Il ritorno di Blondie – Zagor 631
Soggetto e sceneggiatura: Antonio Zamberletti
Disegni: Mauro Laurenti
I motivi sono molteplici, ma il più importante, a parere di chi scrive, è il fatto che questa avventura segna il ritorno sulla serie regolare di uno dei disegnatori più amati (benché, purtroppo, non da tutti), ovvero quel Mauro Laurenti che da circa 25 anni è una colonna portante della serie e ha realizzato diversi episodi molto amati dal pubblico.
C’è poi da considerare il fatto che il ritorno in questione è quello di un vecchio personaggio di Guido Nolitta apparso nella sua prima e unica volta durante gli anni ’70, quella Blondie magnificamente rappresentata nella bellissima copertina di Alessandro Piccinelli e resa benissimo da Mauro Laurenti all’interno dell’albo.
Più o meno.
Come praticamente in tutte le cose, dal cinema al fumetto, ci sono aspetti convincenti e altri meno, solo che in questo caso si equivalgono. Prima di parlarne più approfonditamente, facciamo una premessa: questa recensione si basa solo e soltanto sul primo albo di una trilogia che ci accompagnerà fino ad Aprile. Nulla vieta ai volumi futuri di alzare notevolmente il livello o, speriamo di no, di affossarlo completamente.
Cominciamo dagli aspetti che mi hanno convinto di meno, così ci leviamo via il dente e via il dolore: il soggetto. Non tanto per una questione di originalità: capisco che trovare nuove idee dopo quasi 60 anni di avventure sia estremamente difficile e di certo non mi metto a gridare allo scandalo se si va a ripescare la storia del riccone che vuole impadronirsi dei terreni vicini per i suoi loschi scopi. Si tratta di uno di quei cliché vecchi come il cucco che non invecchiano mai e che si riciclano sempre in caso di scarsità di idee perché il fumetto è seriale e lo show must go on.
Quello che mi sento di dire, però, è che una storia simile è più da Tex che da Zagor, il quale ha sempre avuto una tipologia di storie molto diversa (pur avendo fatto a sua volta ricorso a questo tipo di trama più volte). Certo, anche una storia come Il Clan delle isole, scritta da Mauro Boselli e disegnata da Mauro Laurenti ha una trama sostanzialmente identica, ma il bello è come essa viene declinata. Qui, invece, viene sbattuto sul grugno del lettore il più abusato dei cliché.
In generale, però, è proprio lo sceneggiatore Zamberletti ad essermi sempre sembrato più adatto al western puro, non obbligatoriamente di Tex, che non all’avventura rocambolesca di Zagor e questa storia conferma le mie opinioni.
Va detto, a difesa di Zamberletti, che questa storia in realtà è una delle prime da lui scritte per lo Spirito con la Scure, visto che Laurenti, tra un impegno e l’altro, ci ha messo circa 5 anni a realizzarla. Infatti, una vicenda tutto sommato recente come Il segreto dei druidi, Maxi Zagor del 2017, dimostra che anche Zamberletti è in grado di scrivere storie in linea con la tradizione zagoriana.
Altra cosa che non mi ha del tutto convinto, ma spero vivamente di ricredermi, è l’idea di base che fornisce anche il titolo all’albo: Il ritorno di Blondie. Alcuni anni fa, lo sceneggiatore e curatore di Zagor Moreno Burattini, annunciò una stagione dei ritorni, ovvero un periodo di alcuni anni in cui sarebbero dovuti ritornare diversi comprimari storici della saga di Zagor, sia i più recenti che i più tradizionali. Oltre ai grandi classici come Mortimer, gli Akkroniani ed Hellingen, abbiamo avuto anche il ritorno di comprimari come il samurai Takeda e della vampira Ylenia Varga. Il problema è che anche i grandi nemici e i grandi alleati dopo un po’ finiscono (anche se mancano all’appello ancora Kandrax e Supermike), perciò si è andati a raschiare il fondo del barile.
Oltre a Smirnoff, protagonista di una avventura davvero di bassissimo profilo di fine anni ’70, ecco arrivare Blondie. Il caso di Blondie è molto particolare, perché non è stata neppure l’antagonista della storia, bensì ha fatto una comparsata di alcune decine di pagine (e in una copertina in cui sferra un pugno a Zagor), peraltro in una storia di basso livello, da molti ritenuta una delle peggiori di Guido Nolitta.
Naturalmente si sa che molte storie, magari quelle lette da ragazzini, ci sembrano sempre molto più belle di quanto non siano in realtà, per cui la figura di Blondie ha acquisito uno status quasi mitico con il passare dei decenni (al pari di Lupe per Tex) ed ecco spiegato il motivo del ritorno. Ritorno che parte un po’ in sordina: Blondie, prigioniera di un penitenziario femminile, riesce a fuggire e si mette alla ricerca di una persona con la quale sembra avere un conto in sospeso. Chi sarà? Ai prossimi volumi il compito di raccontarcelo.
Quello che a me non ha convinto del tutto è il fatto che Blondie non mi sembra un personaggio che abbia moltissimo da dire rispetto a quanto già detto nell’unica storia in cui ha fatto la sua (breve) apparizione. Ovvio che la mia è l’osservazione di un vecchio cammello di texiana memoria che trova sempre un motivo per brontolare.
Menzione più che positiva, invece, per i disegni di Mauro Laurenti: anni di attesa per una storia che ce lo riconsegna al suo meglio, con il suo stile personalissimo che gioca sempre sulle luci e le ombre, sui bianchi e sui neri, andando a modellare figure dalle forme morbide, sinuose e dinamiche. Su Laurenti non posso dire niente che non sia stato detto in questi suoi lustri al servizio dello Spirito con la Scure (e di Dampyr): si tratta di un disegnatore di indiscusso livello che innalza notevolmente il livello dell’albo grazie alle sue scene d’azione sempre funzionali e dal taglio cinematografico che sanno essere spettacolari senza mai compromettere la leggibilità, punto focale degli albi bonelliani.
Che è altalenante, alternando un cosa (cioè il soggetto) trito e ritrito con un come che presenta alcune intuizioni degne di nota come il carcere femminile, peraltro mai visto prima su Zagor, che io ricordi. A salvare letteralmente capra e cavoli e a farci ben sperare per il seguito, sono i bellissimi disegni di Laurenti che qui ritroviamo più in forma che mai e al quale vanno tutti i nostri applausi.
Tutto sommato, mi sento di promuovere l’intero lavoro di essere abbastanza fiducioso per quello che seguirà. Dato che in genere le storie che partono con il botto poi si concludono in maniera deludente, confido che questo inizio un po’ traballante ceda il passo ad un’avventura ad alto tasso adrenalinico.
A risentirci a marzo per il prossimo Zenith! E se non la avete ancora letta: ecco la recensione del Maxi Zagor appena uscita.
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