Ai testi troviamo ovviamente Gianfranco Manfredi e ai disegni Pedro Mauro che come da consuetudine chiude la storia doppia iniziata il mese scorso con Cartoline dalle vacanze.
Riti pagani – Cani Sciolti n.10
Soggetto e sceneggiatura: Gianfranco Manfredi
Marghe e Lina affrontano la rabbia violenta e frustrata dai loro rifiuti di un loro coetaneo che si presenta come il classico bullo prepotente e proprio in mezzo a questa tesa situazione scoprono anche un lato più umano e meno freddo della zia di Marghe; Pablo e Deb passata la Manica dopo un rapido saluto alla sorella di Pablo (non propriamente felice della sua relazione con il marito inglese, professore universitario di storia) si trovano coinvolti nei riti pagani del titolo durante la loro visita al complesso megalitico di Stonehenge ma più che approfondire la religione di Cu Chulain, si dedicano con loro sorpresa alle grazie di due disinibite ragazze; Turi riesce finalmente a procurare dei buoni ingaggi alla band di Milo e offre all’amico la possibilità di incontrare Antoine, un importante cantante francese dalle scelte non convenzionali.
Come al solito Manfredi ci guida nella narrazione passando da un gruppo all’altro con buona cura dei tempi. E come al solito dentro le vicende dei suoi ragazzi coglie l’occasione di tratteggiarci usi, simboli, mentalità della società italiana di inizio anni settanta. Temi centrali sono sempre l’amore e le libertà (qui in particolare soprattutto per la trama legata alle due ragazze l’approfondimento e sulla questione della emancipazione femminile) e come spesso accade la musica è un importante filo conduttore, dalla rotonda sul mare di Senigallia (e al significativo incontro tra Milo e Antoine) allo storico concerto sull’isola di Wight con The Doors, Jimi Hendrix, The Who… ma ci parteciperanno Pablo e Deb? Questo lo scoprirete leggendo l’albo e sorpattutto lo capirete nel flashforward che ci porta nelle pagine finali al 31 dicembre del 1988 a Milano dove vediamo di nuovo i sei ragazzi con l’aggiunta della moglie di Deb e del novello sposo (di Marghe) il fotografo Italo Rossini.
Buono il lavoro di Pedro Mauro anche se forse qualche scena di azione in più lo avrebbe ancora di più esaltato, mentre ho avuto l’impressione di tavole finali un po’ affrettate, a fianco di scene molto belle come quelle a casa della sorella di Pablo e soprattutto la bella sequenza di Senigallia (unite alle sempre ottime figure femminile o agli accurati inseguimenti in auto).
Un altro numero buono anche se forse come già indicato nella scorsa recensione amo di più le storie che giocano sui piano temporali come accade ad esempio nei numeri 5/6 o anche 7/8.
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