Con un leggero ritardo sulla tabella di marcia ecco la recensione de La prigione nascosta, l’ormai penultimo Tex mensile che chiude la trilogia dedicata a Rick Master, scritta da Mauro Boselli e disegnata da Michele Benevento, e vede l’inizio della storia New Hope, purtroppo postuma, di Gianfranco Manfredi e Carlos Gomez.
La prigione nascosta – Tex n.776
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli, Gianfranco Manfredi
Disegni: Michele Benevento, Carlos Gomez
Copertina: Claudio Villa
Riassunto delle puntate precedenti: Tex e Carson sono sulle tracce di un’associazione criminale che compie rapimenti a scopo ricattatorio. Le loro indagini li portano a San Francisco dove si alleano con Rick Master, detective della città che, in compagnia del fido maggiordomo giapponese Yoko Shimitsu, sta anch’egli lavorando sul caso dietro incarico di Claire Dutton, la quale lo ha ingaggiato per ritrovare il fidanzato Roger. I due rangers e il detective riescono a infliggere alcuni duri colpi alla gang, nota come “Kidnappers Inc.”, ma la sfida finale li attende.
Nell’albo che chiude la trilogia, Tex, Carson e Rick Master si trovano a dover affrontare gli ultimi superstiti della banda criminale, ma il loro capo, il misterioso Dark, sembra sempre un passo avanti e i tre sfuggono miracolosamente a una trappola preparata nella baraccopoli di Carville poco fuori San Francisco. Lo scontro finale si fa sempre più vicino, ma non mancheranno i colpi di scena.
Lo abbiamo già detto nella recensione dello scorso volume, ma ci ripetiamo: era da un po’ che non si vedeva Mauro Boselli così in forma sulla serie mensile. Ispiratissimo come nei suoi giorni migliori, Boselli dispiega davanti al lettore un giallo-western di ottima fattura che scorre con un ritmo sapientemente gestito nell’alternare scene di dialogo e scene d’azione con la precisione di un metronomo. Non manca il notevole numero dei personaggi, croce e delizia dello sceneggiatore milanese, ma Boselli riesce a gestire l’affollato cast grazie a tutta l’esperienza accumulata nel corso del tempo.
La parte difficile era gestire due personaggi ingombranti come Tex e Rick Master, ma se è vero che gli occhi di tutti erano puntati sul detective di San Francisco, è altrettanto vero che Tex ne esce a testa alta e il confronto (puramente professionale) fra i due si risolve alla rude maniera del west, cioè con poco più di un sorriso e una stretta di mano a sancire l’alleanza fra questi due eroi di carta, entrambi figli della fervida fantasia di GL Bonelli.
Come le trame di Boselli ci hanno abituato da diversi anni a questa parte, la vicenda di Rick Master ha una sua conclusione, ma con più di una porta aperta sul futuro.
I disegni di Benevento, come è già stato detto in precedenza, sono eccezionali e rappresentano la sua prova migliore sulle tavole del ranger, una prova che nelle 70 pagine che compongono il finale della storia supera quella mostrata nei due albi precedenti a testimoniare una grande crescita compiuta dal disegnatore, ormai indiscusso titolare della serie.
Poco si può dire sulla prima parte della storia successiva.
Dopo aver assistito alla pulizia di una città a suon di piombo da parte di Tex e Carson, il mormone Jakob decide di chiedere il loro aiuto per soccorrere la cittadina di New Hope, minacciata da creature demoniache.
New Hope, questo il titolo della vicenda che prende avvio nelle ultime 40 pagine dell’albo, è una storia postuma di Gianfranco Manfredi, scomparso a gennaio di quest’anno, del quale a breve uscirà anche una delle ultime storie scritte per Dylan Dog. Su Tex il suo stile si discosta nettamente da quello visto negli ultimi albi: dialoghi più secchi e veloci e un inizio con una vicenda del tutto slegata da quella che sarà la trama principale della storia. Uno stile di scrittura più barocco e, se vogliamo, postmoderno che a chi scrive è quasi sempre piaciuto.
Dal canto suo, Carlos Gomez si conferma per l’ennesima volta il disegnatore di razza che è. Se nelle primissime tavole il suo stile è più leggero, con ampi vuoti (considerata la lunghezza, la storia in origine doveva essere un Color Tex), nelle pagine successiva essi si riempiono fino a tratteggiare scenari di rara bellezza. Il suo stile, riconoscibilissimo fra mille, è adattissimo alle storie del ranger e la speranza è che la collaborazione continui per gli anni a venire.
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