Con qualche giorno di ritardo rispetto alla data di uscita, complice un mio giretto in quel di Varsavia con il computer che è rimasto volontariamente a casa, ecco arrivare la recensione de La banda degli spietati, il nuovo albo di Zagor, edito sempre dalla Sergio Bonelli Editore, che prosegue la storia del ritorno di Blondie. Ai testi troviamo Antonio Zamberletti e ai disegni il maestro Mauro Laurenti.
La banda degli spietati – Zagor 632
Testi: Antonio Zamberletti
Disegni: Mauro Laurenti
Copertina: Alessandro Piccinelli
Incominciamo subito con il dire che l’albo precedente aveva destato qualche perplessità nel sottoscritto soprattutto per quanto riguarda il soggetto, troppo sbilanciato sul western puro alla Tex. Il che non è necessariamente un male, sia chiaro, anzi, solo che io, amando entrambe le serie, preferisco che si mantengano ben distinte.
Ero invece pienamente soddisfatto del lavoro svolto dal veterano Mauro Laurenti, attualmente uno dei disegnatori zagoriani con più anni di attività sul groppone, secondo solo, credo, a Marco Torricelli.
C’era quindi la speranza che la storia decollasse definitivamente, lasciandosi alle spalle lo zoppicare iniziale, e che i disegni si mantenessero su ottimi livelli come era stato nel volumetto precedente.
Questo secondo albo ha soddisfatto le mie aspettative? Purtroppo, e lo dico con il cuore infranto, no.
Partiamo dallo script di Zamberletti, il quale prosegue senza troppi isterismi sulla scia di quanto fatto in precedenza, mostrandoci il nostro Zagor inserito in una tematica tipicamente western costretto a fare a cazzotti con il classico prepotente di turno. Soggetto quanto mai abusato, ma tant’è. L’aspetto interessante è che finalmente lo Spirito con la Scure si incontra con Blondie, la quale è sulle tracce degli stessi cattivoni contro i quali si sta battendo il nostro eroe.
Va detto che Zagor e Blondie non sono certo amici per la pelle e l’incontro fra i due si svolge nel bel mezzo di una scena d’azione, ma va detto che i lettori, quindi me compreso, si aspettavano qualcosa di diverso, visto la lunga attesa che ha circondato questa storia.
Nel complesso, quindi, la sceneggiatura di Zamberletti si muove senza particolari sussulti, aspetto che è comune a moltissimi albi centrali delle storie triple, ma che qui si segnala per un livello di emozioni davvero al minimo sindacale. Peccato, perché Zamberletti ha dimostrato di essere un autore perfettamente in grado di realizzare una storia di Zagor con i fiocchi e mi sto riferendo al maxi Il segreto dei druidi dell’anno scorso.
La speranza, si sa, è l’ultima a morire e quindi il sottoscritto rimane fiducioso nel futuro, confidando che Zamberletti sia riuscito ad imprimere la volata finale a questa storia che, giunta a ormai ai due terzi, sembra stia ancora cercando di decollare.
E veniamo ora al vero punto dolente di questo albo: i disegni di Mauro Laurenti. Mi ero commosso nel vederlo nuovamente alle prese con Zagor. La sua precedente apparizione risaliva a diversi anni prima e successivamente si era dedicato con successo a Dampyr e a una storia breve di Tex. Per questo motivo è stata una grande emozione ritrovarlo di nuovo sulle pagine dello Spirito con la Scure, personaggio al quale Laurenti è legato da oltre venticinque anni e sul quale ha realizzato storie indubbiamente memorabili.
Il primo albo era stato notevole, un Laurenti al massimo della forma che ci ha regalato vignette di grande impatto dimostrando di non essere affatto arrugginito. Questo secondo numero, invece, è un tracollo clamoroso. Proporzioni ed anatomie errate, volti irriconoscibili. Laurenti sembra soffrire moltissimo le scene d’azione, mentre su quelle statiche pare essere quello di sempre.
Un tracollo assolutamente inaspettato che non ha spiegazioni apparenti, visto anche l’ottimo lavoro del numero precedente. L’unica opzione che al sottoscritto viene in mente è che ci siano stati degli errori clamorosi durante la revisione in redazione. Le speranza è che, a prescindere da quale che sia la spiegazioni, l’albo conclusivo ci riconsegni di nuovo il Laurenti che tutti quanti conosciamo ed amiamo.
Ovviamente questo albo non è stato un disastro totale: il soggetto, per quanto abusato e poco zagoriano, ha sempre il suo fascino; la vicenda non mostra cedimenti di sorta (i famosi maccosa, per intenderci) e non lede l’intelligenza del lettore. Anche i disegni, nonostante i vari punti critici, nel complesso si mantengono mediamente buoni a testimonianza del fatto che Laurenti sa ancora il fatto suo.
Il richiamo della foresta (Jovanotti e Zagor)
Soggetto: Michele Masiero
Sceneggiatura: Moreno Burattini
Disegni: Walter Venturi
Copertina: Alessandro Piccinelli
L’iniziativa si è concretizzata e quindi coloro che acquisteranno La banda degli spietati in edicola troveranno anche Il richiamo della foresta. Il soggetto è di Michele Masiero, la sceneggiatura di Moreno Burattini e i disegni sono di Walter Venturi.
Si tratta di una blanda storiella di poche pagine in cui Jovanotti sogna un proprio incontro con Zagor, incontro all’insegna dell’avventura più sfrenata. Non aspettatevi niente di particolare, si tratta di una storia molto semplice, benché disegnata piuttosto bene e con alcune battute davvero azzeccate.
L’unica nota che ho trovato davvero stonata riguarda il doppio paginone finale con le date del tour di Jovanotti, ma mi rendo conto che questa operazione di co-marketing necessitasse di questa soluzione.
Purtroppo l’albo ha generato notevoli polemiche già dal momento dell’annuncio per i motivi più disparati: chi trova incompatibili i due personaggi, chi odia le marchette, chi odia Jovanotti, chi vuole meno quantità e più qualità (ma chissà che accidenti vuol dire), chi lo ritiene troppo politicizzato (ma fatemi il piacere…), chi ha tirato in mezzo la massoneria (?) e via discorrendo.
Una sequela infinita di polemiche e discussioni per un innocuo albetto di una manciata di pagine che può benissimo essere buttato nel sacchetto della carta appena strappato l’involucro di cellophan. Polemiche che io non riesco a capire, esagerate, inverosimili e senza senso, perdipiù se assolutamente non centrate sull’effettivo valore dell’albo in quanto tale.
Quello che è stato applicato nei confronti di questo fumettino è stato un autentico processo alle intenzioni, una delle cose più odiose che si possano fare, soprattutto se parliamo di una storia a fumetti distribuita gratuitamente e del tutto innocua, una roba che si poteva benissimo buttare nel bidone senza fare tante storie. Io stesso lo faccio con certe cose e lo faccio senza lamentarmi perché so benissimo che quella di allegare gadget e prodotti omaggio è una pratica comune nelle aziende per premiare i clienti più fedeli.
E pazienza se questi prodottini non servono a nulla, li si può sempre usare come soprammobile oppure regalarli. Se proprio non se ne trova una collocazione, beh, la raccolta differenziata è stata inventata per un motivo.
Senza fare storie.
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