MM376 è un nuovo inizio e qui devo fare i miei complimenti a quella vecchia volpe di Alfredo Castelli che piazza due colpi a segno da esperto e navigato uomo di editoria a fumetti. Lo scorso numero – lo abbiamo scritto – è stato per noi l’Omaggio con la O maiuscola agli 80 anni Bonelli con un mystero che affonda nelle origini della casa editrice. C’era poi ancora la medaglia di Java, c’era il ritorno alla mensilità e al formato slim (o ultra slim) con una bella (o brutta per alcuni, ma non per me) serie di rubriche… funzionava?
Per me era una bella ripartenza, ma la prova del 9 era questo numero 376 simbolicamente intitolato Come ai vecchi tempi. E Castelli ha affidato a Carlo Recagno e Fabio Grimaldi (che non conoscevo, e che ha svolto con bravura e cura il suo lavoro) questo gravoso incarico. Risultato: ancora meglio del 375 per me.
Ma non voglio perdere il tono un po’ scanzonato e soprattutto a-sistematico di queste pillole di recensioni e quindi eccovi i miei appunti sparsi (appunti di un vecchio lettore ritornato con curiosità).
Come ai vecchi tempi – Martin Mystère n.376 (giugno 2021)
Soggetto e sceneggiatura: Carlo Recagno (che potete vedere splendere a pagina 2)
Disegni: Fabio Grimaldi
Copertina: Giancarlo Alessandrini
Mu e Atlantide… e tutto ti sorride!
Non è così anche per voi? Se sentite questi due nomi (o anche uno solo dei due)… subito qualcosa si muove nelle vostre viscere e avete la salivazione a mille? Ed effettivamente Recagno sa giocare con il nostro desiderio e ci offre una storia che ha la sua dose di racconto mitologico muviano! I combattimenti di Susano sono godibili e anche pieni di ironia nel loro omaggiare film e cartoni animati degli anni ’60 e ’70 provenienti dal Sol Levante. Ma forse c’è un solo altro argomento che suscita l’immediata approvazione del lettore martinysteriano di lunga data ossia:
Il passato di Martin
Eh sì! Questo numero 1 (o scusate 376!) consente di riprendere in mano la stratigrafica biografia del nostro eroe e di rilanciare anche la sua continuità personale interna. La sua relazione con il padre Mark (su cui anche il secondo capitolo del romanzo d’appendice di Cappi ha da dirci qualcosa!), il suo amore per Diana, la sua formazione ad Agarthi e il suo legame con Java. E in mezzo un oggetto simbolico che lega la storia personale di Martin con quella cosmica e mitologica di Atlantide e Mu: il Murchadna. E allora se assommiamo tutti questi dati… forse ci manca solo un personaggio, no? Qualche indizio: La vendetta di Râ… poi vedete voi!
Ironia mysteriana in salsa recagnesca
«Dannazione, è veloce!… Ha due teste, ma sembrano otto!» e così da una battuta che passa di racconto in racconto si crea il mito. DA una sola vignetta ripresa poi nel racconto mitologico qualche volta nel fumetto e poi nella fantasmagoria nasce il mito. Un piccolo sunto di mitopoiesi au rebours che mi ha fatto davvero sorridere e che costituisce un altro tassello del mio personale riavvicinamento a MM. Il target dei lettori è ben chiaro: MM è un fumetto per tanti ma non per tutti ed è un fumetto metafora che ha provato a cambiare pelle per sopravvivere ai tanti marosi della vita editoriale… esito per ora: quasi 40 anni di presenza ininterrotta. Un mezzo miracolo di Alfy e co! Ed ora vediamo che accade nel Vampiro di Vienna, un’altra storia che dal titolo ci riporta indietro a tanti anni fa! Nostalgia e realtà immanente: una accoppiata che funzionerà? Lo scopriremo!
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