Vi presentiamo con grande piacere e in anteprima assoluta Pearl, il nuovo Tex in formato cartonato alla francese edito dalla Sergio Bonelli Editore. Pubblicazione semestrale di grande pregio, questo volume vede riunirsi la coppia composta da Mauro Boselli, sceneggiatore e curatore della serie, e Laura Zuccheri, disegnatrice che nel 2019 firmò il Texone Doc proprio in coppia con Boselli. I colori del volume sono affidati ad Annalisa Leoni.
In origine fu, in tutti i sensi, il Texone: nato per presentare ogni anno un volume da 240 pagine realizzate da un maestro del fumetto internazionale, si è pian piano evoluto in una sorta di premio alla carriera per disegnatori della scuderia Bonelli, al punto che il suo posto è stato preso dal più recente formato alla francese: un albo da 56 pagine, di cui 48 di fumetto, in grande formato e a colori.
I nomi che in quest’ultimo decennio si sono alternati su questa pubblicazione sono già numerosi, complice anche il fatto che la pubblicazione è diventata praticamente subito semestrale, anche se in un paio di occasioni sono state infilate in mezzo un paio di ristampe rimaneggiate per l’occasione.
Era quindi alta l’attesa per questo nuovo volume, soprattutto considerando che i due autori coinvolti hanno già dimostrato di saper lavorare molto bene insieme con il Texone Doc!.
Pearl – Tex Romanzo a fumetti n.16
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Laura Zuccheri
Copertina: Annalisa Leoni
Sinossi: Pearl Hart è una giovane donna che ha imbracciato la carriera criminale assieme al partner Joe Boot, rapinando diligenze senza eccedere mai nella violenza. La sua pista si incrocia con quella di Tex Willer e Kit Carson e con vari cacciatori di taglie in un insieme di eventi che la porteranno a trovare la propria strada nella vita.
Iniziamo subito con il dire che questa è una storia di Tex altamente atipica, anzi, è forse l’emblema stesso delle cosiddette storie con Tex che, secondo diversi lettori, sono marchio di fabbrica di Mauro Boselli. Storie quindi in cui Tex non è il protagonista assoluto, bensì dove svolge un ruolo quasi da comprimario, lasciando ad altri personaggi il compito di prendersi la scena.
Questa è senza dubbio una storia di questo tipo: Tex compare solo in una manciata di pagine, la protagonista assoluta della storia è Pearl e solo lei, tutti gli altri soggetti svolgono funzioni di supporto o di contrasto come nella più classica delle formule narrative. Con Pearl Hart Boselli scrive uno dei suoi personaggi femminili più complessi, sicuramente aiutato dal fatto che si tratta di una figura storica, evitando di scivolare nella retorica, ma arricchendolo di sfumature e ambiguità (vedere la scena del processo).
E in quanto a Tex? Vero, questa non è una storia di Tex, ma con Tex, ma la cosa davvero importante è che Tex c’è. Il personaggio che appare nelle pagine parla e agisce proprio come Tex e non come farebbe invece un altro, magari sceneggiato da un autore meno esperto. Che appaia per tutto l’albo o solo per una manciata di pagine, ciò che conta davvero è che il personaggio sia rispettato e Boselli non ha bisogno di dimostrare la propria conoscenza dell’eroe.
Allo stesso tempo, arrivati intorno a metà del volume appare chiaro che la vicenda di Pearl Hart avrebbe meritato un volume in solitaria, totalmente slegato dal contesto texiano in cui il ranger risulta inserito quasi forzatamente. Magari una graphic novel, una delle tante che la Sergio Bonelli Editore ha pubblicato negli ultimi anni, ma è evidente che si sarebbe trattato di un’operazione rischiosa. Oppure, per rimanere in zona Tex, dedicarle una storia per la regolare o in un’altra pubblicazione di più ampio respiro.
Segnaliamo, ma si tratta proprio di una postilla finale, la presenza di più di una scena a evidente sfondo sessuale. Nulla di particolarmente scabroso o provocatorio, anzi, sono tutte scene piuttosto castigate, ma rappresentano comunque una piccola novità per la collana.
Poco male, alla fine quella che ne esce è una storia anomala in una serie che già di suo è cosa altra rispetto al canonico mensile.
I disegni di Laura Zuccheri completano il volume. Già consacrata a livello internazionale da un decennio abbondante grazie alle serie pubblicate per la Francia (se non avete ancora recuperato Le spade di vetro e/o Ritorno a Belzagor fatelo immediatamente), si rivela una delle autrici più adatte a questo tipo di pubblicazione perché ha già avuto modo di cimentarvisi in passato con grande successo.
Fra i punti di forza dell’operato della Zuccheri (opera di livello generale più che buono) spicca sicuramente l’ottimo lavoro svolto sui visi dei personaggi: un sopracciglio alzato, un labbro increspato, gli occhi al cielo, tutte piccole finezze che dicono molto di più della psicologia di un individuo rispetto a mille dialoghi. In quanto a tutto il resto, Laura Zuccheri si conferma un’ottima interprete del ranger (che, è già confermato, tornerà a realizzare in futuro) e del suo mondo: è sufficiente vedere il modo in cui sono tratteggiate le praterie del Canada, le montagne dell’Arizona e le calde città messicane per rendersene conto.
Il suo stile sembra uscito direttamente dalla grande tradizione del fumetto franco/belga, il che ha permesso a Boselli di giocare molto sulla sceneggiatura e sui tempi della narrazione al punto che Pearl è forse il cartonato con i tempi di lettura più lunghi fra quelli usciti finora.
Per concludere, anche se non è affatto un dettaglio secondario, parliamo dei colori di Annalisa Leoni: entrata in scuderia Bonelli ormai diversi anni fa con Orfani, la serie creata da Roberto Recchioni ed Emiliano Mammuccari, Annalisa Leoni ha sul groppone una solida esperienza che le ha permesso di raccogliere l’eredità di Matteo Vattani, il colorista che ha lavorato sulla maggior parte dei cartonati usciti negli ultimi anni.
Annalisa Leoni ha prediletto una colorazione sobria, naturalistica (pur nei limiti imposti dal medium), senza invadere troppo la scena, ma rifacendosi, vuoi per indicazioni provenienti da Boselli, vuoi per il fatto di venire incontro alle passate esperienze di Laura Zuccheri, proprio a quella scuola di coloristi del fumetto franco/belga citata in precedenza.
Questi colori leggeri, ariosi, ma ben calati nel contesto del selvaggio west, sono il coronamento di un albo molto particolare, inusuale pur in un contesto più libero, che potrebbe dividere i lettori per la quasi assenza di Tex nella vicenda.
Lato nostro, il valore complessivo del volume è talmente alto che accogliamo con favore ciò che viene proposto pur tenendo ferma l’impressione che la storia di Pearl Hart avrebbe potuto avere una destinazione diversa.
Grande e oltre