I reduci di Mellow Shore – Nathan Never 325
Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Eccher
Disegni: Pietro Vitrano
Copertina: Sergio Giardo
Onestamente, credo che nella nostra Italia questa particolare piaga sia poco sentita, per quanto non così remota come pensiamo, basta pensare ai soldati italiani che hanno partecipato a missioni all’estero e hanno dovuto pagare le conseguenze dell’esposizione all’uranio impoverito. Il reduce, comunque la si metta, rappresenta un po’ il brutto ricordo di un periodo duro, memoria di una sofferenza vissuta che in gran parte è stata superata grazie al suo sacrificio, ma che a armi riposte preferiamo dimenticare. E una memoria vivente è fastidiosa, meglio accantonarla per godersi al meglio la rinascita.
Dopo la guerra con Marte, anche la Terra sembra aver dimenticato la sorte di quei soldati meno fortunati, relegati al ruolo di pariah da coloro per cui hanno sacrificato molto. L’indagine di Nathan, questo mese, ha un tono di crudo cinismo, grazie ad una contrapposizione tra pragmatismo della politica e spirito umano dei personaggi. Quando dei passacarte del dipartimento militare iniziano a morire per mano di un assassino dalle doti straordinarie, Nathan e Legs devono scoprire cosa leghi i morti alla difficile esistenza dei reduci, indagando a Mellow Shore, ex quartiere industriale ora divenuto il ghetto dei reduci.
Inizialmente, dalle anticipazioni lette, temevo che Giovanni Eccher basasse troppo la sua storia sul proporre una nuova visione del mito vittoriano di Spring-helled jack, una delle prime leggende urbane moderne. Fortunatamente, la piega presa dalla storia va in tutt’altra direzione, puntando principalmente ad una connotazione emotiva che crea una situazione particolare per il nostro Agente Alfa. Dato il ruolo avuto nella guerra con Marte, l’Alfa, all’epoca ancora diretta da Darver, ebbe una sorta di trattamento privilegiato nel decorso post bellico, suscitando non poco astio nei reduci che ebbero meno attenzioni.
Questa sensazione viene resa al meglio nella storia di Eccher, che in alcuni punti lascia trasparire questo livore con realismo, rendendolo quasi palpabile nel mondo in cui viene scagliato contro Nathan e Legs. Si tratta di un punto emotivo essenziale per la storia, che ha un retrogusto drammatico piuttosto forte. Ad esaltare questa sensazione è il veder come le diverse parti sopravvissute alla guerra abbiano una differente percezione, esacerbata, specialmente per i reduci, dalla sensazione di abbandono, di tradimento. Anche gli Agenti Alfa hanno subito perdite, affrontato dolori e fatiche in quel conflitto, ma agli occhi degli ex militari sono comunque dei privilegiati, gli eletti salvatori che hanno offuscato il loro sacrifico.
I reduci di Mellow Shore è una lettura amara, narrata con una sensibilità che riesce a non sfociare nella retorica, ma si libera dal moralismo grazie ad un interessante confronto tra Nathan e Darver. E per una volta, Darver giganteggia su Nathan, che sembra di un’ingenuità incredibile nel suo voler cercare un equilibrio morale per risolvere la questione. Darver, da animale politico navigato, sa bene dove portare la propria attenzione, non esitando a privare Nathan della sua visione moralmente inoppugnabile, ma concretamente poco realizzabile. Uno degli aspetti che mi hanno sempre affascinato dell’Agente Alfa è il suo saper esser quasi fuori dal mondo, la scelta di aver una morale che contrasta con il cinico realismo quotidiano della Città.
Eccher riesce a presentare al meglio questa caratteristica, lavorando sulla costruzione interiore dei personaggi, in modo particolare sui due antagonisti. E chiamarli villain o cattivi sarebbe quasi un’ingiustizia, l’ennesima rivolta a due vittime.
Il finale, con una disperata corsa, è un crescendo emotivo suggestivo, che sarebbe da accompagnare musicalmente con la colonna sonora di Blade Runner, con la musica dell’ultima corsa di Zora. Merito di questa caratterizzazione è anche dei disegni di Pietro Vitrano, che ha saputo trasmettere l’asperità dei caratteri dei reduci anche nella realizzazione delle tavole. Non è solo il ritratto di questi uomini rotti nell’animo e nel corpo, ma anche la cura con cui è stato realizzato il loro ghetto, che trasmette un’aria fatiscente, quasi uno specchio della loro anima.
Vitrano ha dato vita in modo convincente alla storia di Eccher, valorizzando al meglio anche un inseguimento aereo particolarmente dinamico.
Da notare la contrapposizione del volto di Nathan, in ombra e con lo sguardo abbassato a metà tra la compassione e il senso di colpa per avere una sorte migliore, e la posa del reduce in carrozzina, con i muscoli tesi e il volto che sembra esser ben teso verso l’agente Alfa, quasi a imporre il suo sguardo con un solo interrogativo inespresso: perché a noi, e non a te?
I reduci di Mellow Shore è un albo duro, avvincente, in cui si uniscono un senso di continuità alla saga di Nathan Never e il tenore fantascientifico tipico dell’ambientazione. E poi, con un Darver così in forma che altro si può desiderare?Gli appuntamenti con Nathan non sono finiti per giugno, visto che tra pochi giorni arriveranno in edicola il secondo albo della miniserie Generazioni e il nuovo ‘balenottero’ di Agenzia Alfa!
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