Piccoli spaventati guerrieri – Orfani n.1 (ottobre 2013)

Scritto da Paolo M.G. Maino

2 Apr, 2020

La corsa dei numeri uno gratuitamente offerti in pdf dalla Sergio Bonelli Editore ha ormai raggiunto uscite molto vicine a noi, ma riscoprirle e rileggerle ci sta riservando più che qualche sorpresa (e anche questo aspetto di novità è un fattore su cui vorrei tornare e mi piacerebbe parlarne con gli amici del gruppo L’avventura a fumetti da A(dam) a Z(agor), non ci siete ancora? cosa aspettate??). 

Oggi, 2 aprile, è il turno di Piccoli spaventati guerrieri, il numero 1 della prima stagione della serie Orfani, la prima serie nata a colori per l’edicola. 

Una serie che ho seguito nella sua interezza in tutte le sue stagioni (Ringo, Nuovo mondo, Juric, Terra, Sam) e che mi ha più che soddisfatto nel complesso. A questa soddisfazione complessiva (da opera completata) si aggiunge il gusto della lettura che i primi dodici numeri, ovvero la prima stagione, mi hanno regalato.

Ma bando ad altre premesse e parliamo di questo numero uno.

Orfani 1

Massimo Carnevale

Piccoli spaventati guerrieri – Orfani n.1

Soggetto e sceneggiatura: Roberto Recchioni

Disegni: Emiliano Mammucari

Copertina: Massimo Carnevale

Colori: Lorenzo De Felici e Annalisa Leoni

Roberto Recchioni, ideatore dell’intero progetto e sceneggiatore di molte degli albi più belli (direi in assoluto), Emiliano Mammucari (disegnatore di questo primo numero e poi copertinista della seconda stagione), e Massimo Carnevale (copertinista), affiancati dai coloristi Lorenzo De Felici e Annalisa Leoni che da questo momento diventeranno ‘pezzi da novanta’ tra i collaboratori stabili Bonelli ci offrono un numero che è davvero un ‘pilota’ perfetto.

Due tempi narrativi: il passato dell’addestramento degli Orfani, il presente della guerra agli alieni (ma chi ha già letto sa… per gli altri… se vorrete, scoprirete).

Due scelte narrative qui ben precise: il post-apocalittico prima, la fantascienza ipertecnologica e militaresca (alla Fanteria dello spazio di Heinlein per intenderci) dopo.

E la storia andrà avanti così per 12 numeri a svelare e disvelare tra flashback e flashforward, tra sogni e delusioni, tra amori e tradimenti.

Orfani: il passato

La forza di Orfani, che pure nell’apparenza esteriore e immediata sembra stare proprio nel plot narrativo, risiede per me tutta nei personaggi. 

Gli Orfani sono allo stesso tempo archetipi sovratemporali (e del resto i loro soprannomi sono nomen omen) e personaggi reali che conquistano la loro caratterizzazione albo per albo generando un’empatia (o profondo ribrezzo e quindi attrazione fatale) con il lettore soprattutto per tutto quello che di sincero e umano gli orfani sembrano ancora in grado di vivere e comunicare.

E i cattivi? Gli alieni? Naaa… da subito la nostra attenzione è tutta sulla Juric, la burattinaia che gioca a fare il demiurgo (o addirittura una divinità?).

Non è un racconto di speranza ed edificante, ma questo non vuol dire che non ci sia amicizia sincera, amore vero ed eroismo disinteressato (siamo in una serie Bonelli del resto!).

Mammucari

Il fronte dei disegni è qui magistralmente presentato nei tre elementi chiave.

Una copertina che sembra la traduzione in chiave post-moderna de Il fanciullino di Pascoli da parte di Massimo Carnevale.

I disegni di Emiliano Mammucari sono stati nel 2013 un altro step importante che ha dimostrato la crescita di questo disegnatore oggi davvero tra i più espressivi e dal tratto tra i più riconoscibili.

I colori di di Lorenzo De Felici e Annalisa Leoni ‘narrano’ tanto quanto i disegni e la sceneggiatura. Si apre in modo strutturato una stagione nuova per la Sergio Bonelli Editore: l’eccellenza del bianco e nero che si unisce ad una rapida scalata dell’eccellenza nel colore.

Insomma… se non avete letto mai Orfani… questo è il punto di partenza, ed è gratis!

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