spoiler (ho visto I soliti sospetti sapendo che il colpevole era… no dai non ve lo dico…).

Falco si muove da questa premessa su due filoni. Da una parte ci guida alla scoperta delle vicende scabrose, violente e umanamente spregevoli che ruotano attorno ad una violenza carnale compiuta 20 anni prima dai maggiorenti della cittadina di Brexton tra cui il sindaco e il capo della polizia. È un giallo in piena regola fatto di coscienze sporche che devono ora fare i conti con i loro crimini e pagarne tutte le conseguenze. Si tratta di una narrazione che come in altri gialli vuole mettere in luce la disumanità dei potenti e ricchi che dietro alla facciata di perbenismo sono peggiori di molti presunti mostri come il povero Dunn, un fragile uomo con ridotta capacità intellettiva trasformato in capro espiatorio.

 

 

Ma questo albo è Dampyr e non un giallo qualunque e quindi Falco deve aggiungere gli elementi horror di azione e soprannaturali dampyriani (e non ad esempio dylandogghiani). E lo fa attraverso la seconda direttiva della sua narrazione che riprende un finale lasciato aperto in una storia di 102 numeri fa: Dartmoor (Dampyr n.187) scritto da Mauro Boselli e disegnato da Fabiano Ambu. Nella piovosa (ma va?!?) brughiera di Dartmoor un cottage senza porte e finestre appare e scompare e le leggende di fantasmi si moltiplicano tanto da spingere Maud Nightingale a organizzare uno dei suoi ‘ghost tour’. Ma ovviamente la cosa si complica e si tinge di sangue e paura.  Il cottage sul modello de La casa sull’orlo del mondo (Dampyr n.86 altri 100 numeri prima…) esiste su diversi piani del multiverso ed è difatti una nave che lo attraversa guidato da un popolo alieno, i cacciatori (ecco svelato il secondo piano di lettura del titolo Cacciatori e prede), che con sé portano tra i mondi del multiverso un segugio infernale, la bestia di Dartmoor. Harlan e Kurjak con l’aiuto di Simon Fane sconfiggono i cacciatori facendoli perdere nel multiverso, ma senza eliminarli del tutto tanto che nell’ultima pagina di Dartmoor Kurjak dice ad Harlan: «e se dovessero tornare?» e il Dampyr risponde: «Adesso sanno che qui da noi la caccia non è più libera! Le prede si sono ribellati ai cacciatori! [e qui il titolo è completo e ribaltato]». Da questa vignetta è partito Claudio Falco ed ora con Dampyr 290 leggeremo la resa dei conti in un mondo lontano dove Harlan e Kurjak hanno dimenticato chi sono (cosa che accade a chi viaggia senza le adeguate precauzioni nel multiverso).

 

 

Ho già evidenziato la maestria di Cropera nel restituirci lo spirito della ghost story da una parte e dall’altra nel farci percepire le sfumature più intime degli uomini e delle donne che si avvicendano sulla scena del fumetto.

Cropera tutte le volte mi colpisce per come riesca ad essere comunicativo e intenso anche nelle vignette più minime. Non è mai lezioso, ma riesce ad essere sempre originale: una dote di pochi e soprattutto di chi sa che è al servizio della storia e del lettore e proprio nel suo essere al servizio offre il suo accento e genio personalissimo.

Guardate le ultime tavole che ci raccontano la scomparsa di Harlan e Kurjak: luci, chiaroscuri, trasparenze, sfumature. La densità di un istante raccolta in poche vignette sulle quali cala il silenzio della brughiera del Dorset.

 

 

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