Simulacra – Samuel Stern n.14 (gennaio 2021)

Scritto da Paolo M.G. Maino

27 Gen, 2021

Il 2021 di Samuel Stern si apre con una storia che mi ha decisamente soddisfatto e come ormai da un po’ faccio vi presento per punti quello che mi ha convinto senza particolare paura di spoiler visto che tra pochissimi giorni uscirà il numero 15. Ma senza ulteriori indugi veniamo al commento di questo albo scritto dal consolidato trio Massimiliano Filadoro, Gianmarco Fumasoli e Marco Savegnago e disegnato da una new entry importante: Matteo Mosca che dai lidi della SBE inizia la sua collaborazione con la Bugs Comics (come già ha fatto Salvo Coniglione ne La casa delle farfalle).

 

 

Simulacra – Samuel Stern n.14

Soggetto e sceneggiatura: Massimiliano Filadoro, Gianmarco Fumasoli e Marco Savegnago

Disegni: Matteo Mosca

Copertina: Valerio Piccioni, Maurizio Di Vincenzo e Emiliano Tanzillo

 

La scuola per giovani dotati

Per me quando si parla di scuola e di potenzialità da esprimere e lo si fa in un fumetto il pensiero va inevitabilmente per me alla scuola di Charles Xavier per i giovani dotati ossia i mutanti. Ma ovviamente se si parla di scuola il punto è quanto al centro sia la valorizzazione degli studenti o meno. E l’atmosfera decadente in cui Samuel Stern si trova a indagare fin dal suo primo ingresso alla “Pernath School of art & craft” non fa presagire nulla di buono in questo senso, anche se la direttrice è animata da buone intenzioni. Per altro torna ancora una volta il tema educativo che sta particolarmente a cuore agli autori che ne hanno spesso parlato o hanno spesso ambientato storie in contesti scolastici o parascolastici. Mi piace questa attenzione che non è così consueta per la scuola soprattutto perché non è stereotipata. E poi Samuel è davvero l’eroe perché afferma: «Non posso abbandonare questi ragazzi. Devo scoprire cosa sta succedendo».

 

Professor Florian ‘Orson’ Grassvogel 

Un personaggio di quelli che entra nella mente e che rimarrà nel ricordo di questa bella storia. L’omaggio a Orson Welles è già ovviamente un importante scelta iconica e contribuisce a dare un’aurea di importanza al presunto artista. A questo aggiungiamo il gusto per un arte decadente e fortemente espressionista unita alla passione per i meccanismi automatici di moda a inizio novecento (ricordate Hugo Cabret?). Il tutto è un voluto richiamo al cinema delle origini e alla forza anche sconsiderata e senza inibizioni con cui sapeva scioccare gli spettatori. Metafora di quello che vogliono con noi lettori gli autori di Samuel Stern? Credo proprio di sì.

 

 

Attraverso lo specchio

Ok… ok… non facciamo il gioco di paragonare sempre Dylan e Samuel… ma lo specchio che raddoppia o svela che crea legami e che separa, che rivela quello che è più importante (l’anima?) mi ha ricordato una delle prime stupende storie di Dylan Dog e forse anche l’epilogo così poetico e commovente devono molto ad una certa atmosfera intima di tante belle storie dell’indagatore dell’incubo.

 

Signore e signori: Matteo Mosca!

Entra nel bel novero degli autori di Samuel Stern anche Matteo Mosca. Ed è un gran bel esordio. Mosca mette a disposizione il suo disegno pulito, efficace che sa dettagliare, ma anche alludere ed evocare senza rivelare. Dopo averci fatto camminare per le vie della Roma papalina in compagnia di Mercurio Loi, Mosca si adatta agli ambienti vagamente claustrofobia e cupi dell’edificio dei primi anni del 900 in cui si trova la scuola d’arte e lo fa con abili giochi di chiaroscuri che rappresentano le inquietudini che animano quella scuola. Un altro albo che mostra la cura a 360°, anzi direi l’amore che gli autori hanno per la loro opera.

 

 

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