Seconda parte dell’adrenalinica storia ideata e sceneggiata da Giorgio Giusfredi e disegnata da Andrea Del Campo e recensione che mi pone ben più di qualche dilemma! Difficilissimo parlare di questo albo senza incorrere in spoiler e nello stesso tempo i commenti di merito avrebbero bisogno proprio dei dettagli di sceneggiatura e disegno… Che fare, dunque?
La soluzione sta nel mezzo e quindi seguitemi sapendo che qualche spoiler marginale (nulla sulla conclusione, comunque!) potrà esserci ma forse soprattutto perché parlerò di… quello che già sapete ma che avete forse dimenticato!
Dottor Dolore – Dampyr 258
Soggetto e sceneggiatura: Giorgio Giusfredi
Disegni: Andrea Del Campo
Copertina: Enea Riboldi
Partiamo dal breve riassunto del primo episodio.
Harlan e Bobby Quintana hanno scoperto che il capo di un cartello criminale messicano noto come El Gringo Rubio altri non è che Joe Dern, agente della DEA che prima ha introdotto il piccolo Bobby al lavoro di poliziotto e poi è stato trasformato in non-morto da Ixtlàn. Lo scontro campale tra i tre al termine del primo numero si è concluso con un pareggio (o meglio con una dignitosa fuga di Joe Dern) e con molte domande in più che ruotano attorno a tracce della presenza della Temsek, la multinazionale che dietro a finte facciate di legalità ha nascosto e nasconde da anni azioni criminali che fanno capo a Lord Marsden.
La copertina di Enea Riboldi del resto ci proietta indietro nel tempo a Dampyr 11 ad una storia dura dove il trio Harlan, Kurjak e Tesla aveva fatto conoscenza di Nemech, cioè il crudele Dottor Dolore, e per la prima volta senza ancora saperlo erano entrati in contatto con Marsden.
Ma non era morto Nemech? Qui vale il motto ‘corpo non vedo, morte non credo’ e oltretutto in Dampyr spesso anche i corpi morti o magari quasi morti possono riprendere vita o acquistare almeno la vita da non-morti, no?
Che cosa accade in questa seconda parte? Scontri, depistaggi, indagini lungo il teso confine tra Messico e USA (e sul sogno americano Giusfredi qualcosa ci racconta, perché come spesso accade nelle sue storie, l’azione e l’avventura portano al loro interno anche temi profondi, mai banali e soprattutto mai presentati in modo moralistico). E poi tanti piani temporali e tanti personaggi come solo Boselli sa gestirli e quindi complimenti a Giusfredi perché si conferma degno co-curatore della serie.
Del Campo fa davvero un ottimo lavoro ai disegni e mostra il suo campionario completo: ci offre splendide scene di lotta femminile (eh sì), sparatorie, esplosioni, trasformazioni di vampiri e anche bellissime vignette a mezzatinta (guardate le pagine 55 e 56 ad esempio). Il suo chiaroscuro è ideale per le scene notturne, o in scantinati poco illuminati o meglio ancora nei mattatoi dei Maestri della Notte.
Il tasso di continuità dampyriana è notevole (senza fare spoiler espliciti… riguardate l’ultima tavola di D206 Il Dio del massacro sempre scritto da Giusfredi e capirete cosa dico… ad esempio): oltre a Dampyr 11 potrebbe esservi utile rileggere tante storie ambientate negli states (ma se le elenco, e potrei, allora certo che cado nello spoiler…).
Ma non preoccupatevi… se non vi ricordate ci sono dei dinamici riassunti interni che hanno il vantaggio narrativo di aggiungere particolari e di approfondire le storie del passato di Harlan e del mondo del Dampyr spesso da un punto di vista nuovo o differente (magari sul prologo prossimamente scriverò le differenze e le somiglianze tra questo numero e D11). Ritroverete così… non posso dirlo perché spoilero ma insomma si rivedono vecchi amici e soprattutto vecchi nemici! (…qualche indizio? Solo le iniziali di chi ritorna: B.S. e poi L.M. e anche tra i più amati, semplicemente I.).
Un albo e una storia doppia che si candida per la palma di migliore in una lotta sempre dura per un fumetto come Dampyr che raramente non soddisfa e generalmente offre avventura, azione, amore e morte in grande quantità.
Mi permetto di evidenziare due piccoli rimandi cinematografici: uno enorme e molto ripreso (anche da una recente copertina di Sergio Giardo) e uno più minuto (e forse sbaglio a citarlo).
Rimando 1: A pagina 71 assistiamo ad un’uscita da una piscina che ci rimanda ad Apocalypse Now in una tavola che è una sorta di palingenesi o di battesimo blasfemo: bellissimo!
Rimando 2: la Dolores che conosciamo poco dopo il prologo ha il volto (per me) della mamma di Miguel nella serie Cobra Kai (al secolo Vanessa Rubio). Una attrice dal volto intenso e dai tratti ispanici.
Infine un nota bene su una scena che Giusfredi ama molto mettere nei suoi fumetti: la trasformazione in non-morto! Gustatevela!
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