Il re in giallo – Dampyr n.235 (ottobre 2019)

Scritto da Paolo M.G. Maino

7 Ott, 2019

 E alla fine arrivò la conclusione della lunga esalogia di Dampyr tra multiverso e Grandi Antichi! Dopo i viaggi interdimensionali immaginati e visualizzati da Nicola Genzianella, Maurizio Rosenzweig, Corrado Roi è toccato ad un altro maestro del fumetto italiano, ovvero Luca Rossi, chiudere il cerchio della vicenda legata a Carcosa, alla Pallida Maschera e al Re in Giallo.

 

Dove eravamo rimasti? Dalla Terra del Crepuscolo, Nyarlathotep apparentemente sconfitto è scomparso ma con lui anche Kurjak che pare finalmente (e purtroppo) aver raggiunto la terribile Carcosa. Sempre più succube della Pallida Maschera, Kurjak deve andare ad annunciare l’arrivo del Re in Giallo che a sua volta aprirà le porte del multiverso ai Grandi Antichi facendo uscire Carcosa dai mondi intermedi.

 

 

Il re in giallo – Dampyr n.235

Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli

Disegni: Luca Rossi

Copertina: Enea Riboldi

Harlan Draka si muove ora con l’aiuto del padre Draka oltre che di Tesla, Dandy, di Xeethra e del principe Emil. Ma a questo gruppetto si aggiungono a dar man forte nell’ultimo drammatico tentativo di salvare l’intero multiverso Ann Jurging e la succube Eisheth con il suo parco di sinuose e gattose donne del Mohagany Hall da cui si è partiti per questa folle cavalcata di sei numeri. E l’impressione di una ring-komposition è amplificata da tanti altri elementi che ritornano da quel Dampyr 188 in cui Emil Kurjak ha ricevuto il parassita della Pallida Maschera e anche dalla vicenda del tumore polmonare di cui si era avuta chiara diagnosi sempre nel primo numero dell’esalogia.

Questo è uno degli elementi più convincenti di questo numero (e di questi sei numeri in generale), Boselli con decisione chiude delle trame in modo ragionevole e narrativamente sensato e ho l’impressione che per un bel po’ non dovremmo assistere ad ulteriori vicende legate al multiverso e ai Grandi Antichi. Ma oltre alla piena soddisfazione per il lettore di vedere queste trame lunghe anni chiudersi, c’è anche il gusto di camminare finalmente nella vera Carcosa e di compiere un ultimo salto nel multiverso in compagnia dei nostri eroi.

E poi c’è l’eredità di qualcosa che resta. Innanzitutto la chiarezza sul destino di Kurjak (si poteva fare diversamente? Giudicate voi a lettura conclusa, ma anche riflettendo sul percorso almeno degli ultimi 50 numeri, del percorso suo e di Tesla per altro); poi la conferma dell’importanza del ruolo di Ann Jurging (ma sarà ancora così dopo il prossimo numero di Giusfredi e Fortunato???); infine la capacità di aggiungere nuovi personaggi nella saga (lo scrittore Ambrose Bierce) che sentiamo subito come ragionevolmente connessi e inseriti, a cui ci affezioniamo e che (lo credo) torneranno ancora nei mesi a venire.

Un ultimo appunto, prima di parlare dei disegni: e Harlan? Harlan è stato davvero un comprimario d’eccezione negli ultimi sei numeri (e sicuramente negli ultimi 4), eppure tutto ruota attorno a quello che lui come personaggio è riuscito a costruire attorno a sé. Senza il Dampyr nulla di questo sarebbe successo, è lapalissiano – lo so -, ma non banale né scontato. Certo ora vogliamo tutti un bello scontro con un Maestro della Notte e se possibile almeno Lord Marsden o von Henzig!

Che dire dei disegni? Luca Rossi ci offre una prova superba che sa oscillare tra l’onirico e il perfettamente realistico senza mai scendere dalla sua cifra stilistica potentemente espressionista, gotica e così evocativa coi suoi attesi e ben noti e anche così sempre graditi chiaroscuri. Un’ottima ennesima dimostrazione della qualità di questo disegnatore a cui ora vorrei fosse affidata la prova per eccellenza del fumetto italiano: un Texone!

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