Dopo la kermesse di Milano, Cartoomics 2018, coincidente con la pubblicazione in volume delle strisce dei Bonelli Kids e del primo numero della serie 4 Hoods, si può cercare di descrivere il quadro della situazione della linea Young a cui la Sergio Bonelli Editore sta lavorando da almeno due anni. Presenterò i quattro prodotti, uno per uno, e poi proverò a dare anche un giudizio complessivo.
Dragonero Adventures è stato ideato da Luca Enoch e Stefano Vietti e realizzato graficamente da Riccardo Crosa (copertinista) e da uno staff di disegnatori sia nuovi sia provenienti dalla serie principale di Dragonero.
La serie Dragonero Adventures è davvero un prodotto ottimo che nasce come spin-off della serie Dragonero (spin-off sapientemente introdotto nei mesi precedenti all’uscita in edicola da alcune tavole in versione adventures di Riccardo Crosa inserite nella serie regolare) e ci racconta le avventure tra l’epico e il comico dei tre amici Ian, Myrva e Gmor mentre i due fratelli Aranill vivevano nella ricca fattoria di loro padre sotto le cure della nonna e di un rigido precettore. Le adventures del titolo ricordano le famose avventure di Tom Sawyer, romanzo di azione, divertimento e formazione e così per ora accade nel mondo fantasy di Dragonero. Anche se il tono a volte pare assumere i connotati del dramma, sempre la conclusione della vicenda è positiva, ha una battuta finale che sdrammatizza e ci ricorda che stiamo guardando dei ragazzini di 9 o 10 anni che si divertono tra azione reale e sogni.
Il fumetto si presenta in un innovativo formato spillato a 64 pagina più grande del classico bonellide e più simile al comic americano, tutto rigorosamente a colori, la possibilità di una pagina della posta a cui inviare domande e disegni e interessanti rubriche che raccontano ambienti e abitudini del mondo dei tre monellacci. Ad oggi sono usciti cinque numeri caratterizzati, a parte il primo, da questa struttura: una storia lunga che è in continuity tendenzialmente con la trama del Burattinaio (il nemico cattivo a cui si oppongono i tre ragazzi) e una storia breve ancora più scanzonata che ci racconta in una sorta di sit-com fantasy momenti della vita dei giovani Ian, Myrva e Gmor.
Disegni e colori sono davvero molto piacevoli in uno stile che senza essere disneyano strizza l’occhio ai giovani lettori per il suo tratto pulito e chiaro, per le espressioni del viso dei personaggi molto accentuate per una immediata comprensione: tutto ovviamente deve avvenire con fenomeni esteriori di immediata comprensione e in cui non ci sia spazio per alcuna ambiguità (per chi l’ha letto, si tratta dell’esatto opposto di quello che è accaduto nel primo numero della serie adulta Senzanima, disegnata da Mario Alberti, e inserita sempre nel mondo fantasy di Dragonero).
Il mio giudizio in merito è molto positivo: Crosa ha fatto un eccellente lavoro di visualizzazione e i disegnatori che si stanno avvicendando nella serie stanno mantenendo la stessa cifra stilistica dando così una continuità anche visiva importante e che ricorda quello che accade nella produzione Disney italiana: Silvia Ziche, Casty, Cavazzano o Mastantuono sono sia immediatamente riconoscibili per il loro stile sia evidentemente dentro quello che ci si aspetta da un fumetto di Topolino o Paperino. E su questo è evidente che il lavoro di redazione che ha portato a Dragonero Adventures è stato molto importante e ha portato a definire delle ‘regole’ che pur in una misurata libertà espressiva devono essere seguite. Complimenti quindi doppi a Enoch, Vietti, Luca Barbieri e Marina Sanfelice (anche il lettering è stato ben pensato rispetto ai lettori)
Ed ora veniamo ad un’altra questione chiave: chi legge Dragonero Adventures? E qui mi è facile giocare in casa: i miei tre figli grandi di 11, 10 e 9 anni (un maschio e due femmine) si stanno appassionando a questa nuova serie. Il maggiore è lettore di fumetti da quando aveva 6 anni (Zagor e Dragonero, ma anche Orfani e mille altre cose), le due femmine non hanno mai letto fumetti (pochissimo Topolino), ma ora attendono l’uscita dell’Adventures e nell’attesa stanno leggendo dal numero 1 la serie regolare! Una eccezione nel panorama dei bambini? Non credo. Penso che Dragonero Adventures sia stato ben congegnato per rivolgersi proprio a quella fascia di età e mi auguro che tanti altri bambini e ragazzi facciano come i miei e strappino Dragonero Adventures dalle mani dei loro genitori e poi passino ad assalire le collezioni di fumetti e libri vari di papà e mamma!
Alla prossima puntata in cui parleremo del progetto Bonelli Kids!
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