Sierra madre – Tex Willer n.9 (luglio 2019)

Scritto da Francesco Benati

19 Ago, 2019

Con Sierra Madre si conclude la seconda, lunga storia di Tex Willer, la nuova collana dedicata a Tex della Sergio Bonelli Editore ambientata in un periodo in cui il ranger era un giovanissimo fuorilegge solitario. Alla conclusione di questa pentalogia troviamo il curatore e creatore della serie Mauro Boselli alla sceneggiatura e Bruno Brindisi, ormai passato in pianta stabile sulla collana, ai disegni.

 

Sierra madre – Tex Willer n.9

 

Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli

Disegni: Bruno Brindisi

Copertina: Maurizio Dotti

Facciamo il solito e inevitabile riepilogo: Tex Willer è ambientata grossomodo alla fine degli anni ’50 dell’800, in un’epoca in cui il West era ancora una terra tutta da colonizzare e c’era ampio spazio per l’avventura più sfrenata, con le tribù indiane bellicose ancora sul sentiero di guerra e non ancora confinate nelle riserve come sarebbe avvenuto una trentina d’anni più tardi. La serie si rifà, per stile e modalità narrative, a quel Tex prima maniera della fine degli anni ’40 e inizio anni ’50, quando il ranger era un fuorilegge, anche se accusato ingiustamente e dalla parte dei buoni.

 

 

La prima storia, pubblicata a novembre dell’anno scorso, riprende Il totem misterioso di Bonelli e Galleppini, storia d’esordio del futuro ranger in camicia gialla. Dopodiché, da qualche mese è iniziata questa lunga epopea durata ben cinque numeri e che ha visto Tex allearsi con due ex disertori messicani per salvare Tesah, rapita assieme ad altre giovani donne per essere vendute ai comancheros. La bella principessa indiana, però, conosce molto bene il segreto del tesoro dei Pawnee e quindi deve cercare di tenere la bocca chiusa.

Tex, in compagnia dei suoi due pard Pedro e Miguel, intraprende quindi questo viaggio che li porterà fino a Rancho Sangriento dove alloggia una guarnigione messicana, il cui generale è intenzionato a mettere le mani sul tesoro per poter così finanziare la propria campagna fino ai posti più alti del paese.

Attendevo questo numero con ansia per due buoni motivi: il primo è che una storia così lunga, letta a cadenza mensile, a un certo punto diventa quasi sfiancante e non si vede l’ora di leggere la fine. Il secondo motivo è che, finalmente, ho la possibilità di valutare la storia nel suo complesso.

 

Per farlo, ho dovuto rileggerla dall’inizio alla fine e la conclusione è che ci troviamo davanti ad un ottimo lavoro che non solo conferma il valore di Mauro Boselli come sceneggiatore, ma rende evidente come l’autore milanese si stia reinventando alla grande nonostante i 66 anni di età [ndr. che non sono poi molti!!!]!. L’appuntamento con il declino è rimandato, la vecchiaia è rispedita al mittente: Boselli gestisce il ritmo della narrazione in maniera magistrale, nonostante la nuova gabbia da 64 pagine cui è costretto a muoversi. Se nella prima storia questo meccanismo sembrava non essere stato assimilato del tutto, ora è evidente che Boselli è riuscito a farlo suo senza problemi e vi si muove con inaspettata naturalezza.
Ogni albo, pur facente parte di un racconto più lungo, ha una propria trama centrale, ogni personaggio ha il proprio ruolo e la propria missione, nulla è lasciato al caso. Forse, vista l’attesa, mi aspettavo un po’ di fuochi d’artificio in più per questo albo conclusivo, ma direi che il finale sia comunque più che soddisfacente.

Con questa storia salutiamo Pedro e Miguel, ma non è detto che non li si possa incontrare nuovamente in futuro.

 

Comparto disegni: Bruno Brindisi si è calato ottimamente nelle atmosfere texiane. Se le sue prime prove, per quanto più che buone, erano appesantite dall’inesperienza, qui il lavoro fila liscio come l’olio dalla prima all’ultima pagina. Il Tex di Brindisi, ottimamente ripreso da quello di Galep, è energico e scattante e con il fisico giusto per l’età e per il personaggio. A quanto pare Brindisi è già al lavoro su una nuova storia del giovane fuorilegge e guai se così non fosse, visto l’ottimo lavoro che abbiamo qui.

Potrei dilungarmi ulteriormente sul dinamismo delle forsennate scene d’azione che si susseguono per tutta la lunga storia o per il sapiente uso di inquadrature e prospettive, il tutto senza mai perdere di vista la leggibilità o la tradizionalità della gabbia bonelliana, ma credo che la cosa migliore sia che corriate subito ad accaparrarvi l’albo.

In conclusione, questa seconda storia di Tex Willer testimonia la ventata d’aria fresca che permea questa serie che ormai da quasi un anno si affianca al classico mensile dove il ranger adulto vive le proprie avventure in compagnia dei suoi pard.
Ora la palla passa all’ormai collaudata coppia composta da Mauro Boselli e Roberto De Angelis per una nuova storia in quattro albi in cui avremo a che fare nientemeno che con un giovane Steve Dickart, alias il futuro Mefisto.

 

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