Si è da poco conclusa l’ultima storia di Tex Willer intitolata Atascosa Mountains scritta da Jacopo Rauch e disegnata da Roberto De Angelis. Dopo avervi proposto in anteprima la recensione del primo albo, vi presentiamo ora la recensione completa della storia.
Atascosa Mountains – Tex Willer 34-36 (ago-ott 2021)
Soggetto e sceneggiatura: Jacopo Rauch
Disegni: Roberto De Angelis
Copertine: Maurizio Dotti
Per la maggior parte del tempo, Tex Willer ha proposto storie molto lunghe di quattro, cinque o in un caso anche di sei albi, mentre solo in un paio di casi abbiamo visto storie lunghe solo due albi. Le storie lunghe sono tutte ad opera di Mauro Boselli, mentre le due più corte sono di Pasquale Ruju. Questa nuova avventura si pone nel mezzo: essendo di tre albi, ha uno sviluppo maggiore rispetto a quelle di Ruju, ma non al livello di quelle di Boselli.
Dovendo gestire un tal numero di pagine, lo sceneggiatore Jacopo Rauch, al suo esordio sul Tex Willer, opta per una storia classica fatta di rapinatori e sceriffi, ma il tutto condito con le particolari situazioni che la serie del giovane Tex prevede: se sul mensile classico abbiamo un ranger invincibile e tutto d’un pezzo, dichiaratamente dalla parte giusta senza tentennamenti, qui il nostro eroe è ancora un fuorilegge. Perciò, quando si verificano delle rapine, è a lui che gli sceriffi del paese pensano e cominciano a dargli la caccia. Questo tipo di situazioni permette di differenziare la serie rispetto a quella madre e Rauch è stato bravo a cogliere al volo l’occasione.
Tex salva il bandito Lenny Baxter da una banda di Coyoteros e lo conduce alla capanna del cugino Rufus che può prendersi cura di lui. Costui, però, è intenzionato a rapinare la banca di Tubac ed è in cerca di complici. Quando tenta di coinvolgere Tex, la situazione precipita. Lenny rimane ucciso nello scontro e Tex non riesce ad evitare che la banca venga rapinata e che muoia la fidanzata del giovane e integerrimo sceriffo Page, il quale vede nel giovane Willer il responsabile della morte della giovane. Comincia così una caccia che vedrà i due uomini prima uno contro l’altro e poi alleati nel mettere le mani sulla banda prima che colpisca di nuovo.
Come ho già avuto modo di ripetere diverse volte, Jacopo Rauch è lo sceneggiatore bonelliano classico, cioè dedicato all’avventura più sfrenata, più interessante da seguire in questo momento. Le sue trame sono sempre semplici e lineari, ma ricche di personaggi, di cambi di ambientazione e di avvenimenti e non prive di momenti fortemente drammatici (come dimostra la storia di Zagor attualmente in edicola della quale parleremo a breve).
In questa storia, Rauch decide di andare sul sicuro proponendo una storia del tutto slegata dalla continuity principale con un tema classicissimo, quello dei banditi e delle rapine in banca, condito però con tutta l’azione scatenata e le già citate situazioni particolari in cui si può trovare Tex Willer nelle vesti di fuorilegge. Fra i personaggi spicca soprattutto lo sceriffo Page, protagonista di alcuni momenti migliori dell’albo, mentre la schiera degli antagonisti si rivelano poco più che dei nemici di cartone: in apparenza insidiosi, ma facili da abbattere come birilli. Poco male perché la storia, con il suo contingentato numero di pagine e il suo ritmo indiavolato, non era adatta ad accogliere degli antagonisti davvero originali e di spessore.
Al ritorno sulle pagine di Tex Willer dopo quasi due anni dall’ultima avventura, Roberto De Angelis sfoggia la consueta ottima prova, pur non bissando, a parere di chi scrive, le vette raggiunte con le precedenti Vivo o morto e Pinkerton Lady, quest’ultima attualmente il suo miglior lavoro sulla serie. L’esito finale conferma ugualmente il valore di De Angelis come disegnatore e ne fa il volto perfetto del giovane Tex Willer, conferendogli una fisionomia moderna che è entrata rapidamente nel cuore dei lettori. Menzione particolare per il lavoro svolto sui maestosi paesaggi delle Atascosa Mountains (lo ripetiamo: esistono davvero, così come Tubac, piccola cittadina dell’Arizona a un tiro di schioppo dal confine con il Messico).
In definitiva una buona storia western che si legge con piacere. Magari è nata con ambizioni minori rispetto alle lunghe saghe che l’hanno preceduta, ma non per questo è da considerarsi meno riuscita. Complimenti a Rauch per essere entrato subito nelle atmosfere del giovane Tex e complimenti a De Angelis per il solito ottimo lavoro.
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