Ecco arrivare, con un giorno d’anticipo rispetto all’uscita prevista in edicola, la recensione di Vivo o morto!, il primo albo della nuova serie Tex Willer edita dalla Sergio Bonelli Editore. La serie, in formato Bonelli da 64 pagine in bianco e nero, racconta le avventure di Tex Willer da giovane, quando ha circa vent’anni e non ha ancora conosciuto i suoi pards. Ai testi troviamo il curatore e sceneggiatore Mauro Boselli e ai disegni Roberto De Angelis.
Ma cosa accadrebbe se si raccontassero le avventure da lui vissute da giovane quando era ancora un fuorilegge braccato dagli sceriffi? Non le solite avventure già conosciute, ma altre di nuove? Qualcosa che non si sia mai visto prima? Riportare in edicola il Tex delle prime strisce, ma con storie nuove e realizzate con il gusto degli autori di oggi.
Vivo o morto! – Tex Willer n.1
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Roberto De Angelis
Copertina: Maurizio Dotti
Da queste premesse è partito circa due anni fa il curatore e sceneggiatore Mauro Boselli per realizzare questa nuova serie di Tex e oggi vediamo il primo numero approdare nelle edicole preceduto da un numero Zero uscito sui mensili sia di Tex che di Zagor (di cui parleremo a breve, state tranquilli).
Basterebbe questo semplice preambolo per far scattare sulla sedia tutti i texiani degni di questo nome. Il riecheggiare dei nomi che sono ormai entrati nella leggenda del fumetto italiano fa presagire aria di grande storia, ma, purtroppo, per poter giudicare la storia nella sua interezza dovremo attendere addirittura febbraio, dato che questo albo è solo il primo di una saga lunga ben quattro numeri!
Che Boselli sia amato e odiato non è un mistero. Che lo si accusi di scrivere storie in cui Tex non è più il protagonista assoluto della vicenda è (parzialmente) vero. Altrettanto certo è che non si può non notare il suo amore per la materia e, soprattutto, la sua straordinaria competenza come sceneggiatore. Boselli confeziona un primo albo dal ritmo leggermente più incalzante rispetto a quello di un Tex tradizionale, ma che gli serve per mettere sul tavolo tutte le pedine della vicenda. L’entrata in scena di Tex è ottima, mentre Tesah compare un po’ troppo in sordina (ma questa è l’osservazione di chi ha letto Il totem misterioso circa cento volte). L’intero albo si regge sul filo sottilissimo che separa il tuttologo di Tex e l’assoluto neofita che vuole godersi il numero uno di un nuovo fumetto western, ma Boselli riesce a destreggiarsi abbastanza abilmente.
Volendo, Boselli sembra dover prendere ancora le misure con un Tex da 64 pagine, dato che da circa venticinque anni scrive stabilmente storie per albi da 110, ma la speranza è che ci prenda presto la mano.
De Angelis si era già cimentato con Tex con il Texone Ombre nella notte scritto da Claudio Nizzi pubblicato nel 2004. Ai tempi De Angelis si dimostrò molto abile nelle scene notturne, ma, a mio avviso, più debole in quelle diurne, dove il suo stile estremamente debitore della fantascienza, genere nel quale eccelle, mal si adattava alle polverose atmosfere del sudovest.
Da allora sono trascorsi quasi quindici anni, di disegni ne sono passati sotto i ponti e anche De Angelis è molto cresciuto da allora, arrivando qui a fornire una delle sue prove migliori in assoluto. Amato e rispettato maestro del bianco e nero, il disegnatore napoletano confeziona un lavoro da lustrarsi gli occhi al punto che anche le inevitabili imperfezioni scompaiono di fronte alla bontà dell’opera. Il suo Tex è giovane e sbruffone al punto giusto, la sua Tesah energica e sensuale (non a caso, De Angelis viene dai fumetti erotici degli anni ’80). Se proprio gli si dovesse trovare un difetto, questo risiede nel fatto che tutti i personaggi, persino quelli più negativi, risultano essere eccessivamente puliti rispetto a quanto dovrebbero, ma questo in fondo fa parte del suo stile.
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