Da qualche settimana è in edicola Pinkerton Lady, il nuovo albo di Tex Willer, la recente collana dedicata al ranger più famoso della Sergio Bonelli Editore ambientata durante i suoi anni giovanili, quando era ancora un fuorilegge scavezzacollo e solitario, anche se sempre dalla parte della giustizia. Ai testi troviamo l’ideatore e curatore della serie, ovvero Mauro Boselli (impressionante il numero di tavole da lui sceneggiate in questo 2019), mentre ai disegni ritroviamo Roberto De Angelis, già disegnatore della prima quadrilogia uscita tra il 2018 e il 2019.
Pinkerton Lady – Tex Willer n.10
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Roberto De Angelis
Copertina: Maurizio Dotti
Siamo nel 1858 e Tex viaggia su un battello guadagnandosi da vivere con le carte, sistema che in futuro gli tornerà molto utile. Nello stesso luogo si trova anche Kate Warne, una giovane donna che ha una missione da compiere: impedire che qualcuno tenti di uccidere il giovane senatore Abramo Lincoln prima che diventi Presidente degli Stati Uniti. Kate è infatti una agente Pinkerton, la celebre agenzia investigativa degli Stati Uniti. A macchinare nell’ombra ci sono altri due misteriosi figuri: un uomo di nome Steve Dickart e sua sorella Lily, due persone che, in futuro, causeranno non pochi grattacapi a Tex.
Insomma, tante piccole cose atte a stuzzicare il palato dei lettori di lunga data, anche di quelli che vorrebbero vedere Tex che non fa altro che giocare a carte, fumare sigarette, bere caffè e birra e mangiare bistecca con patatine.
Naturalmente, aldilà dell’aspetto più nerd della questione, che al sottoscritto interessa meno di zero, c’è poi l’aspetto qualitativo del racconto: Mauro Boselli si diverte un mondo su questa nuova serie e si vede. Libero dai paletti della serie classica (che ogni tanto lo stesso Boselli decide di aggirare, se la storia lo permette), lo sceneggiatore imbastisce un racconto ricco di elementi femminili, sempre minoritari nella collana, e il giovane fuorilegge sembra esercitare un fascino non indifferente su almeno un paio di fanciulle. C’è poi da considerare il fatto che Boselli sembra essere sempre più a suo agio nel nuovo formato a 64 pagine (mentre invece nella prima storia mostrava di non averci fatto del tutto il callo), esibendosi in alcune ellissi narrative e passaggi temporali piuttosto arditi, ma che risultano vincenti.
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