Siamo a fine giugno e, come ogni anno che si rispetti dal 1988 ad ogni, è in questo periodo dell’anno che esce il Texone. Nato quasi per caso come festeggiamento per i 40 anni di Tex, la serie arriva quest’anno al numero 36 e presenta una storia speciale in tutti i suoi aspetti: lo sceneggiatore è Mauro Boselli, curatore della collana, mentre ai disegni abbiamo, come di consueto, un autore eccezionale che quest’anno corrisponde a Massimo Carnevale. La storia, dal titolo La vendetta delle ombre, è speciale anche per un altro motivo: invece che le consuete 224 pagine, questo Texone ne ha ben 240, più i consueti redazionali. Una vera e propria sorpresa nella sorpresa, visto che già a febbraio i lettori erano stati deliziati dal lavoro maestoso di Claudio Villa in un altro Texone fuori serie, L’inesorabile.
La vendetta delle ombre – Texone n.36
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni e copertina: Massimo Carnevale
Personalmente ritengo che i Texoni usciti negli ultimi anni, perlomeno dal 2016 in poi, anno di pubblicazione di Captain Jack di Tito Faraci ed Enrique Breccia, non solo rappresentino le vette assolute della serie, nel senso che la qualità media non è mai stata così alta, ma vadano oltre, scardinando i confini della classica storia di Tex per diventare altro.
Per espressa volontà editoriale, i Texoni dei primi anni presentavano perlopiù storie che potevano essere inserite benissimo nella serie mensile. Il motivo è presto detto: siccome lo scopo dei Texoni era presentare dei disegnatori speciali, con un tratto personale, innovativo e fuori dai canoni, almeno la storia doveva essere classica e rassicurante per il lettore medio.
Certo, le eccezioni ci sono, come La valle del terrore di Magnus o Patagonia di Pasquale Frisenda.
Da alcuni anni a questa parte, da quando, cioè, Mauro Boselli è diventato il curatore della serie, i Texoni sono diventati speciali anche nel tipo di storia raccontata e questo albo presenta la storia più particolare di tutte.
La Sceneggiatura di Mauro Boselli
Un circo itinerante chiamato Indian Carnival fa il tour delle cittadine del Kansas e ovunque si fermi si verificano misteriose morti. Sulle tracce dei fratelli Fortune, una coppia di banditi gemelli, Tex e i suoi pard si imbattono nel misterioso carrozzone e subito si rendono conto che c’è qualcosa di strano nei suoi componenti. Chi sono il capocarovana Shado, lo scheletrico Skeleton, la Strega-Ragno e la bellissima Tesan-Win? Sono normali giocolieri e illusionisti, oppure no? Ad essere strana, però, è anche la cittadina di Cedar Grove perché gli abitanti sembrano nascondere un oscuro segreto.
Leggendo l’albo è palese che Mauro Boselli si sia divertito molto a scrivere questa storia. La sceneggiatura, per quanto abituata a correre su più binari paralleli, scorre con piacevolezza fino alla fine, quando tutte le linee narrative si congiungono in un finale dal sapore apocalittico. Le scene da antologia sono numerose: il prologo horror, la prima sparatoria, l’ingresso di Tex e Carson nella villetta deserta e la scena con i serpenti. Non manca qualche piccolo giro a vuoto (che non posso rivelare perché avviene verso la fine, perciò evito di incorrere negli spoiler), ma nel complesso siamo di fronte ad una prova d’autore di assoluta grandezza.
I disegni di Massimo Carnevale
A stupire più di tutti, però, è il lavoro svolto da Massimo Carnevale.
Con una produzione minimale nel corso degli anni, Carnevale è una voce unica e personale all’interno del panorama fumettistico italiano. Si tratta di quel disegnatore che appena lo si vede su un fumetto si pensa ecco, questo è lui senza neppure andare a leggere il nome in seconda di copertina.
La lavorazione del Texone è durata anni e ha messo a dura prova il disegnatore romano, il quale tempo prima aveva addirittura rifiutato un altro albo speciale di Tex (Luna insanguinata, poi diventata una storia per il mensile disegnata da Corrado Mastantuono), costringendolo a muoversi su scenari per lui inediti e a raffigurare una storia complessa, piena di cambi di scena e con numerosi personaggi.
Il risultato finale è letteralmente un capolavoro: non c’è inquadratura che non sia studiata alla perfezione, non c’è gioco di luci e ombre messo a caso. Tutto è studiato, tutto è frutto di un intenso lavoro di studio e ricerca. Le figure di tutti i personaggi, Tex in primis, sono centrate al primo colpo, riconoscibili nonostante la personalità della mano del disegnatore. Si tratta del tipico caso, come è consuetudine dei Texoni, di un albo pensato appositamente per la mano di chi lo andrà a disegnare e mai scelta fu più azzeccata. Solo Carnevale poteva farlo, qualunque altro disegnatore tranne, forse Corrado Roi, ma già utilizzato su un altro albo speciale, avrebbe fallito.
Cosa abbiamo, quindi?
Uno dei Texoni migliori in assoluto, volutamente sopra le righe e con tocchi di irrazionalità che contribuiscono a renderlo ancora più speciale. Probabilmente l’operazione svolta da sceneggiatore e disegnatore è così particolare che si tratta di un albo che dividerà molto i lettori, tra chi lo adorerà e chi lo odierà probabilmente per gli stessi motivi.
Si tratta comunque di un Texone fondamentale nella lunga saga di Tex.
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