Vivo o morto! – Tex Willer n.1 (novembre 2018)

Scritto da Francesco Benati

15 Nov, 2018

Ecco arrivare, con un giorno d’anticipo rispetto all’uscita prevista in edicola, la recensione di Vivo o morto!, il primo albo della nuova serie Tex Willer edita dalla Sergio Bonelli Editore. La serie, in formato Bonelli da 64 pagine in bianco e nero, racconta le avventure di Tex Willer da giovane, quando ha circa vent’anni e non ha ancora conosciuto i suoi pards. Ai testi troviamo il curatore e sceneggiatore Mauro Boselli e ai disegni Roberto De Angelis.

Nel corso degli anni le storie del giovane Tex ambientate ai tempi in cui era ancora un fuorilegge si contano sulle dita di una mano. A parte le primissime storie realizzate da Gian Luigi Bonelli alla fine degli anni ’40 e ad alcune avventure narrate in flashback, il resto dell’odissea di Tex è ambientata intorno agli anni ’80 del XIX secolo e ad affiancarlo nelle sue storie ci sono Kit Carson, Kit Willer e Tiger Jack.

Ma cosa accadrebbe se si raccontassero le avventure da lui vissute da giovane quando era ancora un fuorilegge braccato dagli sceriffi? Non le solite avventure già conosciute, ma altre di nuove? Qualcosa che non si sia mai visto prima? Riportare in edicola il Tex delle prime strisce, ma con storie nuove e realizzate con il gusto degli autori di oggi.

 

 

Vivo o morto! – Tex Willer n.1

Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli

Disegni: Roberto De Angelis

Copertina: Maurizio Dotti

Da queste premesse è partito circa due anni fa il curatore e sceneggiatore Mauro Boselli per realizzare questa nuova serie di Tex e oggi vediamo il primo numero approdare nelle edicole preceduto da un numero Zero uscito sui mensili sia di Tex che di Zagor (di cui parleremo a breve, state tranquilli).

La storia si presenta come ambientata nei giorni immediatamente precedenti alla celeberrima Il totem misterioso, storia di debutto di Tex del 1948.
Una banda di bounty killers capeggiata da Coffin è sulle tracce del fuorilegge Tex Willer, il quale riesce a mettere tutti nel sacco e per poco non uccide lo stesso Coffin, il quale riesce miracolosamente a fuggire. Aiutato dal suo complice Dente di Lupo, Coffin scopre che gli indiani Pawnee nascondono un grande tesoro. A custodia del segreto c’è la giovane e bella Tesah.

Basterebbe questo semplice preambolo per far scattare sulla sedia tutti i texiani degni di questo nome. Il riecheggiare dei nomi che sono ormai entrati nella leggenda del fumetto italiano fa presagire aria di grande storia, ma, purtroppo, per poter giudicare la storia nella sua interezza dovremo attendere addirittura febbraio, dato che questo albo è solo il primo di una saga lunga ben quattro numeri!

Qualcosa però possiamo comunque dire. In primis, la bontà dell’idea. Le avventure di Tex da giovane permettono di raccontare il personaggio sotto un’ottica diversa rispetto al tradizionale ranger tutto d’un pezzo e infallibile. Permettono di vederlo meno esperto, più incline all’errore, si possono mostrare alcune sue avventure sentimentali (sempre nel rispetto della tradizione avventurosa Bonelli) ed esplorare alcuni lati nascosti della sua biografia. Insomma, l’idea di base è ottima e senza dubbio è il miglior modo di celebrare i 70 anni di Tex.
In secondo luogo, Mauro Boselli.

 

Che Boselli sia amato e odiato non è un mistero. Che lo si accusi di scrivere storie in cui Tex non è più il protagonista assoluto della vicenda è (parzialmente) vero. Altrettanto certo è che non si può non notare il suo amore per la materia e, soprattutto, la sua straordinaria competenza come sceneggiatore. Boselli confeziona un primo albo dal ritmo leggermente più incalzante rispetto a quello di un Tex tradizionale, ma che gli serve per mettere sul tavolo tutte le pedine della vicenda. L’entrata in scena di Tex è ottima, mentre Tesah compare un po’ troppo in sordina (ma questa è l’osservazione di chi ha letto Il totem misterioso circa cento volte). L’intero albo si regge sul filo sottilissimo che separa il tuttologo di Tex e l’assoluto neofita che vuole godersi il numero uno di un nuovo fumetto western, ma Boselli riesce a destreggiarsi abbastanza abilmente.

Volendo, Boselli sembra dover prendere ancora le misure con un Tex da 64 pagine, dato che da circa venticinque anni scrive stabilmente storie per albi da 110, ma la speranza è che ci prenda presto la mano.

Ultimo punto, Roberto De Angelis. Che non è solo un bravissimo disegnatore mai troppo osannato, è anche uno dei miei artisti preferiti, uno che ha realizzato alcune delle più belle storie di Nathan Never e che, con la sua miniserie Nathan Never: Anno Zero, scritta da Bepi Vigna, mi ha fatto riavvicinare al Musone di casa Bonelli dopo alcuni anni di assenza.

De Angelis si era già cimentato con Tex con il Texone Ombre nella notte scritto da Claudio Nizzi pubblicato nel 2004. Ai tempi De Angelis si dimostrò molto abile nelle scene notturne, ma, a mio avviso, più debole in quelle diurne, dove il suo stile estremamente debitore della fantascienza, genere nel quale eccelle, mal si adattava alle polverose atmosfere del sudovest.

 

 

Da allora sono trascorsi quasi quindici anni, di disegni ne sono passati sotto i ponti e anche De Angelis è molto cresciuto da allora, arrivando qui a fornire una delle sue prove migliori in assoluto. Amato e rispettato maestro del bianco e nero, il disegnatore napoletano confeziona un lavoro da lustrarsi gli occhi al punto che anche le inevitabili imperfezioni scompaiono di fronte alla bontà dell’opera. Il suo Tex è giovane e sbruffone al punto giusto, la sua Tesah energica e sensuale (non a caso, De Angelis viene dai fumetti erotici degli anni ’80). Se proprio gli si dovesse trovare un difetto, questo risiede nel fatto che tutti i personaggi, persino quelli più negativi, risultano essere eccessivamente puliti rispetto a quanto dovrebbero, ma questo in fondo fa parte del suo stile.

Pollice alzato per il primo albo, quindi, nella doppia speranza che la storia prosegua e si evolva nel migliore dei modi e che anche la serie stessa prenda definitivamente il volo e non si limiti ad essere una semplice collana di supporto alla serie classica.
Applausi a tutto il team e avanti così.

 

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