Di seguito la recensione di Guatemala, l’ultimo Tex uscito in edicola che rappresenta il secondo capitolo della lunga saga in quattro albi scritta da Pasquale Ruju e disegnata da Stefano Biglia.
Riassunto dell’episodio precedente: Tex e i suoi pards al gran completo vengono chiamati da Montales in Messico perché il loro amico ha subìto un attentato che ha rischiato di ucciderlo. Decisi a scoprire chi poteva avere in mente di ucciderlo, i quattro ben presto scoprono una oscura rete di complotti e macchinazioni nati dal fatto che Montales aveva in mente di bloccare l’espansionismo commerciale di Preston Cooper, magnate del caffè del Guatemala. Montales, desideroso di fare chiarezza su quanto è accaduto, decide di compiere il già programmato viaggio in Guatemala, ma con lui ci sarà, oltre a Tex, anche il giovane Rodrigo, nuovo personaggio incontrato dai due in circostanze misteriose.
Guatemala – Tex n.722
Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Stefano Biglia
Copertina: Claudio Villa
Il primo albo aveva piacevolmente colpito tutti e si è atteso il secondo capitolo con l’ansia di proseguire la lettura. Si tratta infatti di una di quelle rarissime storie che vedono Tex agire al di fuori dei suoi tradizionali confini: se il gran numero delle avventure del ranger in camicia gialla avviene nel sudovest, o comunque all’interno degli Stati Uniti, un numero minore, ma significativo, è destinato alle storie in Messico o in Canada. Ciononostante, negli oltre settant’anni di vita editoriale sono state pochissime le occasioni che hanno visto i quattro pards prendere il mare per avventurarsi lontano dalla loro terra d’origine.
E questa appartiene a questo piccolo gruppo.
Sinossi: Tex e Montales rievocano il loro incontro con Rodrigo: indio del Guatemala, era un piccolo coltivatore che viveva in pace con la moglie e il figlio fino a quando una legge scritta a favore dei grandi proprietari terrieri lo ha privato di ciò che possedeva. Durante uno scontro con gli indios della Negra Muerte, una setta al soldo dei grandi latifondisti, Rodrigo è costretto a separarsi dalla famiglia e prenderà il mare, ma le onde lo porteranno lontano fino a quando non verrà salvato da Montales. Il gruppo intero giunge in Guatemala e si divide: mentre Montales, Kit Carson e Kit Willer proseguono la loro opera diplomatica, con gli ultimi due che si fingono distinti uomini d’affari, Tex e Tiger Jack si addentrano nella giungla con Rodrigo per aiutarlo a ricongiungersi con la sua famiglia e fare luce sulla Negra Muerte. Nel frattempo, si imbattono in un gruppo di rivoltosi che si sono visti espropriare la terra. Il loro capo, Jairo, inizia a raccontare a Tex alcuni dettagli sulla Negra Muerte.
Il secondo albo è inevitabilmente più lento e posato del precedente: con i pards divisi era destino che il ritmo scendesse per permettere a ognuno di avere il proprio spazio e Ruju è riuscito nell’impresa di condensare numerosissimi avvenimenti nel corso delle 110 pagine dell’albo, le quali non sono certo poche, senza che ognuno di essi si svolgesse rapidamente e in maniera frettolosa. Anzi, l’andamento solenne e misurato dell’albo permette al lettore di soffermarsi di più sulla trama, di godersi il racconto e la bellezza di dialoghi e disegni.
Questi ultimi sono il fiore all’occhiello di questa lunga saga sudamericana: cresciuto alla corte del leggendario Renzo Calegari, Stefano Biglia ha evoluto e raffinato il proprio tratto fino a renderlo estremamente personale e moderno pur nella classificità che da sempre contraddistingue il disegno realistico in casa Bonelli. Perfettamente a suo agio nelle atmosfere prettamente western e in quelle più esotiche e a tratti salgariane, il bianco e nero di Biglia trova i suoi momenti migliori nel lungo flashback destinato a Rodrigo e nella più breve, ma sempre evocativa scena della traversata delle montagne.
Il lavoro di Biglia è costato anni e anni di lavoro, dato che la sua ultima storia sul mensile risale all’estate del 2016, ma possiamo traquillamente dire che ne è valsa la pena e che il disegnatore ligure è ormai a tutti gli effetti una delle punte di diamante della scuderia texiana nonostante abbia solo due storie complete sul curriculum e la terza in pieno svolgimento. Sia chiaro che il suo curriculum è lunghissimo e risale ai primissimi anni ’90, quando ancora lavorava in coppia con Luigi Coppello presso lo studio di Calegari. Con un pedigree simile non stupisce che da anni sia chiamato a illustrare storie di punta per Tex.
Promosso a pieni voti anche il secondo albo, quindi, che pur nella sua classicità (il complotto dei grandi proprietari terrieri disposti a tutto pur di arricchirsi non è certo una novità in Tex) riesce a trovare numerosi spunti di originalità grazie alla suggestiva ambientazione sudamericana.
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