Cartoline dalle vacanze – Cani Sciolti n.9 (luglio 2019)

Scritto da Paolo M.G. Maino

22 Ago, 2019

Con un certo ritardo e avendo già letto anche il numero 10 (Riti pagani), ecco la recensione del numero 9 di Cani Sciolti, Cartoline dalle vacanze.

E se si parla di vacanze, in questa bella e coraggiosa serie Audace, ad affiancare la sempre graffiante sceneggiatura di Gianfranco Manfredi troviamo i disegni del maestro brasiliano Pedro Mauro. Infatti dopo averci raccontato l’estate del 68 nei numeri 3 e 4, Pedro Mauro torna per descriverci le vacanze del 1970, occasione per Manfredi di farci conoscere di più i 6 ‘Cani sciolti’ impegnati però questa in tre viaggi e separati a coppie: Marghe e Lina in Sardegna, Pablo e Deb tra Francia e Inghilterra; Turi e Milo in un tour musicale del gruppo di Milo di cui Turi fa l’agente in Sud Italia.

Ma ovviamente le cose non vanno sempre perfettamente, in particolare per il tour della band di Milo che si arresta in Calabria per le agitazioni dell’estate del 1970 a seguito della decisione di assegnare il capoluogo di regione a Catanzaro e non a Reggio Calabria.
Storia e riflessioni sul costume italiano degli inizi degli anni settanta si incastrano con la crescita dei personaggi che stanno sempre più uscendo da una visione caricaturale per acquisire caratteri a tutto tondo realistici.

La vacanza delle due ragazze è l’occasione per Manfredi di approfondire il tema delle condizione della donna tra anni ’60 e anni ’70 in Italia e il quadro che ne emerge è quello di una posizione che oscilla tra la debolezza di genere e la lotta per una vera emancipazione, lotta che è però innanzitutto un problema anche di educazione del pensiero e della coscienza di sé e lotta che ha sempre tra i suoi temi chiavi quello delle relazioni amorose. Per le pagine legate a Marghe e Lina c’è inoltre un evidente obiettivo di Manfredi nel descriverci un contesto borghese annoiato e ben poco dinamico e costruttivo. Interessanti e ben poche note le pagine sulle ‘rivolte’ calabresi dell’estate del 1970, vicende che si sono perse nei nostri ricordi (e assenti dai miei studi personali) ma che servono a tratteggiare ancora una volta il difficile rapporto tra stato e società in quei complessi anni. Vicende che spingono Turi a dirigere il tour di Milo verso la riviera adriatica.

Arrivati a questo numero 9 si conferma a mio parere un’impressione generale in questa bella serie ed è per me il principale elemento di debolezza: il primo episodio del dittico di albi risulta generalmente interlocutorio (direi per ora ad eccezione del numero 7 carico della tensione che porterà alla vicenda tragica di Piazza Fontana e forse anche il numero 1 che ha una forte unità di tempo, luogo ed azione). Certo ripensando ora al numero 9 dopo aver letto il numero 10 quelle 60 pagine iniziali acquisiscono un respiro e una forza maggiori, ma la questione resta e forse è anche amplificata dal fatto che spesso il numero iniziale è ambientato interamente in un solo periodo storico mentre generalmente la seconda parte è più dinamica e gioca su vari piani temporali.

Come resta anche l’innovatività di una serie che ha il coraggio di provare a descrivere abitudini, costumi, scelte, cadute, speranze e illusioni di una stagione del nostro passato più o meno prossimo.
A brevissimo per la recensione del numero 10 (dove mi soffermerò di più sul viaggio europeo di Deb e Pablo e per la chiusura di questo dittico che gode anche del buon lavoro di Pedro Mauro (soprattutto ancora una volta nelle sue sexy figure femminili).

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