Anni fa Sting cantava in un bel video I’m an Englishman in New York e il ritmo era coinvolgente e brioso. Il video per altro giocava proprio sull’ironica contrapposizione di due mondi così vicini eppure così lontani.
Ecco questo è stato il mio sentimento di fronte a pack che mi proponeva in edicola i numeri 1 di Superman e Batman nella nuova gestione Panini dell’universo DC Comics in Italia.
Per me bonelliano di ferro (ma con un passato da X-Men perché comunque Once an X-Man, always an X-Man come dice Nightcrawler in Uncanny X-Men 300) che finora aveva letto solo Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller (regalo degli amici per i miei 18 anni), la DC è sempre stata un universo sconosciuto e sinceramente il costo dei singoli albi (€ 5,00) non era molto allettante, sia come sia… alla fine ho ceduto e ho comprato quel pack che per € 6,00 mi ha fatto conoscere le due serie regolari di Batman e Superman.
Il problema è che qualcosa mi hanno lasciato come curiosità e ora mi trovo con la lettura portata a termine di Superman 1-3, di Batman 1-3, di Batman/Superman 1, di Wonder Woman 1 e di Justice League 1…
E quando le letture si moltiplicano, la recensione nasce spontanea e nasce l’idea di raccontarvi in brevi articoli la mia esperienza di I’m a Bonellian in DC!
Partiamo e come è giusto che sia l’avvio è per il Supereroe più potente di sempre: Superman! Raggruppo i miei pareri sui primi tre numeri.
Superman 1-3 (giugno/luglio 2020)
I primi 3 numeri di Superman presentano i numeri di Action Comics 1012-1017. Due disegnatori: Szymon Kudranski e John Romita Jr. (solo per Action Comics 1017) e un solo sceneggiatore, ovvero il ben noto Brian Michael Bendis che per la Marvel ha scritto dei veri Blockbuster come Ultimate Spider-Man, House of M, un ciclo importante per Daredevil e varie storie per X-Men e Avengers. Dal 2017 passa alla DC e il suo primo albo è non a caso il numero 1000 di Action Comics e il personaggio di cui prende le redini è Superman.
Ho speso delle parole in più su Bendis perché è oggettivamente un maestro della scrittura per fumetti. Gli sviluppi della macrotrama lunga e che scorre da numero a numero è ben studiata e, pur senza raggiungere le vette degli indizi che Claremont sapeva spargere in ogni tavola se non vignetta delle sue storie, ha la capacità di creare la giusta attesa nel lettore, ma nello stesso tempo Bendis conosce i ritmi delle 22 tavole di una storia tipa e alterna le botte da orbi con momenti di dialogo e anche siparietti comici.
Insomma lo scrittore dimostra che i premi vinti negli anni (5 Eisner) non sono stati dati a caso e dimostra anche che l’investimento della DC su di lui è ben ripagato. Bendis, per quel che ho capito, si sta divertendo a rifondare l’universo DC, ma per me, neofita, si tratta di una partenza quasi da zero che mi facilita nella lettura.
Certo la partenza in medias res di Superman 1 non è stata facilissima e le note esplicative a fine albo non sono ancora ben rodate (anche se è vero che il mio parametro supereroistico è quello degli stupendi e approfonditi redazionali di Luca Scatasta nel periodo Star Comics e Marvel Italia, ricordate???)… ma già dal numero 2 mi pare che le cose girino meglio e si comincia a capire il grande scenario che incrocia Leviathan, Lex Luthor potenziato, la Mafia Invisibile non più invisibile, Red Cloud (anche lei potenziata), la folle e tenera Rosa&Spina, Lois Lane e Miss Leone (che è ancora la Mafia Invisibile) e poi i ‘colleghi’ della Justice League…
Un nota bene tipicamente bendissiano è l’apparizione di una giovanissima supereroina, Naomi, proveniente da un’altra Terra del multiverso (davvero un elemento fondante quello del multiverso per la DC, ma ci torno sopra per parlarvi di Batman). Bendis fa del racconto di giovani protagonisti uno dei suoi temi ricorrenti e lo fa sia perché è evidentemente capace di raccontarli (vi ricordate appunto il suo Ultimate Spider-Man coi disegni di Mark Bagley?) sia perché è lì che si gioca la partita del futuro dei comics americani e nel mondo in generale: ci saranno ancora dei giovani che vorranno leggere i fumetti? Bendis vuole riconquistare il pubblico teen e sinceramente glielo auguro per lui e per noi!
Fronte disegni: ottimo per me Kudranski che senza essere ipercinetico o toddmcfarlaniano è erede della tradizione più classica e pulita dei grandi autori degli anni ’90. Si fa leggere volentieri e lascia spazio però alla forza della narrazione di Bendis. Poi c’è John Romita Jr che io da ragazzo ho amato moltissimo soprattutto sugli X-Men e anche per un bel ciclo su Iron Man (e le scie di luce in Action Comics 2017 mi hanno ricordato proprio la sfida di Tony Stark contro quel super criminale fatto quasi di luce). A dirla tutta, gli anni si vedono e il buon Romita Jr. non è sempre convincente e alcuni disegni paiono buttati un po’ lì senza gran cura e come a ripetere se stesso (e con qualche dubbio sull’anatomia in qualche caso).
In sintesi Superman ha il vantaggio di un ottimo autore e credo che potrà darci delle soddisfazioni seguirlo! Per ora mi fermo qui. Ma a presto per ulteriori opinioni sull’Azzurrone della DC!
Da ultimo e in realtà da primo… la Panini Comics ha affidato la copertina del numero 1 a quel mostro dell’illustrazione di Gabriele Dell’Otto che ci regala Superman che sfreccia sopra al Colosseo!
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