L’orrendo massacro – Tex nn.778-779 (agosto-settembre 2025)

Scritto da Francesco Benati

8 Ott, 2025

Complici le ferie estive e qualche inevitabile strascico settembrino, ecco la recensione completa della doppia storia mensile di Tex intitolata L’orrendo massacro (mentre la seconda parte è La pista dell’assassino) scritta da Pasquale Ruju e disegnata da Fabio Civitelli.

Tex e la Storia, un binomio che abbiamo già visto più volte, ma che non sempre ha dato gli esiti sperati: Tex è un eroe che vince praticamente sempre, ma la Storia non è quasi mai così semplice e manichea e le volte in cui il ranger è entrato a contatto con essa a volte si è ritrovato a svolgere il ruolo di mero spettatore degli eventi.

 

 

L’orrendo massacro – Tex nn.778-779

Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju

Disegni: Fabio Civitelli

Copertine: Claudio Villa

C’era quindi un misto di trepidante attesa e di preoccupazione per questa storia di Pasquale Ruju dedicata al cowboy afroamericano John Ware, figura realmente esistita proprio nell’epoca delle avventure di Tex. 

Ruju sceglie però la via della leggenda: John Ware diventa il coprotagonista, per non dire il protagonista assoluto, di una storia in cui è la fantasia a farla da padrone, com’è giusto che sia. Ingiustamente accusato di omicidio del ranch in cui lavora, John Ware è costretto a fuggire verso nord, inseguito non tanto dalla legge quanto allo spietato Charles Deadrick, ex comandante delle milizie dell’Idaho ai tempi della guerra civile americana. Per fortuna sulle sue tracce ci sono anche Tex Willer e Kit Carson, i quali vogliono vederci chiaro sulle accuse a Ware, fondamentalmente basate sul razzismo.

 

 

Se il primo albo di questa storia si rivela interessante grazie a un soggetto collaudatissimo (di innocenti ingiustamente accusati è piena sia la saga di Tex che la narrativa in generale) e ad alcune figure molto azzeccate, John Ware su tutti, il secondo mostra un po’ la corda. Lungi dal fare spoiler, benché la conclusione sia uscita già da qualche settimana, possiamo dire che questa avventura avrebbe avuto le dimensioni giuste, più o meno, per rientrare in un Color Tex e le ultime quaranta pagine hanno l’impressione di essere un’aggiunta pensata alcuni mesi prima della pubblicazione per esigenze redazionali.

 

 

Proprio le ultime pagine, in realtà, sono le più storiche di tutte dato che sono ambientate proprio nella località dove John Ware si sarebbe stabilito nella vita reale assieme alla moglie Mildred di cui vediamo rappresentato, sia pure in forma romanzata, il loro primo incontro. Il problema, ad avviso di chi scrive, è che per arrivare sin qui il lettore è passato attraverso una serie di coincidenze, colpi di fortuna (o di sfortuna, a seconda dei punti di vista) che davano palesemente l’impressione di essere stati disseminati per far proseguire la storia sui binari prestabiliti.

Intendiamoci, ogni narrazione è così per definizione, il punto è che questi escamotage non si dovrebbero vedere, perlomeno non troppo, mentre qui risultano quasi urlati pagina dopo pagina.

 

 

Riguardo ai disegni di Civitelli c’è ben poco da dire: la storia calza a pennello, è proprio il caso di dirlo, su di lui e sul suo stile: montagne innevate, grandi spazi e natura selvaggia, tutte cose che il tratto di Civitelli riesce a rendere morbide ed eleganti. Forse troppo, soprattutto i personaggi, ma questo è un noto difetto, se così lo vogliamo chiamare, dello stile chiaro e pulito di Civitelli. Risulta quasi gentile perfino una carogna fatta e finita come Charles Deadrick, la cui malvagità, forse anche eccessiva e gratuita, avrebbe meritato una rappresentazione più sporca. Riguardo ai suoi Tex e Carson, sono fra i più riconoscibili dell’intero parco dei disegnatori, quindi c’è veramente poco da aggiungere.

 

 

Una storia quindi con luci e ombre, che magari non voleva neanche candidarsi a essere una di quelle avventure indimenticabili, ma solo una discreta storia di routine come poi è stata. La figura di John Ware aggiunge un po’ di sale a questa avventura altrimenti piuttosto insipida e le colt di Tex e Carson fanno il resto.

 

 

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