La figlia di Satania – Tex n.707 (settembre 2019)

Scritto da Francesco Benati

27 Set, 2019

Da alcuni giorni è in edicola La figlia di Satania, nuovo albo di Tex edito dalla Sergio Bonelli Editore che conclude la trilogia iniziata a luglio con La maschera di cera e proseguita ad agosto con Il club dei Tredici. Al timone di questa storia troviamo il curatore e sceneggiatore Mauro Boselli ai testi e Michele Benevento ai disegni.

Ormai non è più un segreto di Stato: questa storia è un vero e proprio sequel di Satania, leggendario numero 5 della serie regolare che contiene un’avventura che ha fatto davvero epoca, anche se più per l’effetto nostalgia che per il suo effettivo valore (ammettiamolo: riletta oggi, Satania non è poi questa gran cosa).

 

 

La figlia di Satania – Tex n.707

Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli

Disegni: Michele Benevento

Copertina: Claudio Villa

Satania era Cora Gray, una banditessa che, sfortuna sua, si è trovata ad affrontare Tex Willer e Kit Carson nella loro prima missione insieme! Nascosta dietro una maschera esotica, Cora Gray è diventata una rapinatrice a capo di un gruppo di fuorilegge, ma l’intervento dei ranger ha messo fine ai suoi piani e lei stessa ha messo fine alla propria vita buttandosi in un dirupo.

Riassunto delle puntate precedenti (a questo punto direi che è d’obbligo): Tex e Carson vengono chiamati dall’amico Mac Parland, agente dell’agenzia investigativa Pinkerton, nella città di Los Angeles per indagare su alcuni misteriosi traffici. Arrivati sul posto, i tre pard scoperchiano un vero e proprio nido di serpenti rivelando il misterioso club dei Tredici capitanato dall’altrettanto misterioso Mr. Doom, individuo dal volto coperto da una maschera di cera. Nella vicenda finiscono coinvolte anche alcune donne, la cantante Lavinia Jones e la bella Joan Fischer, da poco rientrata in città. Proprio Joan è vittima di un mostruoso orango del borneo, fortunatamente salvata da Tex e Carson. Sulle tracce di Mac Parland, i due pard si ritrovano in una caverna dove si imbattono in una misteriosa figura mascherata…

 

 

Ammettiamolo: mi è servita una lettura supplementare di tutta la saga per poter capire fino in fondo quello che ho letto perché la sceneggiatura di Mauro Boselli è davvero densissima di avvenimenti. I personaggi, a ben vedere, non sono poi così tanti, non se rapportati alla solita mole messa in scena dall’autore milanese, ma di cose che accadono ce ne sono parecchie e il rischio di farsi travolgere dagli eventi è alto.

Mettiamola così: questa è una di quelle storie che necessita di più letture per poter essere colta nel suo complesso, soprattutto perché parliamo di un thriller in cui c’è un personaggio che ha una sorta di doppia vita, quindi è interessante andarsi poi a rileggere la storia conoscendo già la sua vera identità.

Mauro Boselli, a differenza di GL Bonelli, all’aspetto giallo/thriller della trama ci tiene eccome (mentre la Satania originale si indovinava subito dopo due microsecondi), infatti la vera identità della figlia di Satania rimane un mistero fino alle pagine finali della storia, anche se non è obbligatorio essere un lettore esperto per prevedere chi si cela dietro la maschera.

 

 

L’albo finale è un concentrato di azione e avventura nei dintorni di Los Angeles e anche in città, con il doppio binario narrativo di Tex e dello sceriffo, due binari destinati a ricongiungersi nel finale.
Finale che ha decisamente sorpreso il sottoscritto. Senza fare spoiler di alcun tipo, è evidente l’intento di Boselli di recuperare parte del pantheon texiano (non a caso è stato l’artefice del ritorno di Lupe Velasco, vecchia fiamma del ranger) per riconsegnarlo a nuova vita ad un nuovo pubblico e a una nuova generazione di lettori, gli unici destinati a raccogliere il testimone.
Certo, lo spiegone finale risulta essere un po’ pesante, ma si tratta di un piccolo neo che non va a inficiare la qualità complessiva di una storia molto buona.
Così come molto buoni sono i disegni di Michele Benevento. Purtroppo si nota una certa difficoltà nell’inquadrare Tex in maniera definitiva, visto che la figura del ranger sembra essere presa in prestito ora da quel modello (nel senso di disegnatore, intendiamoci) e ora da quell’altro, ma l’impegno c’è e comunque Benevento avrà sicuramente occasione di prendere maggiore confidenza con il ranger e con il suo mondo.
Ricordiamoci sempre che finora ha disegnato una sola storia, peraltro breve e a colori, quindi questo è una sorta di secondo debutto.

 

 

Aldilà della figura di Tex, Benevento sembra aver assecondato pienamente la sceneggiatura di Boselli, anche se è noto che il Bos è da sempre molto rigido sulle sue indicazioni, gestendo benissimo la regia dei personaggi e garantendo sempre e comunque la leggibilità e la chiarezza delle vignette.

Per concludere, ci troviamo sicuramente di fronte ad una storia molto buona sotto tutti i punti di vista che può essere vista come una sorta di trampolino di lancio per avventure future.

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1 commento

  1. Mi dispiace non essere d'accordo ma Boselli ha snaturato Tex. Troppa carne al fuoco e Tex, spesso, risulta comprimario. A me, Boselli e le sue storie, non piacciono per nulla.

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