Il mostro del Gran Lago Salato – Tex n.730 (agosto 2021)

Scritto da Francesco Benati

2 Set, 2021

Da inizio agosto è in edicola Il mostro del gran lago salato, l’ultimo Tex mensile edito da Sergio Bonelli Editore. Il soggetto è di Antonello Rizzo, la sceneggiatura di Pasquale Ruju e i disegni sono di Michele Benevento.

Non c’è l’uno senza il due. 

Nella prima metà dell’estate abbiamo avuto la storia doppia del ritorno di Manuela Montoya che presentava una curiosa anomalia sulla serie regolare del ranger: il soggetto, cioè l’ossatura della storia, non apparteneva allo stesso autore della sceneggiatura. Il soggetto era opera dell’avvocato aretino Carlo Monni, mentre la sceneggiatura era di Mauro Boselli. In questo caso si replica: il soggetto è di Antonello Rizzo, non un autore professionista, ma un semplice appassionato che ha coronato un sogno, mentre a trasformare il suo soggetto in una sceneggiatura è Pasquale Ruju, il quale invece nel mondo dei fumetti ci sguazza da parecchio.

 

 

Il mostro del Gran Lago Salato – Tex n.730

Soggetto: Antonello Rizzo

Sceneggiatura: Pasquale Ruju

Disegni: Michele Benevento

Copertina: Claudio Villa

 

La trama è la seguente: alcuni piccoli gruppi di indiani Utes vengono aggrediti e massacrati da una banda guidata da una creatura enorme e umanoide, il Siats. Gli indiani sono convinti si tratti di uno spirito maligno, ma Tex e Carson capiscono ben presto che dietro il mostruoso assassino si nasconde un essere umano in carne ed ossa. Riportano la comunicazione al comandante di Fort Mason, il maggiore Conroy, il quale dimostra una certa insofferenza verso i due ranger e risulta essere del tutto disinteressato alla sorte degli Utes. La ragione, stando al racconto di un soldato, riguarda un evento del lontano passato durante il quale il maggiore perse la moglie e il figlio proprio a causa degli indiani Utes.

La storia di Antonello Rizzo è squisitamente classica e dal sapore glbonelliano (inteso che si rifà a Gian Luigi Bonelli, il creatore di Tex) in quanto è sin da subito chiaro che riprende una vecchia avventura di Tex in cui alcuni individui venivano uccisi da uno scimmione armato di scimitarra. Non credo di fare alcuno spoiler se rivelo che lo scimmione in realtà era un semplice essere umano travestito. L’ossatura di questo nuovo albo è molto simile, ma Rizzo sa benissimo che ci troviamo nel 2021 e non negli anni ’50, per cui risulta chiaro sin da subito che il mostruoso Siats è un umano, ma in vari punti dell’albo sono cosparsi vari indizi che spiegherebbero l’origine della sua figura così immensa e inquietante. 

 

 

Bravo Rizzo per aver rivisto e aggiornato un vecchio cliché apparentemente finito in disuso. E bravo anche per aver riportato sulla scena Tom Colter, un personaggio minore apparso nella lunga saga de Gli eroi di Devil Pass.

Ruju si trova a gestire un soggetto non suo, ma dimostra subito di essere del tutto a suo agio e infatti il risultato finale è più che positivo. La vicenda è comodamente spalmata su due albi e Ruju si prende tutto il tempo per raccontare ciò che serve e ad andare avanti con il racconto. I dialoghi asciutti e senza fronzoli ci riconsegnano un Tex più duro rispetto a quello che siamo abituati a vedere con lo sceneggiatore sardo, ma la cosa non è per forza un male. 

 

 

Il tutto naturalmente è supportato dagli ottimi disegni di Michele Benevento: sono passati due anni dalla sua storia precedente, La figlia di Satania, con la quale aveva marchiato a fuoco l’estate del 2019 (e ne parliamo con un pizzico di nostalgia perché, pur non sapendolo, è stata l’ultima estate normale un po’ per tutti e speriamo che questa del 2021 sia l’ultima anormale), ma in questo lasso di tempo la sua padronanza della materia texiana è ulteriormente migliorata. Il suo Tex è duro e granitico come un pezzo di roccia ed emana carisma ad ogni apparizione sulla scena. Un plauso anche per il modo in cui ha interpretato Tom Colter rendendolo molto simile alla versione originale di Giovanni Ticci. Benevento ha sfoggiato il meglio del proprio stile durante le scene del massacro degli Utes ad opera del Siats, contribuendo a rendere questo individuo più mostruoso di quanto già non fosse a prima vista. 

In conclusione, un buon primo albo che confeziona una bella storia, solida e senza sbavature, della quale ci accingeremo a leggere il secondo capitolo fra poco. 

 

 

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