Radio Vampira – Dampyr n.277 (aprile 2023)

Scritto da Paolo M.G. Maino

2 Mag, 2023

Dopo averne parlato in una puntata del podcast, che potete recuperare qui, è ora arrivato il momento di commentare con un articolo del blog il n.277 di Dampyr, ossia Radio Vampira di Giorgio Giusfredi e Fabio Bartolini.

Ma più che commentare voglio dedicarmi qui a tutto ciò che ci offre nella continuità dampyriana questo albo. Quindi, ho aspettato la fine della permanenza in edicola per entrare in dettagli pieni di spoiler. 

Libero da anatemi o da minacce di trasformazione in non-morto (o peggio…), l’ultima cosa che aggiungo è che leggete a vostro rischio e pericolo se ancora (possibile???) non avete letto l’albo.

Pronti? Cominciamo! (Ah… ma non è il podcast…).

 

 

Radio Vampira – Dampyr n.277

Soggetto e sceneggiatura: Giorgio Giusfredi 

Disegni: Fabio Bartolini e Majo

Copertina: Enea Riboldi

Come già successo con il lontano Bloodywood (Dampyr n.204), Giusfredi ha la possibilità importante da co-curatore e braccio destro e anche sangue destro probabilmente di Mauro Boselli, di introdurre dei nuovi personaggi destinati a durare nel tempo. Mi spiego: tutti gli sceneggiatori introducono elementi nuovi che possono anche avere uno sviluppo nel tempo (penso ad esempio al numero di marzo scritto da Nicola Venanzetti o agli ormai tanti maestri della notte inventati e messi in azione dal dottor Claudio Falco, solo per citare due sceneggiatori ormai più che stabili e con decennale esperienza di cose dampyriane), ma si tratta o di sottotrame o di nemici che durano lo spazio di un numero (gli sceneggiatori esordienti) o di un paio di numeri o magari chiudono le biografie horror di personaggi già noti ma secondari nell’universo di Dampyr.

Giorgio Giusfredi, lavorando in redazione con Mauro Boselli ed essendo da tempo co-curatore della serie, può invece sviluppare delle trame che aprono sviluppi di lungo corso concordati con Boselli stesso. In Bloodywood vediamo per la prima volta in azione Van Henzig, un maestro della notte la cui trama è tutt’altro che conclusa e che ha beneficiato di numerosi ritorni da allora.

 

 

Così in Radio Vampira, apparentemente partiamo con una classica storia autoconclusiva: una non-morta di lunghissima data (dal medioevo toscano delle lotte intestine tra comuni) creata da un maestro della notte, ora defunto ma la cui ‘opera’ ha ancora un seguito. Questa è la storia della bellissima Agnese  degli Ubaldi vampirizzata nel mezzo del ‘200 dal terribile Krigar (il maestro della notte che aveva vampirizzato il Conte Magnus e Marc Abel, o meglio che vampirizza poi il Conte Magnus e Marc Abel) e ucciso da Harlan in La fine della caccia Dampyr n.165 (scritto da Claudio Falco).

Ma, la storia che sarebbe già di per sé drammatica, avvincente e struggente, ci introduce ufficialmente all’inizio della grande saga di Dagda che dovrebbe in vari passaggi accompagnarci fino alle celebrazioni del numero 300.

 

 

Che cosa scopriamo? Innanzitutto che esistono i Maestri della notte bambini. Non sono andati del tutto perduti. Ryon, il fratellino di Krigar, grazie alla volontà del fratello e alla scienza di Dagda è sopravvissuto al terribile viaggio dal mondo perduto dei maestri della notte alla Terra. Un viaggio dove molti sono morti, pochi sono arrivati e ora sappiamo che alcuni arrivarono in condizioni precarie e destinati a morire se non fossero in qualche modo stati tutelati. Ryon appare come un modello archetipico di maestro della notte: senza morale, senza scrupoli, un essere che guarda dall’alto in basso gli uomini dalla vita breve. Ma è giovane, sta muovendo i suoi primi passi dopo millenni e questo lo fa per me molto pericoloso, perché non è attardato da un certo tedio che pare assalire prima o poi tutti i maestri della notte.

Bellissima la tavola doppia di Majo alle pagine 86-87 che in qualche modo ci racconta la rinascita di Ryon che esce dalla sua stasi indotta per preservarlo dalla fine. Una stasi generata da un magico sepolcro creato per Ryon da Dagda stesso… ma se c’è un magico sepolcro… non potranno essercene altri? o altri strumenti iper-tecnologici inventati da Dagda insieme al suo calderone? Prevedo delle ricerche appassionanti.

 

 

In ogni caso l’epilogo (ancora per i disegni di Majo) ci fa capire che Ryon è destinato a qualcosa di grande: ma per il bene o per il male? Taliesin, che appare qui dopo tanti numeri insieme a Finnian, aveva trovato sui Monti Pisani il corpo in forma di larva sospesa di Ryon, ma aveva deciso di non ucciderlo. Sapeva chi era grazie alle conoscenze che gli aveva rivelato il calderone di Dagda (Dampyr n.186) e proprio per questo emette questo sibillino giudizio su Ryon: «…non è come gli altri della sua stirpe… sarà il futuro a rilevare il suo scopo nell’esistenza. Ma né tu né io ci saremo, Finnian…». Un epilogo che ci ha fatto sobbalzare e che apre la strada a tante ipotesi, e che serve anche a confermare l’onore degli eroi Bonelli (e Taliesin lo è al pari di Harlan): non si uccide un avversario disarmato e incapace di reagire. Mai!

Un ultimo nota bene: alle pagine 75 e 76 Agnese degli Ubaldi chiama a raccolta altri non-morti abbandonati nei secoli da Krigar in Italia. Teuti, Etruschi, Troiani e poi più classici Romani, Longobardi… ecc… si tratta di un elenco enorme che dilata e di molto la presenza dei Maestri della Notte e dei non-morti anche alle età prima dell’era romana e diciamo avanti Cristo. Non credo che ne sia mai stata fatta menzione in altri albi di Dampyr (ma su questo potrei sbagliarmi).

 

 

Radio Vampira è un albo da leggere per i tanti motivi già espressi nel podcast: ottimi disegni, azione in buna quantità, drammi, colpi di scena, un personaggio femminile bellissimo, i particolari curati… Ma a tutto questo per un lettore di lunga data si aggiungono molti rimandi al passato e soprattutto si aggiunge una finestra sul futuro prossimo della serie che non può che intrigarci e farci aspettare le prossime uscite!

 

 

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