In occasione dell’ultima edizione di Cartoomics tenutasi a Milano tra l’8 e il 10 marzo ho avuto la possibilità di godermi diversi albi targati Sergio Bonelli Editore in anteprima, tra cui il numero 5 di Tex Willer intitolato I due disertori. I testi sono del curatore e ideatore della serie Mauro Boselli e i disegni di Bruno Brindisi.
Va bene, i primi quattro numeri della serie, ampiamente recensiti
su questo blog, hanno messo d’accordo parecchia gente e ne hanno scontentata altra che sperava di leggere qualcosa di più originale che non una rilettura ampliata de
Il totem misterioso, la celeberrima prima storia con la quale Tex si presentò in edicola nel lontano nel 1948 ad opera di
Gian Luigi Bonelli e
Aurelio Galleppini.
I due disertori – Tex Willer n.5
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Bruno Brindisi
Copertina: Maurizio Dotti
Ebbene, questa nuova storia si prefigge l’obiettivo di mettere letteralmente d’accordo tutti in quanto è proprio una storia nuova! Non un remake, non una rivisitazione o un reboot, niente di tutto questo: è semplicemente una storia del tutto inedita, mai vista prima, con un giovane e scatenatissimo Tex Willer come protagonista assoluto.
Sinossi: Tex è diretto a Saint Thomas per rivedere Tesah, con la quale si era lasciato al termine dell’avventura precedente. Il suo viaggio, però, è lastricato di problemi: le strade del sudovest sono percorse da bande di disertori dell’esercito messicano ed è in una di queste che si imbatte il giovane fuorilegge. Dopo aver salvato una missione di frati dall’incursione di una banda di disertori, Tex si trova a dover fare fronte comune con gli unici due superstiti per affrontare nuovi e spietati avversari.
Facciamola brevissima: dopo un iniziale rodaggio, con questa storia Tex Willer può finalmente spiccare il volo. Libero dall’ingombrante presenza di GL Bonelli, Mauro Boselli ha la possibilità di esprimersi al meglio inserendo tutte le tematiche a lui più care: le avventure rocambolesche, i personaggi che da iniziali antagonisti diventano, sia pure con qualche riserva, alleati del protagonista e così via.
Boselli non resiste alla tentazione di inserire alcune scene molto poco politicamente corrette, vedi il bellissimo interrogatorio di Tex ai danni dei malcapitati disertori o il leggendario trucchetto del fiammifero tra le dita dei piedi.
Rispetto agli albi precedenti, Boselli gestisce più sapientemente il ritmo, anche perché la storia sarà lunga ben cinque albi, e riesce ad inserire parecchi avvenimenti anche in solo 64 pagine di fumetto. Naturalmente è ancora molto presto per poter giudicare l’intero lavoro, cosa per la quale dovremo aspettare addirittura luglio.
Quello che possiamo già fare è valutare in maniera più che positiva il lavoro svolto dal disegnatore Bruno Brindisi.
La sua militanza sulle pagine di Tex si è limitata al Texone I predoni del deserto, sorta di versione texiana de Una ballata del mare salato di Hugo Pratt, su testi di Claudio Nizzi. Sempre di Nizzi è la sua seconda prova sulle pagine del ranger con la parte conclusiva di Muddy Creek che conclude una storia che il compianto Vincenzo Monti aveva lasciato a metà a causa della sua prematura scomparsa. Come terzo e ultimo giro, Brindisi aveva inaugurato la collana dei Color Tex con uno dei pochi Color lunghi a mio avviso degni di nota, ovvero E venne il giorno scritto da Mauro Boselli.
L’operato di Brindisi è decisamente diverso da quello di Roberto De Angelis, illustratore dell’avventura precedente. E illustratore non è un termine usato a caso, dato che il lavoro di De Angelis, per quanto ottimo, è da sempre più improntato all’illustrazione: ogni pagina, ogni vignetta, è una sorta di piccolo quadro che si potrebbe incorniciare.
Brindisi, invece, ha un approccio decisamente più narrativo e questo si nota nella perfetta gestione della concatenazione delle vignette. La sua rappresentazione di Tex è più fedele alla versione di Galep rispetto che a quella più recente del giovane Tex resa da Stefano Andreucci a partire dal Texone Il magnifico fuorilegge del 2017 e alla quale anche De Angelis si è attenuto.
Tra le scene migliori realizzate da Brindisi sono indubbiamente da annoverare quelle d’azione, requisito indispensabile per poter essere considerati fra gli autori texiani.
Potrei dilungarmi ulteriormente sul lavoro di ricerca svolto da Boselli e Brindisi circa le divise dei soldati messicani, ma lo spazio è tiranno e quindi devo chiuderla qui.
Resta comunque che, come prima parte, è indubbiamente ottima e lascia l’acquolina in bocca per il seguito che, almeno a giudicare dalla copertina di Maurizio Dotti, si preannuncia scoppiettante!
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